Australian Open, 'underdog' Muguruza: "Non essere sotto i riflettori mi ha aiutato"

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Australian Open, ‘underdog’ Muguruza: “Non essere sotto i riflettori mi ha aiutato”

La spagnola, partita in sordina, sembra aver ritrovato il livello di tennis dei bei tempi. In finale a Melbourne se la vedrà con Sofia Kenin. “La missione è andarsene da qui con il trofeo”

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L’Australian Open 2020 ha regalato e sta regalando belle storie al femminile. Una delle più sorprendenti e gradite è quella di Garbine Muguruza, che sembra aver ritrovato lo smalto dei bei tempi e che sabato si giocherà in finale la possibilità di vincere il suo terzo Major (e 3/4 di Career Grand Slam). La giocatrice spagnola ha esordito nel torneo subendo un bagel da Shelby Rogers al primo turno, ma ha poi ingranato alla grande mostrando un livello di tennis molto alto, giunto al suo culmine probabilmente nella lezione rifilata a Elina Svitolina al terzo turno. Anche contro Simona Halep in semifinale, Garbine è riuscita a venire a capo non solo dell’avversaria, al solito intenzionata a non mollare un quindici, ma anche del caldo torrido che ammantava Melbourne.

È stato un viaggio difficile. Non capita tutti i giorni di giocare la finale di un torneo del Grande Slam. Penso che sia qualcosa di davvero unico. Ho avuto un’avversaria difficile. Sapevo che sarebbe stata una dura semifinale contro Simona. È un’ottima giocatrice. Ogni volta che abbiamo giocato, è stata una sfida molto fisica, partite lunghe. Sapevo che sarebbe stata una giornata molto calda. Le condizioni erano difficili là fuori“.

Molti si chiedono se il peso delle aspettative sia stato troppo gravoso per Garbine e se dunque il fatto di non essere testa di serie, questo status da underdog, l’abbia alla fine avvantaggiata. “È difficile. Non sai mai chi affronterai subito, quando non sei testa di serie. Non ci ho pensato troppo. Sapevo che qualunque partita sarebbe stata difficile, non ho neanche iniziato il torneo sentendomi al massimo. Sono felice di non essere sotto i riflettori. Va bene. Vado a giocare, non importa contro chi“.

In finale però presumibilmente sarà lei la favorita, anche solo per una questione di palmares. Muguruza però prova a non pensarci e a defilarsi un po’. “Penso che sia un’esperienza importante (aver già giocato finali Slam, ndr), perché è qualcosa che non molte giocatrici arrivano a provare, ma alla fine è la racchetta a parlare sul campo. Non importa quanti Slam hai. È una partita di tennis. Anche se hai vinto 15 Slam, esci e c’è qualcuno che può batterti. Penserò ovviamente alle mie esperienze precedenti, ma non mi garantisce nulla.“. D’altronde il basso profilo finora le ha portato bene.

Garbine Muguruza – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Questo non significa che nella mente di Muguruza non ci sia la coppa, anzi. Però a prescindere dall’esito della finale, Garbine si dice soddisfatta del suo grande torneo, che le ha reso fiducia e che potrebbe portarle buoni frutti anche in futuro. “Sicuramente la missione è quella di andare via da qui con un grande trofeo. Ma che siano grandi o piccoli festeggiamenti, è un risultato incredibile. Credo di avere dentro di me quello che serve per giocare questo tipo di partite ed essere su questi palcoscenici. Cerco di mantenermi calma. Ci saranno molte altre partite da disputare. Sono sicura che al momento giusto ci sarà una grande festa. Per ora, rimango calma“.

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