ATP Cup, un affare Nadal-Djokovic (Tuttosport). Scelta Cagliari per la Corea. Tocca a Sinner? (Crivelli). Fuochi, tennis e Greta. Un Federer barbuto si riprende la scena (Piccardi)

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ATP Cup, un affare Nadal-Djokovic (Tuttosport). Scelta Cagliari per la Corea. Tocca a Sinner? (Crivelli). Fuochi, tennis e Greta. Un Federer barbuto si riprende la scena (Piccardi)

La rassegna stampa di domenica 12 gennaio 2020

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Atp Cup, un affare Nadal-Djokovic (Tuttosport)

Con papà Anibal uruguaiano e mamma Esther spagnola Alex de Miñaur sembrava proprio l’uomo giusto per complicare il cammino di Rafa Nadal e della sua Spagna all’Atp Cup. Nadal – reduce dalla sconfitta di venerdì contro Goffin – non perde due partite di fila dal 2016 e dopo essere stato messo in difficoltà da de Minaur per due set (4-6 7-5) ha poi chiuso il terzo con un 6-1 utile a ribadire a tutti perché è lui il n.1 al mondo. Uno status che gli viene conteso, a tornei alterni, da quel Novak Djokovic che pure si è complicato la vita per sbarazzarsi di Daniil Medvedev (6-1 5-7 6-4) e portare la Serbia a giocarsi oggi l’Atp Cup contro la Spagna. «In Australia Novak si esalta – sottolinea Nadal – ma noi siamo un’ottima squadra». Roberto Bautista Agut ha piegato in due set Nick Kyrgios (6-1 6-4) con Pablo Carreno Busta e Feliciano Lopez a completare l’opera in doppio contro Chris Guccione e John Peers, impedendo all’Australia di giocare in casa per aggiudicarsi la prima edizione dell’Atp Cup. Identico 3-0 della Serbia su una Russia per la quale Karen Kachanov ha lottato inutilmente contro Dusan Lajovic, impostosi 7-5 7-6 (1), mentre Nikola Cacic e Vicktor Troicki hanno completato il percorso netto contro Teymuraz Gabashvili e Konstantin Kravchuk 6-4 7-6 (7). Le semifinali però sono già il passato e oggi Spagna e Serbia si giocheranno il torneo che apre la stagione 2020 Atp con un forte senso di déjà vu: Djokovic e Nadal si ritroveranno uno di fronte all’altro per la 55a volta in carriera. Una sfida già vista e rivista, ma sempre difficile da pronosticare. […]

Scelta Cagliari per la Corea. Tocca a Sinner? (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La sede e l’avversario danno ottimismo agli azzurri di Davis, anche se la Coppa resta una competizione sui generis per la capacità di generare motivazioni extra ed exploit inattesi per chi parte sfavorito. Ieri è stata annunciata la sede del turno preliminare del 6-7 marzo: Italia-Sud Corea si giocherà a Cagliari, sulla terra rossa del Tennis Club di Monte Urpinu. Una città che ha sempre portato fortuna al tricolore tennistico: ci abbiamo vinto l’ultima Fed Cup nel 2013 e in cinque precedenti in Davis abbiamo ottenuto altrettanti successi, tra cui quello storico del 1990 sulla Svezia di Wilander, sconfitto da un Canè stellare in una partita conclusa di lunedì causa pioggia. Con gli asiatici, poi i precedenti recitano 2-0 per noi. Insomma, pur con i doverosi riti scaramantici, l’Italia a novembre dovrebbe viaggiare ancora a Madrid per giocarsi l’Insalatiera nella finale a 18. Così, il confronto di fine inverno sulla spiaggia del Poetto potrebbe arricchirsi di pathos soprattutto se bagnerà il debutto in nazionale di Jannik Sinner, il più atteso dei giovani. Dopo il successo nelle Next Gen Finals, il capitano Corrado Barazzutti lo aveva già battezzato: «È senza dubbio il giovane migliore che abbiamo. Sta facendo delle cose incredibili. Possiamo definirlo il nostro futuro prossimo e l’ulteriore salto è dietro l’angolo grazie all’ottimo lavoro che sta portando avanti a Bordighera». Nelle ore del trionfo milanese, il c.t. aveva confermato i contatti con il diciottenne di Sesto Pusteria per aggregarlo alla squadra già nella prima edizione della Davis rinnovata. Allora però fu coach Piatti a convincere lo staff azzurro della necessità di lasciare che il ragazzo si allenasse in tranquillità con il suo team, senza mettergli troppe pressioni. Adesso che la classifica consente una programmazione mirata per tutto l’anno, non ci sono più ostacoli alla sua convocazione. […]

Fuochi, tennis e Greta. Un Federer barbuto si riprende la scena (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Sbarcato a Melbourne da poche ore, un barbuto Roger Federer ha subito prenotato la Rod Laver Arena. Sono bastati pochi palleggi in vista del debutto stagionale (dal 20 gennaio nel suo 22esimo Australian Open consecutivo) perché questo anziano bambino che non si è ancora stancato di giocare a tennis si riprendesse la scena. Gli altri si spolmonano a Sydney nelle finali dell’Atp Cup, lui atterra in Australia con tutto comodo, permettendosi il lusso di rompere il ghiaccio con il 2020 direttamente in uno Slam, dopo aver scommesso sull’ascesa di un marchio svizzero: On, nata come scarpa da running, rimpiazzerà Nike ai piedi del maestro. Mercoledì, insieme alla Williams e a Rafa Nadal, Federer sara l’architrave dell’esibizione improvvisata per raccogliere fondi per tamponare i devastanti fuochi australiani. Ieri ha trovato il tempo per rintuzzare, senza mai citarla, la polemica social accesa dagli ambientalisti svizzeri contro Credit Suisse, la banca partner della Roger Federer Foundation, nel mirino per gli investimenti nelle energie fossili. All’hashtag “Roger WakeUpNow” aveva messo un like anche Greta Thunberg, tanto era bastato per titolare: «Greta contro Roger». La posizione del campione dei 20 Slam: «Prendo il problema dei cambiamenti climatici molto seriamente. Come padre di quattro figli sono grato ai giovani attivisti che ci spingono a riflettere sui nostri comportamenti, ispirando soluzioni. Come privato cittadino, atleta e imprenditore apprezzo il richiamo alla mia responsabilità personale: ne farò buon uso nel dialogo con gli sponsor». […]

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