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Interviste

Thiem, il sottile equilibrio da centrare contro Djokovic: “Tempi duri per noi giovani”

L'austriaco, alla prima finale Slam sul veloce, non si lamenta del giorno di riposo in meno: "Ci sono svantaggi ma anche vantaggi. Sento di avere grande esperienza"

Last updated: 08/02/2020 10:40
By Michelangelo Sottili Published 31/01/2020
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9 Min Read
Dominic Thiem - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)


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Alla prima semifinale Slam sul duro, da favorito ma contro un avversario dal servizio ritrovato e mai a questi livelli in un Major, Dominic Thiem ha superato l’esame, conquistando la possibilità di quel primo titolo per lui e per chiunque nato dopo il 1988. In una vittoria tirata, con due tie-break, altrettanti set point annullati nel terzo parziale, ci deve essere stato un momento chiave, qualcosa fatto meglio nei momenti decisivi.

“Credo che non ci sia stato un solo momento chiave, ma due o tre” risponde a Ubaldo. “Succede quando due giocatori sono in buona forma in una semifinale di uno Slam. Sono i piccolissimi dettagli a decidere. Ecco quello che è successo oggi. Il primo momento chiave per me è stato quando ho battuto sul 5-4 per il secondo set e lui ha messo a segno il punto del torneo dai teloni, il passante con lo smash. Ho salvato due palle break e ho chiuso. Il secondo momento chiave è stato sul 4-5 del terzo quando ho annullato due set point. Ero avanti di un break, un’ottima occasione di farne un altro. Stavo mettendo tanta energia in quel game, andare avanti di un doppio break. Lui si è salvato, ha contro-brekkato e quasi vince il set. Se sei un set pari, il terzo è davvero decisivo. Quelli sono stati i due grossi momenti chiave. Nel quarto, lui ha servito alla grande, non avevo possibilità di strappargli la battuta. Era chiaro che si sarebbe deciso al tie-break. lì. Per fortuna, lui mi ha dato un paio di punti più facili e l’ho chiusa”.

Che il tema tattico del match sia stato un Thiem più propositivo, in modo ancora più evidente nei momenti decisivi, sembra fuori discussione. Significa che è stato più coraggioso, come sostiene il direttore? “Non direi così. Forse, un paio di punti nel tie-break del quarto me li sono andati a prendere. Avrei anche potuto sbagliarli. Sono stato coraggioso ma anche fortunato per aver tirato quei colpi“.

Una domanda fatta a Zverev che, naturalmente, aveva consigliato di porla al diretto interessato, riguarda le condizioni fisiche dell’austriaco e del giorno di riposo in meno rispetto all’altro finalista, Novak Djokovic. Lontano dal dare una risposta netta come nel caso coraggio/fortuna, Dominic riesce a scovare aspetti positivi. “Ci sono svantaggi ma anche vantaggi. Penso che sia un po’ una sfida avere sempre un giorno di riposo e poi, all’improvviso, due. Di sicuro, io ho meno tempo per recuperare. Ma, con l’adrenalina e tutto quanto, andrà bene. Ho giocato due incontri intensissimi, contro Rafa e ora contro Sascha, e certamente li sentirò, soprattutto domani. Ma mi sottoporrò a un bel trattamento domani e tirerò qualche colpo in scioltezza per cercare ovviamente di essere al 100% domenica sera”.

Con all’attivo due finali a Parigi e una percentuale di vittorie sul rosso ben più alta rispetto alle altre superfici, Thiem è progressivamente migliorato sul duro, dove ha vinto il suo primo titolo pesante. Ma cosa è cambiato nel suo gioco? “Prima di tutto, Indian Wells. Quella vittoria mi ha dato conforto e tanta fiducia perché finalmente ho vinto il mio Masters 1000 sul duro. Là, nel deserto, è piuttosto simile alla terra. È perfetto per il mio gioco, le palle rimbalzano così alte. Poi penso allo scorso autunno in Asia e alla stagione indoor, ho fatto un enorme passo avanti. Credo di aver sviluppato il mio gioco nella direzione giusta. Sono diventato più aggressivo sul veloce, ho iniziato a servire in maniera più intelligente e a rispondere meglio. Ciò mi ha anche dato tanta fiducia per quest’anno e per l’Australia perché, mi sono detto, posso essere in finale a Londra, perché non anche in una finale Slam sul duro? Da allora, so che sto giocando molto bene sulle superfici più veloci”.

Dominic Thiem – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Un classico del tennis è la grande vittoria contro un big (che, in quest’epoca, significa uno dei Big 3) seguita dal crollo al turno successivo per un misto di appagamento e spossatezza soprattutto mentale. Qual è il trucco per rimettere insieme un’altra prestazione di grande livello? “Già, credo che contro Rafa sia stato l’incontro più intenso. Non ti regala punti. Devi vincere ogni singolo punto in quei match. Ciò è durissimo dal punto di vista fisico e mentale. Due o tre anni fa, io stesso avevo problemi quando battevo uno dei grandi [‘big guy’ nell’originale, ndr]. Quasi sempre perdevo l’incontro successivo. Ma con l’esperienza e affrontando la situazione più volte, sono migliorato. Anche oggi, all’inizio, ho avuto problemi. Non sono subito entrato ‘in the zone’ come contro Rafa. Ci è voluto un po’, venti o trenta minuti, ma immagino sia normale. Devi solo lottare e stare appieno nel match”.

Tutto quanto fatto per arrivare fin qui è chiaro, adesso manca l’ultimo, enorme passo: battere il sette volte campione di Melbourne. La soluzione è semplice, in teoria. “Penso che dovrò tenere un buon equilibrio. Di sicuro, dovrò rischiare molto, tirare al massimo molti colpi. Allo stesso tempo, non troppo. È una linea molto sottile. Nell’ultima sfida con lui, a Londra, ho centrato perfettamente quella linea. Darò certamente un’occhiata a quel match, a come ho giocato, per cercare di ripeterlo. Ma lui è senza dubbio il favorito. Ha vinto sette titoli qui, mai perso una finale, va per l’ottavo. Io mi sento bene in campo, sto giocando un ottimo tennis. Cercherò di essere al meglio domenica”.

Gli ricordano che nell’intervista sul campo ha scherzato sul fatto di trovarsi sempre davanti il Re degli Slam (Rafa a Parigi e Nole qui) e se può portare qui qualcosa dell’esperienza fatta al Roland Garros. “Giochiamo in tempi difficili, noi giovani. Dobbiamo sempre battere queste incredibili leggende. Ma credo sia una situazione completamente differente. Sì, Rafa ha vinto dodici volte a Parigi, Nole sette qui. Un risultato incredibile. Ma io cerco di prendere la mia esperienza delle ultimi due finali Slam, tento di migliorarmi ancora di più. Penso di averlo fatto tra il ’18 e il ’19 a Parigi e anche di più adesso. Ora ho la sensazione di avere grande esperienza. Sento di poter davvero tenere un livello alto per le due settimane, cosa che magari non è successa alla mia prima finale. Ecco cosa mi porto. Voglio dire, cercare di essere totalmente concentrato fin da subito”.

Thiem è sotto 4-6 nei precedenti contro Djokovic, ma le quattro vittorie sono arrivate nelle ultime cinque sfide e ha già battuto il campione serbo a livello Slam. Questo gli consentirà di insinuarsi nella sua mente almeno un po’? “Sì, è vero, ma non credo conti tantissimo. Qui, lui è nella sua zona di comfort. Gioca il suo miglior tennis in Australia da moltissimi anni. Mi aspetto lo stesso in finale. Tutto ciò che posso fare è dare il mio meglio ancora una volta, giocare di nuovo del gran tennis e studiarmi gli ultimi nostri incontri a Parigi e Londra e cercare di replicare quanto di buono ho fatto in quelle occasioni”.

IL VIDEO COMPLETO DELLA CONFERENZA STAMPA


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