La sconfitta di Nadal contro Thiem (Crivelli, Semeraro, Azzolini, Clerici)

Rassegna stampa

La sconfitta di Nadal contro Thiem (Crivelli, Semeraro, Azzolini, Clerici)

La rassegna stampa di giovedì 30 gennaio 2020

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Thiem il rivoluzionario. Nadal battuto lo incorona (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Allora un altro mondo è possibile, c’è vita su questa terra tennistica 15 anni dopo l’invasione dei marziani. Dominator, con quel suo soprannome da eroe dei film di fantascienza, conquista la prima semiflnale in carriera a Melbourne battendo Nadal, facendo il Nadal. È questa autorevolezza perentoria di Thiem la sceneggiatura a sorpresa all’ombra dei 30 gradi che avvolgono la notte di Melbourne finalmente libera dall’incubo degli incendi: non aveva mai sconfitto Rafa nei cinque precedenti confronti in un Major e ci aveva perso nell’unico incrocio sul veloce, la memorabile sfida degli Us Open 2018 conclusa al tie break del quinto. E allora servivano gli effetti speciali, serviva tenere il controllo del match evitando quelle palle alte e senza peso che il maiorchino apparecchiava per rallentare il ritmo e poter uncinare il dritto letale, serviva tirare più forte di lui e sfondare la ragnatela del numero uno del mondo: «Per vincere contro Nadal – dirà dopo 4 ore e10′ di lotta – bisogna che tutti i dettagli del tuo gioco siano perfetti». E occorre pure che al braccio risponda una testa coraggiosa e solida quando la partita può prendere un bivio pericoloso. Thiem, nonostante un avvio aggressivo, si ritrova sotto di un break tanto nel primo quanto nel secondo, set, ma subito dopo due sciagurati game di servizio si resetta per poi giganteggiare nei tiebreak, compreso quello del quarto set, aiutato pure da un paio di nastri benevoli: «Un match epico, incredibile, contro uno dei più forti di tutti i tempi». Anche Nadal applaude convinto: «Più che per demerito mio, ho perso perché lui è stato molto bravo. Era molto aggressivo e anche da zone difficili del campo è stato in grado di tirare colpi incredibili. Mi piace la sua attitudine, mi rivedo in lui». Una sorta di incoronazione: non solo Thiem diventa l’unico austriaco con cinque semifinali Slam, ma da gennaio 2019 ha un record pari con Rafa (2-2) e addirittura vincente con Djokovic (2-1) e Federer (3-0). Ora una semifinale a suo modo eversiva per freschezza e nuove ambizioni contro Zverev, da sempre il predestinato della Next Gen, mentre dall’altra parte la tradizione risponde con il 50° episodio della rivalità tra il Divino svizzero e il Djoker. […]

Thiem non perdona travestito da Nadal (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Ne ha vinte mille di partite così: non mollando fino all’ultimo, mordendo ogni punto, piazzando nel momento che contava il colpo che chiunque, in quel momento, avrebbe sbagliato. Stavolta l’ha persa, Rafa, perché stavolta a giocare “alla Nadal” è stato il suo avversario, Dominic Thiem. Più aggressivo, più determinato. Bravo ad andare avanti due set a zero, prendendosi un primo tie-break, bravissimo a uscire dalla buca mentale in cui si era messo restituendo il break sul 5-4 a suo favore nel quarto set, e a chiudere dopo 4 ore e 19 minuti di thriller per 7-6, 7-6, 4-6, 7-6. Il “vecchio” Thiem, quello che con Nadal nello Slam non l’aveva mai sfangata, lì sarebbe sprofondato. Specie dopo un doppio fallo e due erroracci da matita blu, o dopo il miníbreak incassato nel tie-break seguente, quando l’ombra di un quinto set da giocare con il Numero Uno gli si allungava davanti e già sentiva nelle orecchie il rumore del Cannibale che si sgranocchiava i suoi sogni. Invece. «Be’, diciamo che sono stato anche fortunato», dice Dominic, «Il nastro stavolta è stato dalla mia parte, ma sei vuoi battere uno come Nadal devi essere anche fortunato. Gestire la situazione mentale sul 5-4 non era facile, e non ce l’ho fatta. Ma ero pieno di adrenalina e sono riuscito ribaltare il risultato nel tie-break. Se avessi dovuto ricomincare da zero nel quinto set, contro Nadal, non so come sarebbe andata a finire…». Forse come tutte le altre volte, comprese le ultime due finali del Roland Garros e i quarti degli Us Open di due anni fa. Stavolta l’errore di Nadal è stato di non aggredire di più Thiem, di concedergli di manovrare da fondo, di difendersi con il back di rovescio. Non è riuscito a soffocarlo. «Ho cercato di non arrendermi, di lottare fino all’ultimo punto», ammette il campeon. «E di questo sono contento. Non credo di aver giocato male, sono rimasto concentrato. Ma mi è mancata un po’ di determinazione. Ecco: sono stato più concentrato che bravo…». […] Venerdì Thiem si giocherà con Zverev la semifinale dei govani, per capire chi domenica, contro il vincente del match di stamattina fra Djokovic e Federer dovrà provare a dare l’ennesima spallata all’era dei Patriarchi.

Rafa si arrende. Thiem, il successore (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Alla fine ce l’ha fatta, il nuovo tennis, a raggiungere la superficie. Eccola, la semifinale che dal nulla può cambiare il tennis. Il numero uno si fa da parte, il presidio è in mani giovani, non solo Next Gen, Thiem non lo è mai stato e l’età non è certo quella di un ragazzino, ma in questa formazione due inseguitori dell’eterno terzetto degli imbattibili, non si erano mai issati così in alto. Noi o loro, sembra dire a questo punto il torneo. Gli Eterni o i Supplenti, i Favolosi o i Rivoluzionari, il passato che non molla e il futuro che non toilera ulteriori ritardi o respingimenti. Una semifinale per Djokovic e Federer, e una per Sasha Zverev e Dominic Thiem. E se è vero che il primo Slam ha spesso fornito le giuste indicazioni per immaginare il prossimo futuro, è probabile che ci aspetti una stagione di grandi novità. E di parziale restaurazione. Perché anche fra i più giovani stanno prendendo forma le gerarchie che daranno struttura stabile al tennis del domani, e il ribaltone imposto dallo Slam d’Australia non era davvero all’ordine del giorno. Rafa esce ai quarti e mette a rischio il suo Numero Uno (se Djokovic vincerà ancora il torneo), schiantato dall’allievo più prossimo, l’unico che abbia colpi altrettanto prodigiosi da fondo campo, il solo di cui lo spagnolo parli con l’affetto riservato a un fratello minore. Lo è stato anche l’abbraccio a fine match, molto affettuoso. […] «L’ha vinta lui, ha meritato, è stato più incisivo di me». Evviva l’onestà. A Rafa dawero non manca. Così come Zverev non manca di sensibilità. Battuto Wawrinka, finalmente tranquillo con se stesso per avere di nuovo il padre al suo fianco dopo i molti problemi di salute, Sascha ha ricevuto un’ovazione promettendo, in caso di vittoria, di lasciare l’intero montepremi all’Australia martoriata dal fuoco. Quattro milioni e 120 mila dollari australiani, vale a dire 2 milioni e 531.000 euro. Ma la motivazione è piaciuta molto al pubblico. «Sono soldi che qui possono essere utili, mentre io come volete che li usi. Mi compro altre due auto sportive? E con che faccia, quando in questo Paese c’è chi ha perso tutto?».

Thiem, che colpi. Ha un ombrello e un machete (Gianni Clerici, La Repubblica)

Se qualcuna delle palline ammaccate avesse potuto ascoltare le parole di Mats Wilander e di Barbara Schett nella trasmissione “GameSchett&Mats” non avrebbe trovato nessuna ragione di dar torto a Mats a proposito della partita perduta ieri da Rafa Nadal. Mats è ben preparato e ha detto, in una parola che il vincitore, Dominic Thiem, aveva giocato più violento del perdente. […] Stavolta l’affermazione di Wilander era l’unica possibile. Ho visto tante volte l’austriaco giocare a tutto braccio la palla di rovescio, quasi avesse in mano un ombrello spalancato, e sul diritto un machete, uno di quelli che gli faceva usare il suo vecchio coach Günter Bresnik (ora invece lo allena Nicolás Massú), perché diventasse più forte. Nella vittoria di Thiem non è stato soltanto il diritto a far la differenza, ma anche gli scambi colpiti sette volte sul nastro, con la palla che rimbalzava sempre in campo avverso, facendo commentare uno spettatore: «Ma è fatata!». Era invece il lift in avanti favorevole, dei due rimbalzi di Thiem. Sempre secondo Wilander, Nadal non è andato a rete abbastanza anche per evitare il maggior numero di scambi dal fondo, nei quali il suo rovescio aveva la peggio. Nella conferenza stampa lo ha ammesso lo stesso Thiem, dicendo: «Il nastro della rete mi era favorevole». Mentre Nadal ha detto: «Non sono uno che parla volentieri di fortuna. Il match è durato quattro ore, e le differenze sono state minime».

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