Berrettini c'è. Djokovic fa 900 (Semeraro). «Come un Joker con la racchetta» (Cocchi). Berrettini oltre il suo punto debole (Clerici). Serena è regale anche nel gossip (Azzolini)

Rassegna stampa

Berrettini c’è. Djokovic fa 900 (Semeraro). «Come un Joker con la racchetta» (Cocchi). Berrettini oltre il suo punto debole (Clerici). Serena è regale anche nel gossip (Azzolini)

La rassegna stampa di martedì 21 gennaio 2020

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Berrettini c’è. Djokovic fa 900 (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Poteva andare storta. Nel senso della caviglia, visto che Matteo Berrettini durante l’allenamento della vigilia aveva messo male il piede e aveva iniziato a pensare ad un accanimento della jella, dopo l’infortuno agli addominali che lo ha costretto a saltare l’Atp Cup. Invece nel debutto agli Australian Open, tormentati ieri dalla pioggia che ha preso (temporaneamente) il posto dei fumi tossici, contro la wild card Andrew Harris, numero 165 del mondo, è andato tutto liscio: 6-3 6-1 6-3 in un’ora e 56, e la prima vittoria in carriera nel tabellone di Melbourne che va in archivio. «Ero parecchio nervoso all’idea che appena uscito da un infortunio potevo rischiare subito un altro stop», ha confessato Matteo. «Non so cosa sia successo durante la notte, ma la mattina mi sono sentito improvvisamente bene. Sono davvero sorpreso, e contento sia per come ho giocato, sia per la condizione fisica. E la notizia più bella di tutte è che sono riuscito a reagire alla difficoltà, accettando la sfida anche se non ero al 100 per cento. C’erano già incertezze e preoccupazioni dal lato fisico. Il fatto che non ci siano state altre preoccupazioni nella partita è stato merito mio. E per ora va bene così». Il suo avversario al secondo turno è il vincitore del match fra Tennys Sandgren e Marco Trungelliti (in programma nella notte italiana). Un altro match alla sua portata, caviglia permettendo. Il primo scossone nel tabellone maschile è arrivato dall’eliminazione di Denis Shapovalov, caduto in quattro set sotto il martello ungherese di Marton Fucsovics. […] Nessun problema invece per Roger Federer; che ha cancellato in tre set facili facili i sogni di Steve Johnson. Qualche affanno in più per Novak Djokoyic, che ha lasciato un set al molto coriaceo Jan- Lennard Struff , ma si è guadagnato la vittoria numero 900 nel tour.

«Come un Joker con la racchetta» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Dodici mesi fa la sua avventura all’Australian Open si interrompeva all’esordio. Allora, dall’altra parte della rete c’era Stefanos Tsltsipas, fresco campione delle Next Gen Finals di Milano e in piena ascesa, tanto che arrivò in semifinale a Melbourne. Questa volta Matteo Berrettini si è presentato al primo appuntamento Slam del 2020 da numero 8 al mondo, e contro la wild card australiana Andrew Harris la giornata non è stata delle più impegnative: 6-3 6-4 6-3. I dubbi della vigilia sulle condizioni fisiche dell’azzurro sembrano essersi volatilizzati. Matteo, eravamo un po’ in ansia: alle finali di Davis a Madrid era completamente prosciugato, poi ha saltato la Atp Cup. Adesso come sta? «Molto meglio, ho avuto tempo di recuperare, mentalmente e fisicamente dall’infortunio agli addominali, però in allenamento con Djokovic qui ho avuto un problema alla solita caviglia destra. Ero preoccupato, poi quando mi sono svegliato prima del match stavo bene, ero carico, e adesso non vedo l’ora di scendere in campo di nuovo».

Off season a Montecarlo, la sua nuova città…

Ho sfruttato lo stop forzato per il problema fisico e ne ho approfittato per fare qualche giorno di vacanza e staccare anche un po’ dal tennis. Ho visto Joker al cinema, un capolavoro assoluto. Joaquin Phoenix straordinario, non ho parole.

Joker in lotta col potere, in qualche modo come voi della nuova generazione. tutti contro i big 3

Insomma, loro sono dei fenomeni incredibili. Affrontarli è sempre una lezione, un arricchimento. Però è bello vedere che anche noi giovani stiamo crescendo. Una delle cose che più mi piace di essere un giocatore conosciuto è ricevere l’apprezzamento dei ragazzi che mi seguono. È una responsabilità, però è bello sentirsi un esempio. Un po’ di tempo fa un ragazzo mi ha scritto che ispirandosi a me, uno che non molla mai, è riuscito a finire gli ultimi esami in cui era in difficoltà. Insomma, per me è una motivazione in più a non arrendermi agli incidenti di percorso.

Esperienza dopo esperienza è arrivato al numero 8 del mondo. Cosa ha imparato dalla stagione passata?

Che è importante rimanere ancorato a quello che mi ha portato fino a qui. Perché può essere facile sbarellare e sentirsi onnipotenti, capaci di gestire tutto da soli. Bisogna affidarsi, fidarsi, stare con persone che ti vogliono bene. Il mio coach Vincenzo Santopadre, i miei genitori, il manager Corrado fino a Stefano, il mio mental coach, sono persone di cui mi fido ciecamente. Il 2020 sarà ancora più impegnativo, però sono curioso di vedere come andrà. Farò i tornei più importanti, avrò modo di migliorare e crescere ancora. Potrò mettermi nuovamente alla prova con avversari impegnativi e questa è una delle cose che più amo del mio lavoro. […]

Berrettini oltre il suo punto debole (Gianni Clerici, La Repubblica)

Lo Slam più infuocato del mondo è iniziato con la pioggia, che ha costretto a giocare solo sui tre campi indoor, previsti dal Direttore Craig Tiley per sfuggire invece all’aria rovente. Hanno giocato in pochi, e tra questi 4 italiani. Matteo Berrettini si è lagnato della propria caviglia destra, distorta in un impegnativo allenamento con Nole Djokovic, che lo rendeva meno efficiente sul rovescio nel facile match contro l’australiano Harris. Lui stesso ha il suo punto più debole nel lato destro del corpo, sebbene il suo allenatore Santopadre insista che non è tanto importante e che un punto più debole, o meno forte, bisogna pur averlo. Chissà qual è quello di Federer, che ha giocato a nascondino senza rintracciare, nel palazzo dove abita, uno dei suoi quattro gemelli. Ricordo che ha giocato in allenamento con Sinner, come Djokovic e Nadal, e il riscaldamento con i grandi deve aver migliorato le condizioni del nostro giovane gioiello, che invece aveva perduto ad Auckland contro il francese Paire. Sinner, per il quale il coach Piatti si era lamentato delle critiche sulle sconfitte nei due ultimi tornei, ha detto che dalle scelte dei campioni è onorato e ha solo da imparare. Tra gli altri incontri, dignitosa sconfitta di Caruso contro Tsitsipas che sembra in gran forma. La bambina Gauff ha nuovamente battuto la sua nonna Venus, mentre Barty ha impiegato il primo set a ritrovare se stessa, e Martina Trevisan è stata sconfitta da Kenin. Mi ricordo che un giorno incontrai sull’auto del torneo un’altra italiana che mi disse: «Mi hanno lasciata iscrivere». Qualche hanno dopo era in finale a Parigi. Si chiamava Errani.

Serena è regale anche nel gossip (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Datele una vittoria, anche poco significativa (lo era quella di Auckland?) e Serena si prenderà uno Slam intero. E ancora lei la regina, c’è poco da fare. L’unica in grado di unire tennis d’alto bordo e gossip d’alto lignaggio, battute che incantano e amicizie che tutto il mondo invidia. Pensate che la conferenza stampa possa davvero girare intorno alla sua spedita vittoria sulla giovane e volenterosa Potapova? Via, un cenno basta e avanza. Prima c’è da capire che cosa Serena pensi di Meghan Markle e del principe Harry, poi c’è la foto con dedica pubblicata su Instagram da Naomi Osaka, infine la sua amicizia con Dustin Martin, campione del calcio australiano, che purtroppo non potrà seguirla in questo torneo, perché è troppo in vista, e «i tifosi di Melbourne non gli permettono nemmeno di uscire di casa». Serena fa la sua recita, ma non cade nei trabocchetti. Le chiedono se sia dalla parte di Meghan, la sua amica, in questa vicenda che sta allontanando la coppia dalla real casa britannica, e lei frena in tempo. «Non ho niente da dire, tengo tutto per me. Sono grandi amici, nutro un profondo rispetto per loro. Comunque, bravi, è stato un ottimo tentativo chiedermi di loro come prima domanda di questa conferenza stampa. Peccato che sia rimasto solo un tentativo. Provateci ancora». La foto con Naomi, cui la giovane giapponese ha aggiunto una didascalia appropriata… “Con la mamma‘: Serena fa un po’ di moine, «Beh, proprio mamma, via… Certo, lei mi piace molto, la trovo deliziosa come persona e bravissima in campo, potrebbe essere davvero una splendida sorella per mia figlia. Olympia va pazza di Naomi».

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