Trevisan, resurrezione con il sorriso. Dopo l'anoressia ecco il primo Slam (Crivelli). Trevisan, lo Slam è un mondo nuovo (Semeraro). Federer: "Djokovic e Nadal alla fine vinceranno più di me" (Paglieri)

Rassegna stampa

Trevisan, resurrezione con il sorriso. Dopo l’anoressia ecco il primo Slam (Crivelli). Trevisan, lo Slam è un mondo nuovo (Semeraro). Federer: “Djokovic e Nadal alla fine vinceranno più di me” (Paglieri)

La rassegna stampa del 18 gennaio 2020

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Trevisan, resurrezione con il sorriso. Dopo l’anoressia ecco il primo Slam (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Non esiste un mostro o un miracolo più grande di noi stessi. E con un ace sul match point contro la ex numero 7 del mondo, Martina Trevisan ha definitivamente rinchiuso i suoi demoni, conoscendo la favola della resurrezione. Promesse e malattia A 26 anni, la fiorentina con il cognome che tradisce le origini friulane del padre rinasce a nuova vita, battendo la Bouchard e qualificandosi per la prima volta a uno Slam, un risultato che quando era junior esperti pronosticavano come una costante formalità. Già, Martina è stata una grande promessa, da figlia di una maestra di tennis e sorella di un numero 1 mondiale giovanile, Matteo, vincitore del Bonfiglio nel 2007 e a quei tempi considerato il nuovo messia delle racchette. tricolori. […] E invece, nel 2010, le pressioni ingestibili, un paio di infortuni e la crisi tra i genitori la gettano nell’abisso. Diventa anoressica: «Forse è stato un modo per farmi prendere sul serio, per farmi capire quanto profondo fosse il mio malessere. Non mi piaceva più giocare a tennis, non mi sembrava che ne valesse più la pena». Smette per quattro anni, si rivolge a una psicoterapeuta, si concede una vita finalmente normale, torna a scuola, impara la zumba, quando può tira tardi con le amiche e intanto diventa maestra di tennis a Pontedera. E nel 2014, ritrovato finalmente l’equilibrio con se stessa, capisce che lo spirito competitivo non l’ha mai abbandonata. E decide di riprovarci: «Quando l’ho detto ai miei allievi, erano tutti strafelici. Appena si è saputo che volevo tornare all’agonismo nemmeno uno ha provato a farmi cambiare idea. È stato come se per anni tutti fossero rimasti in attesa di quel momento». Basta debolezze Il 25 febbraio 2014 un post su Facebook («Let’s start a new beginning») è il segnale della ripartenza. La Trevisan chiama il Centro Federale di Tirrenia, e le rispondono che la stanno aspettando a braccia aperte. Fino al 2017 la segue Tathiana Garbin, che la convoca pure in Fed Cup e che ieri notte è stata la prima persona abbracciata da Martina dopo l’impresa: «E una ragazza caparbia – dice la capitana azzurra – che ha lavorato molto sulle sue debolezze e quando è riuscita ad accettarle, le ha superate». In tre partite non ha concesso nemmeno un set, ha domato prima il fumo e poi il vento: «E il mio giorno più bello, lo dedico alla nipotina Emma e al mio allenatore Matteo Catarsi ». Al decimo tentativo, Martina giocherà finalmente uno Slam. E sembra il rumore di una porta che si chiude lasciandosi dietro tutte le ombre.

Trevisan, lo Slam è un mondo nuovo (Stefano Semeraro, Il Corriere dello Sport)

Ci sono punti che chiudono una partita e aprono un mondo. Martina Trevisan a Melbourne ha usato un ace per scrollarsi di dosso in due set Eugenie Bouchard, biondissima canadese decaduta dai piani alti del tennis dopo un paio d’anni di furore, ed entrare per la prima volta in carriera nel tabellone di uno Slam. A 26 anni, incipit vita nova DUE VITE. Gli Slam erano il mondo a cui Martina la fiorentina, volto intenso da ritratto del Masaccio, braccio benedetto, sembrava destinata già a sedici anni, quando spopolava fra le juniores e vinceva partite anche fra le pro. Una predestinata, che la racchetta se l’era trovata in mano da bebè. Poi la vita si è messa di traverso. Le turbolenze in famiglia, la pressione di stare al passo con le aspettative altrui dopo che il fratello maggiore Matteo, numero 1 del mondo juniores nel 2007, che fa il maestro fra Prato e Firenze, si era perso fra infortuni (tanti), fragilità e scelte sbagliate […] Così un giorno del 2010 Martina ha alzato le braccia. Battuta, prima che le partite vere iniziassero, da un’avversaria vigliacca. «I miei si stavano separando – ha raccontato – avevo i riflettori puntati addosso, e aggiungiamoli anche un paio di infortuni. L’anoressia mi ha trovata già spiazzata. Penandoci ora è stato un modo per farmi prendere sul serio, per gridare tutto il mio malessere». FELICITA: Il match si è interrotto per quattro anni, Martina ha iniziato a fare la maestra a Pontedera, ha ritrovato l’equilibrio, vinto il tie-break con il corpo e la mente. Tutti tranne uno. «Ero serena. Ma mi sono accorta che non ero davvero felice». […] Prima tappa l’Itf di Caserta – quarti di finale arrivando dalle qualificazioni – poi è venuto il resto. La classifica (oggi è n.154), la convocazione in Fed Cup. L’anno scorso proprio agli Australian Open la qualificazione l’aveva mancata di due punti, contro la cinese Zhu. Questione di centimetri. Stavolta, nonostante la disperata rimonta finale di Gene, aiutata dagli strattoni del vento, non ha fallito. «Dopo la sconfitta con la Zhu ho lavorato molto sulla parte mentale, proprio per evitare gli errori di un anno fa. Con la Bouchard ho giocato punto su punto invece di pensare che dal 6-4 5-0 mi ero ritrovata sul 5-3. Alla fine il braccio ha un po’ tremato, ma non mi sono fatta prendere dall’ansia e ho giocato con lucidità . E’ il giorno più bello della mia vita tennistica, lo dedico a Emma, mia nipotina di due anni, e a tutti quelli che mi sono stati vicini». Benvenuta nel nuovo mondo. Anzi, in un mondo nuovo.

Federer: “Djokovic e Nadal alla fine vinceranno più di me” (Claudio Paglieri, Il Secolo XIX)

Dici Roland Garros e pensi a Rafa Nadal (12 titoli). Dici Wimbledon e pensi Roger Federer (8). Dici Australian Open, il torneo che da lunedì apre la stagione degli Slam, e non puoi non considerare favorito Novak Djokovic, che di vittorie ne ha già messe insieme sette, senza perdere neppure una finale. […] La lotta tra i due è acerrima, 29-26 per il serbo negli scontri diretti, e molti altri ne vedremo. Nadal è nella parte alta del tabellone e ha avuto un buon sorteggio: dovrà guardarsi da Kyrgios, Thiem e Medevdev. Però la storia racconta che lo spagnolo, in Australia, nonostante la sua resistenza fisica e le sue doti di lottatore ha vinto solo una volta, nel lontano 2009, e ha poi perso quattro finali compresa quella indimenticabile del 2018 con Federer. Lo svizzero, numero 3 del mondo, a 38 anni va ancora rispettato e temuto. Lo scorso anno ha perso Wimbledon dopo i famosi due match point con Djokovic. E’ nella parte bassa del tabellone con Shapovalov, Tsitsipas e Djokovic. Durissima. In compenso, visto che per ripararsi dal fumo degli incendi si giocherà spesso indoor, col tetto chiuso, lo svizzero troverà condizioni a lui più favorevoli. I tre grandi si sono spartiti ben 55 Slam. Ovvvero quasi tutti. Federer è a 20, Nadal a 19, Djokovic a 16. Alla fine, chi ne avrà collezionati di più? «E’ una questione importante per noi tre — ha detto ieri Federer — per me fu importante superare i 14 di Sampras, anche se battere quel record mi fece sentire un po’ a disagio». Lo svizzero ha poi ammesso: «Mi sembra ovvio che Novak e Rafa vinceranno più Slam di me, sono incredibilmente forti e hanno più anni di carriera davanti. Il livello mostrato nel 2019 dimostra che continueranno a vincere». Molti sperano che Roger si sbagli, e che in Australia cominci finalmente il regno di un giovane sovrano. I nomi plausibili sono due: il greco Tsitsipas, 21 anni, numero 6 del mondo, che ha appena vinto le Atp Finals, e il russo Medvedev, 23 anni, numero 4, rivelazione della seconda parte di stagione nel 2019 con la finale agli Us Open. Tsitsipas può essere davvero, per eleganza dei gesti, l’erede di Federer, mentre Medvedev sembra più un’evoluzione di Djokovic. […] Riguardo agli italiani, Berrettini e Fognini sono dalla stessa parte di tabellone. Sarebbe bello un derby negli ottavi di finale, anche perché significherebbe avere un azzurro nei quarti. Melbourne non ha mai dato grandi soddisfazioni ai nostri tennisti, nel 2015 Seppi batté Federer ma perse negli ottavi (con match point) da Kyrgios, anche Fognini non è mai andato oltre gli ottavi e Berrettini ha perso due volte al primo turno. [….] La curiosità dei tifosi è anche puntata su Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, forse già pronti per i massimi livelli. Sinner 18 anni, non ha ancora vinto un match nel 2020, forse distratto dalla straordinaria attenzione mediatica. Musetti, 17 anni tesserato Park Genova, ha vinto ieri 6-7 6-4 7-5 il secondo turno di qualificazione contro Copil. “La partita più bella della mia vita. Ho rischiato nel terzo set, quando si sono rotti i lacci delle scarpe nuove, l’arbitro non mi ha permesso di cambiarli e sono andato sotto 3-0”. Ma ha rimontato da 2-5 e vinto. Oggi con l’olandese Griekspoor si gioca l’ingresso in tabellone. Impresa riuscita per la prima volta a Martina Trevisan, 26 anni, ex grande promessa ora ritrovata, che ha battuto la canadese Bouchard, ormai più influencer che tennista. Un buon segnale per il nostro tennis femminile, ormai quasi azzerato

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