Sinner, la benedizione di McEnroe (Cocchi). «Io, il futuro, imparo giocando coi grandi» (Semeraro). Nadal a Melbourne per emulare le leggende del tennis vintage (Semeraro)

Rassegna stampa

Sinner, la benedizione di McEnroe (Cocchi). «Io, il futuro, imparo giocando coi grandi» (Semeraro). Nadal a Melbourne per emulare le leggende del tennis vintage (Semeraro)

La rassegna stampa di venerdì 17 gennaio 2020

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Sinner, la benedizione di McEnroe: «Che talento, vincerà molti Slam» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

E così il sorteggio ha deciso. L’Australian Open che parte lunedì tralascia per un giorno le polemiche legate all’aria che tira (per i terribili incendi che devastano parte dell’Australia) e il tennis torna protagonista. Come l’Italia, che sogna con l’esordio Slam di Jannik Sinner e un ipotetico ottavo di finale tra Matteo Berrettini e Fabio Fognini. L’inizio del 2020 per Sinner non è stato vincente come avrebbe sperato: due sconfitte a Canberra e Auckland hanno rallentato il numero 79 del mondo, ma i motivi per sorridere ci sono. Il campione Next Gen, che ieri si è allenato con Roger Federer, esordirà nel main draw contro un qualificato e nel frattempo può caricarsi con le parole che John McEnroe ha avuto per lui, definito «miglior talento degli ultimi 10 anni». Mac ha previsto per lui un futuro luminoso: «L’ho visto in azione e ha il potenziale per vincere tanti Slam – ha sentenziato Mac -. È uno dei giovani più talentuosi che mi sia capitato di incontrare nell’ultimo decennio. Non dovrà abbattersi all’inizio, perché pian piano la pressione aumenterà e i rivali faranno di tutto per evitare la sconfitta contro un ragazzo di 18 anni. Dovrà essere preparato a lottare, ma ha tutte le armi per farlo». Per sperare nel derby tricolore agli ottavi con Berrettini bisognerà sperare che Fognini superi Reilly Opelka, il gigante americano di 2 metri e 11 con cui aveva chiuso l’ultimo Slam del 2019. Matteo invece arriva dal 2019 con un carico pesante: responsabilità e fatiche, ma anche continua voglia di mettersi alla prova. Per lui è il primo Slam dopo le gioie degli ottavi a Wimbledon e la fantastica cavalcata fino alla semifinale di Flushing Meadows contro Nadal. Lo scorso anno l’avventura a Melbourne si era chiusa subito contro Tsitsipas, ma quello era un altro Berrettini. Ora, da numero 8 al mondo, il romano (nello stesso quarto con Federer) inizia la salita contro la wild card australiana Harris, numero 162. Meno fortunato Lorenzo Sonego, subito contro Nick Kyrgios, mentre Tsitsipas e Zverev saranno i primi ostacoli per Caruso e Cecchinato. Seppi trova Kecmanovic e Travaglia affronta Garin. Due sole dorme nel tabellone principale: Camila Giorgi con una qualificata e Jasmine Paolini che apre con Blinkova. Novak Djokovic, che difende il titolo, si trova dalla stessa parte di Roger Federer, mentre Nadal, che corre per l’aggancio ai 20 Slam del Magnifico, sembra avere un tabellone non irresistibile, almeno fino agli ottavi. Intanto nel tabellone femminile il match più interessante del primo turno è senz’altro quello tra Venus e Coco Gauff, replay di Wimbledon quando, battendo la Williams senior, la teenager con le treccine si rivelò al mondo. Anche Serena, fresca di vittoria a Auckland, trova una teenager all’esordio. La 18enne Potapova sarà la prima a cercare di fermarla nella rincorsa al 24° Slam. La storia aspetta.

«Io, il futuro, imparo giocando coi grandi» (Stefano Semeraro, La Stampa)

Jannik il rosso, il campione delle Next Gen, il prodigio 18enne a cui persino John McEnroe ha predetto un futuro superstar, ieri si è allenato con Roger Federer sul centrale di Melbourne. Due set: 6-3 il primo per Sinner, 6-3 il secondo per Sua Altezza. Oggi replica con Nadal, domenica è il turno di Djokovic. Sinner, si diverte? «Molto. Soprattutto è una fortuna giocare con loro, perché imparo tante cose. Magari mi capitasse anche nel torneo».

Appunto: lunedì iniziano i suoi primi Australian Open. Obiettivo?

Be’, vincere una partita quest’anno già sarebbe qualcosa… Scherzi a parte: vediamo come me la cavo al meglio dei cinque set, se riuscissi a fare due o tre match di fila. Mi sento pronto. O forse no…

Ricordi televisivi di Melbourne?

La finale dello scorso anno, Seppi che batte Federer. Mi alzavo la mattina per guardare le partite. Adesso tocca a me.

Dal 2020 cosa si aspetta?

Di migliorare sempre. Ho lavorato sul servizio, mi sono irrobustito, con il diritto ora riesco a fare più gioco mentre prima manovravo soprattutto con il rovescio. Devo giocare almeno 60 partite. E prepararmi ai giorni difficili, che verranno. […]

In Italia si fa presto a passare da eroi a falliti: la preoccupa?

No, è normale per uno sportivo. Te ne devi fregare. Anche quando ti dicono che diventerai ii numero 1.

Il 2020 sarà l’anno del sorpasso fra giovani e vecchi anche nel tennis?

Può essere. Anche i tre grandi prima o poi dovranno andarsene, no?

Il primo Next Gen che vincerà uno Slam?

Dico Medvedev. Tsitsipas ci può andare vicino. O magari Berrettini. I nomi sono tanti, il bello del tennis è che tutto o quasi può cambiare molto in fretta.

Il doppio ideale?

Con Paolo Lorenzi. Abbiamo vinto ad Anversa. Ha vent’anni più di me, un gioco totalmente diverso, ma ci capiamo al volo e ci divertiamo un sacco. È bravo e umile.

E lei, è umile davvero o fa solo finta?

Perché me la dovrei tirare? Non ho ancora vinto niente, solo le Next Gen Finals. Sono uno normale.

Quest’anno la vedremo in Coppa Davis?

Non devo avere fretta di giocarla. Ho 18 anni, c’è tempo. Poi magari se ci sarà un match importante… […]

Nadal a Melbourne per emulare le leggende del tennis vintage (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Nessuno c’è riuscito nell’era Open, cioè dal 1968 in poi, nemmeno Federer. Vincere tutti i quattro Slam almeno due volte in carriera da quarant’anni a questa parte sembra impossibile anche per chi in teoria avrebbe i numeri, oltre che le qualità. A Melbourne però Rafa Nadal può rompere il tabù, raggiungendo in un colpo solo il suo amico-nemico Roger a quota 20 Slam e diventando il terzo “double career slammer” del tennis. In passato l’impresa è riuscita infatti solo a due colossi, ovvero Rod Laver; l’unico nella storia del tennis a completare addirittura due Grand Slam – nel 1962 da dilettante e nel 1969 da pro’ – e Roy Emerson, il suo amico, connazionale e compagno di doppio australiano che però approfittò del bando dei professionisti, esclusi in quegli anni dai quattro grandi tornei, completando l’impresa nel 1967, a 31 anni, con il suo secondo Roland Garros. Proprio lo slam parigino è il tallone d’Achille sia di Federer; che a Parigi ha festeggiato solo nel 2009, sia di Novak Djokovic, vincitore nel 2016. Del resto Pete Sampras, che segue nella classifica degli Slam vinti (14) i Fab 3, non è mai neppure riuscito a domare la terra rossa francese, mentre nel caso di Andre Agassi l’1 in casella riguarda sia il Roland Garros sia Wimbledon. L’Australia, il regno di Djokovic (7 centri), è invece sempre stato lo Slam fragile di Rafa, che ha perso cinque finali, due con Federer; due con Djokovic e una, probabilmente la più dolorosa perché viziata da un infortunio, contro Stan Wawrinka. Il suo trionfo del 2009 è rimasto nella leggenda, con la vittoria su Federer in cinque set pazzeschi, e la coppa ricevuta dalle mani proprio di Laver, con Roger sciolto in lacrime che lo osservava distrutto. I ricordi dolorosi per Nadal a Melbourne Park però sono la maggioranza. «Ma nella mia carriera penso di essermi più goduto le vittorie che arrabbiato per le sconfitte», sostiene il Cannibale gentile. «E comunque battere i record non è la mia ossessione». […]

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