2019, il tennis a maggio: il Foro delle polemiche

Rubriche

2019, il tennis a maggio: il Foro delle polemiche

Nell’eterna sfida con Madrid, gli Internazionali BNL d’Italia vincono sul campo ma perdono sul piano organizzativo con scelte discutibili. Nadal inizia la sua rinascita

Pubblicato

il

Il campo centrale del Foro Italico a Roma 2019 (foto Twitter @InteBNLdItalia)
 

Per gli appassionati di tennis, il mese di maggio è sinonimo di rosso: no, la politica non c’entra nulla, parliamo di terra battuta, la superficie più diffusa in Italia, quelli che tanti considerano la più vera, perché necessita di gambe, cuore e sofferenza. Parliamo dei più importanti tornei sul rosso, dal Mutua Madrid Open di inizio mese al Roland Garros che si estende fino a giugno, passando per gli Internazionali BNL d’Italia, quando tutto il mondo del tennis che conta si dà appuntamento al Foro Italico.

Il dualismo tra Madrid e Roma è ormai vecchio quanto è vecchio il… torneo di Madrid, che non ha la quasi centenaria storia degli Internazionali ma in poco più di 10 anni ha saputo costruirsi una solida tradizione ed è additato da tutti gli addetti ai lavori come uno dei tornei meglio organizzati della stagione. Una volta il giornalista Ben Rothenberg del New York Times disse: “Se Madrid e Roma si fondessero darebbero vita al torneo perfetto, perché tutti i punti deboli di Madrid sono i punti di forza di Roma e viceversa”. A Madrid c’è un’organizzazione efficiente e un impianto moderno e spazioso con tre campi coperti, ma l’atmosfera è fredda e l’entusiasmo del pubblico a volte latita. A Roma l’impianto è tanto scenograficamente incantevole quanto piccolo e scomodo, l’organizzazione lascia spesso a desiderare, ma lo scenario e il calore della gente fanno dimenticare (quasi) tutto.

La “battaglia” tra i due tornei si esplicita spesso con la tacita lotta per assicurarsi la presenza delle superstar, che in teoria, almeno a livello maschile, dovrebbero giocare entrambi gli eventi, dato fanno parte di quelli obbligatori, ma al lato pratico capita spesso che qualcuno non voglia stancarsi troppo e finisca per marcare visita. Nel 2019 i “Big 3” del circuito maschile hanno giocato in entrambe le città, con Roger Federer che inizialmente aveva deciso di essere presente solamente a Madrid ma dopo la sconfitta ai quarti di finale contro Dominic Thiem (dopo aver sciupato due match point) ha confermato la sua presenza anche nella Capitale, dando il via alla girandola di polemiche che hanno caratterizzato gli Internazionali versione 2019.

Ma andiamo con ordine: a Madrid, oltre alla già citata sconfitta di Federer, abbiamo assistito all’inizio della rinascita di Rafael Nadal, che è stato eliminato dopo una tostissima semifinale contro Stefanos Tsitsipas, ma che dopo aver toccato il fondo a Barcellona ha iniziato il suo travolgente ritorno che l’ha portato a chiudere l’anno al n.1 della classifica ATP. La programmazione particolarmente densa del Mutua Madrid Open, che come in tutti i Masters 1000 vede impegni molto ravvicinati da un giorno all’altro, ha finito per favorire Novak Djokovic, che si è trovato in semifinale un Thiem sicuramente provato dal match del giorno prima con Federer, e in finale ha visto Tsitsipas finire la benzina dopo il primo set a causa della battaglia vinta con Nadal nemmeno 24 ore prima.

Nel torneo femminile è stata l’olandese Kiki Bertens a conquistare il suo secondo titolo dell’anno e il suo secondo Premier 5 o Mandatory in carriera superando Simona Halep in finale e impedendole di conquistare la vetta del ranking WTA, dopo che la n.1 Osaka si era improvvisamente spenta nei quarti di finale contro Belinda Bencic. A Madrid Bertens non ha solamente vinto uno dei tornei più importanti (e ricchi) dell’anno, ma ha soprattutto fatto vedere un gioco da terra battuta che l’ha iscritta di diritto nella lista delle prime favorite per il Roland Garros, dove poi però non avrebbe avuto la possibilità di giocarsi le sue chance a causa di un problema gastro-intestinale occorsole prima del secondo turno.

La settimana seguente, sotto i pini del Foro Italico (più per ripararsi dalla pioggia che non a cercare refrigerio all’ombra) sono state più le polemiche fuori dal campo a tener banco che non le vicende agonistiche. Ancor prima di iniziare, il Presidente FIT Binaghi, poche ore dopo l’annuncio della presenza di Federer a Roma, ha avuto l’idea non proprio delicata di dichiarare in un’intervista che avevano raddoppiato il prezzo dei biglietti per il match d’esordio di Federer per premiare chi aveva acquistato i biglietti in anticipo”. Poi succede l’imponderabile, con quella giornata di mercoledì completamente cancellata dalla pioggia e gestita come peggio non si poteva dall’organizzazione, la quale prima tiene tutti gli atleti al Foro per 10 ore quando sembrava piuttosto evidente che non si sarebbe giocato nemmeno un punto, poi tenta in tutti i modi di far giocare qualche incontro per evitare di dover rimborsare i biglietti, e infine dà il rompete le righe in contemporanea all’inizio della finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta, costringendo i giocatori a due ore in auto per tornare in albergo.

Il giorno dopo, il capolavoro: vengono programmati i doppi turni facendo giocare due partite a (quasi) tutti, compresi i tre big, mantenendo validi i biglietti di mercoledì solo per la prima parte della giornata, con l’inevitabile conseguenza che nel pomeriggio di giovedì al Foro Italico c’erano quasi il doppio delle persone che avrebbero dovuto esserci. Campi pieni all’inverosimile, gente che provava ad arrampicarsi sulle statue del Pietrangeli, il Grand Stand sul quale Federer giocava un match tiratissimo con Coric stracolmo oltre ogni immaginazione, con i Vigili del Fuoco che erano costretti a chiudere due occhi per far passare una situazione di ordine pubblico insostenibile. Nick Kyrgios ci metteva del suo facendosi squalificare contro Casper Ruud per aver tirato una sedia da giardino in campo dopo aver perso la trebisonda a causa del pubblico rumoreggiante.

Alla fine Thiem perdeva da Verdasco e si scagliava contro gli organizzatori per averlo fatto rimanere tutto il giorno al circolo il giorno prima senza che si potesse giocare, Djokovic, Nadal e Federer disputavano tutti e tre due match nello stesso giorno (fatto più unico che raro) e lo svizzero il giorno dopo decideva di ritirarsi, lasciando intendere che il Grand Stand su cui ha giocato non era un campo al livello di un Masters 1000. E mentre in finale arrivavano come al solito Djokovic e Nadal, e lo spagnolo vinceva il suo primo titolo della stagione, facendo intuire che l’uscita del tunnel era vicina, la FIT chiudeva in bellezza il torneo ritirando l’accredito al nostro direttore Ubaldo Scanagatta, reo di aver fatto quello che fa almeno il 70% dei giornalisti accreditati, ovvero scrivere pezzi per più testate.

Nel torneo WTA, c’è stata la presenza di Serena Williams a regalare agli Internazionali d’Italia un vantaggio di prestigio sul Mutua Madrid Open. L’americana però non era in forma e si ritirava dopo un solo match, proprio prima di dover incontrare la sorella Venus. Kiki Bertens ha proseguito sullo slancio della vittoria di Madrid e arriva in semifinale sconfiggendo la n.1 Osaka, ma poi si doveva fermare contro Johanna Konta. Dall’altra parte del tabellone era lo “spauracchio dei seggioloni” Karolina Pliskova ad arrivare fino in fondo vincendo contro la britannica la finale forse meno terraiola della storia del torneo. In semifinale Karolina si toglieva pure lo sfizio di prendersi la rivincita contro Maria Sakkari, che nel 2018 l’aveva sconfitta in quel controverso match di terzo turno al termine del quale Pliskova aveva frantumato a racchettate il seggiolone dell’arbitro.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement