Italia facile, oggi la Croazia (Crivelli, Viggiani). Federer e Nadal scuotono l'Africa (Crivelli, Semeraro). Fognini-Sinner in Olanda. Marcora, che settimana! (Semeraro). Berrettini: "Cagliari, farò di tutto per giocare" (Pilia)

Rassegna stampa

Italia facile, oggi la Croazia (Crivelli, Viggiani). Federer e Nadal scuotono l’Africa (Crivelli, Semeraro). Fognini-Sinner in Olanda. Marcora, che settimana! (Semeraro). Berrettini: “Cagliari, farò di tutto per giocare” (Pilia)

La rassegna stampa dell’8 febbraio 2020

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Italia, la tripletta è fin troppo facile. Ora la sfida decisiva con la Croazia (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Poco più di un allenamento, in attesa della sfida decisiva per muovere il primo passo verso un paradiso che resta ancora piuttosto lontano. L’Italia vince la terza partita su tre del suo girone di Zona Europa/Africa e oggi pomeriggio incrocia la Croazia, seconda dell’altro girone, con in palio un posto nei playoff di Fed Cup di aprile contro una delle perdenti dei preliminari del Gruppo Mondiale. Il match con la Grecia priva della starlette Sakkari è stato una passeggiata: le nostre rivali in singolare hanno schierato due ragazzine di 15 e 14 anni senza classifica Wta. […] A ogni modo le ragazzi di Tathiana Garbin oggi entreranno in campo da favorite contro le croate, guidate da Iva Majoli (campionessa a Parigi 1997) e prive delle due migliori, Petra Martic e Donna Vekic: dovrebbero perciò giocare Jana Fett (n. 234 Wta) e Lea Boskovic (n.300 Wta). Intanto la nostra c.t. fa i complimenti alla new entry Cocciaretto: «Mi aspettavo tanto da Elisabetta, ho avuto fiducia e mi ha ripagato. Siamo una squadra omogenea, che può solo crescere». Dalla prima giornata dei preliminari del Gruppo Mondiale non mancano le sorprese, come la Osaka, che non riesce a trovare l’uscita dal tunnel, sconfitta in Spagna dalla Sorribes Tormo (giapponesi sotto 2-0), mentre tra le altre big non deludono la Bertens (Olanda 1-1 con la Bielorussia) e la Bencic. (Svizzera 2-0 sul Canada senza la Andreescu). Marcora corsa finita Tra gli uomini, impegnati nei primi tornei dopo l’Australia, finisce la corsa di Roberto Marcora sul cemento di Pune (India, 495.000 euro): il lombardo numero 174 del mondo, promosso dalle qualificazioni, mai cosi avanti in un appuntamento Atp, dopo aver battuto il francese Benoit Paire (n.19) non si è ripetuto contro l’australiano James Duckworth (n. 96), che lo ha sconfitto 6-3 7-6 (4). Comunque applausi.

Italia facile, oggi la Croazia (Mario Viggiani, Il Corriere dello Sport)

[…] Le ragazze guidate da Tàthiana Garbin dopo Austria ed Estonia hanno passeggiato contro la Grecia, chiudendo al comando del proprio girone. E oggi sotto con la Croazia nei play off di questa fase che serve a scegliere le otto squadre in aprile opposte alle altrettante perdenti dei preliminari del Gruppo Mondiale (le vincitrici di quelle sfide faranno parte del roster che nel 2021 assegnerà la coppa). IERI Già priva di Maria Sakkari, quasi Top 20, la Grecia ha dato una bella mano alle nostre: dopo aver sfiancato Desmina Papamichail e Valentini Grammatikopolou nei primi due turni, ieri nei singolari ha mandato in campo due teenager prive di classifica Wta e debuttanti in coppa, le 15enni Dimitra Pavlou e Michaela Latri, questa addirittura priva di scheda informativa sul sito della Fed Cup! Elisabetta Cocciaretto, anche lei teenager ma una veterana rispetto alle due greche, e Jasmine Paolini non si sono distratte e hanno conquistato rapidamente le due vittorie che hanno assicurato la leadership dell’Italia nella pool B. Elisabetta ha concesso 3 game e 52′ alla Pavlou, Jasmine 5 game e 55′ alla Latri. L’inutile doppio è stato vinto da Cocciaretto e Gatto Monticone 6-1 6-0. OGGI Le avversarie odierne, le croate, si sono presentate in Estonia prive di Petra Martic (n. 15 Wta) e Donna Vekic (23). Tra le cinque convocate, si affidano più che altro a Jana Fett (234), che ieri ha strappato un set alla Top Five ucraina Elisa Svitolina, Lea Boskic (300) e Danja Jurak (32 in doppio).L’Italia ha vinto i due precedenti, ci sono i presupposti per allungare la striscia positiva.

Federer e Nadal fanno la storia (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La storia sono loro. E i 51.954 spettatori dello Stadium di Città del Capo che hanno voluto sedersi a un passo dalle leggende, ammirarle da vicino nella loro grandezza di icone popolari di questo secolo. […] Il primato, fresco fresco, apparteneva sempre al Maestro di Basilea nell’esibizione di novembre a Città del Messico contro Zverev, che staccò 42.517 biglietti. Ma la scelta simbolica del Sudafrica, patria della madre di Roger, ha ammantato l’evento benefico a favore della Fondazione dello svizzero di un’aura magica che pochi altri campioni nel mondo hanno il potere di vivificare. Amici per la vita Il campo in cemento, ma rosso come la terra di Parigi così cara allo spagnolo, ospita i miti e le loro prodezze subito dopo il doppio in cul Federer è accoppiato a Bill Gates e Nadal al presentatore tv Trevor Noah, che sta in America dopo aver conosciuto l’abisso dell’apartheid. NUMERO 40 Confronti diretti Federer e Nadal si sono affrontati 40 volte in partite ufficiali, l’ultima nella semifinale di Wimbledon 2019: lo spagnolo è avanti 24-16 Tra sorrisi, abbracci, il riscaldamento del Divino con la maglia degli Springboks numero 8 (come i titoli a Wimbledon) donatagli personalmente dal capitano sudafricano Siya Kolisi e il coinvolgimento di un paio di giovani raccattapalle, la partita scorre divertente fino all’epilogo favorevole a Roger (6-4 3-6 6-3) per il tripudio della folla, che lo considera uno di casa. Ma stavolta, più che mai, il risultato non conta, di fronte alla meravigliosa empatia che unisce due amici, prima ancora che avversari. Nel pomeriggio avevano palleggiato coi bambini nelle townships di Hout Bay, regalando loro quella felicità così ostica da inseguire nella povertà e nel pregiudizio. I «Match for Africa», cinque prima di ieri, avevano sempre avuto come scenario l’Europa o gli Usa ed è per questo che prima della sfida serale Roger ha commentato con grande soddisfazione la raccolta fondi: «Puntavamo a un milione di euro, siamo arrivati a 3 e mezzo grazie a biglietti, sponsor e cena della Fondazione». Nadal non è stato un semplice ospite: «Questo invito mi ha reso orgoglioso, sono felice di aver contribuito anche solo indirettamente al progetto. Essere un esempio per chi è più sfortunato di noi, soprattutto se sono bambini, riempirà per sempre il mio cuore». Ritorno alle origini Malgrado le radici, Federer non aveva mal giocato in Sudafrica, ma il legame con la terra di mamma Lynette è sempre stato inciso nella carne: «Da bambino passavo qui due mesi all’anno, tutta la famiglia era li, compresa mia sorella. Abbiamo sempre trascorso le vacanze estive in Sudafrica, visitato i membri della famiglia, visitato il Kruger National Park. Ho pure il passaporto sudafricano, ma è scaduto. Sono felice come un bambino quando gli Springboks vincono, perché so cosa significhi per il paese». Tra l’altro, Roger non tornerà subito a Dubai per la preparazione: «Abbiamo organizzato una grande festa per il giorno dopo la partita, in cui ci riuniremo con tutti i familiari. Non potevo giocare e andare via sùbito». E poi un pensiero al futuro: «Dopo il ritiro farò di più per la Fondazione, perché mi piace essere coinvolto e avrò più tempo. Non potrò giocare come oggi, perciò dovremo compiere sforzi ancora maggiori per raccogliere denaro». Ci sarà modo. Intanto il desiderio più immediato vira come sempre verso il verde: «Da giocatore, ho ancora dei sogni da Inseguire. Vincere Wimbledon per la nona volta, per esempio». Un altro viaggio nell’immortalità. Questo invito mi riempie d’orgoglio: è bello essere un esempio per i bambini

Federer e Nadal scuotono l’Africa (Stefano Semeraro, Il Corriere dello Sport)

Roger Federer che si scalda indossando la maglia numero 8 degli Springboks, la nazionale sudafricana campione del mondo di rugby, che gli ha consegnato in campo Siya Kolisi, il capitano dei “bokke”.[…]Impossibile non sovrapporla, per un attimo, a quella di Francois Pienaar che consegna il jersey numero 6 a Mandela dopo la finale del Mondiale ovale del ’95 a Johannesburg. Federer che è sudafricano a metà per via di mamma Lynette, nata a Kempton Park ha molto a cuore il futuro della nazione arcobaleno. Il ricavato dell’esibizione andrà alla sua fondazione, che in 15 anni ha aiutato tm milione di bambini ad avere un’educazione. Quasi 50.000 spettatori, record per il tennis, venuti anche dai Paesi vicini. PRIMA VOLTA. […] «Non avevo mai giocato in Sudafrica in vent’anni di carriera – ha ammesso Federer che ha vinto 6.4 3-6 6-3 – Non me lo sarei mai perdonato alla fine di quest’avventura». Nadal invece aveva gareggiato da ragazzino a Sun City, «e mi ero divertito anche molto. Ma è passato tanto tempo’‘. Il campo arancione – che secondo Jan Kemmer che l’ha allestito in legno e resina acrilica su una piattaforma rialzata al centro del campo, «ha un rimbalzo simile alla terra» – è stato scelto in onore di Nadal. «Tanto stasera non può raggiungermi come numero di Slam, quindi sono tranquillo», ha scherzato Federer; in vantaggio ormai solo di un titolo, 20 contro 19. Prima del singolare i due sono scesi in campo in doppio, e Federer a fianco di Bill Gates, l’ha spuntata contro Nadal e l’attore e animatore sudafricano Trevor Noah. Il singolare è stato il solito cocktail di giocate spettacolari e siparietti – inevitabile quello con la raccattapalle – ma il pubblico ha gradito. E’ stata una festa. BATTAGLIA DEI SESSI Il circuito parallelo delle esibizioni accompagna da sempre il tennis `vero”, e in qualche occasione ne ha segnato la storia. Basta ricordare la strafamosa “Battaglia dei sessi” fra Bobby Riggs e Billie Jean King, che ha ispirato anche un film e nel 1973 raccolse 30.472 spettatori all’Astrodome di Houston, incollandone 90 milioni alla tv e producendo fortunate repliche e tentativi di imitazioni. Negli anni 90 la Grand Slam Cup, esibizione di lusso, ha fatto concorrenza al Masters; più recentemente a inizio stagione i tornei-esibizione di Abu Dhabi e Kooyong, a cui si è aggiunta nel 2019 anche la Diriyah Cup in Arabia Saudita, sono diventati un classico. E da tre anni la Laver Cup, organizzata proprio da Federer è un successone di pubblico. Perché Roger ovviamente, è il re delle esibizioni A novembre, nel suo tour sudamericano insieme con Zverev a Città del Messico, aveva staccato un nuovo record, 42.517 paganti, a dicembre si è esibito anche in Cina. L’evento di ieri sera lo preparava da mesi. Con Nadal in totale ha giocato otto volte, compresa la “Battle of Surfaces” del 2007 quando i due si sfidarono in un campo metà in erba metà in terra, cambiandosi le scarpe ogni due giochi. Con il primo dei “Match for Africa”, nel 2010, entrarono in cassa 4 milioni di dollari, ieri sempre Rafa e Roger hanno riacceso i fari sull’Africa. Gli spettatori sono arrivati anche dai Paesi confinanti per ammirare i due divi del tennis, inseguiti dalle tv e dall’interesse di mezzo mondo. Chissà che qualcosa non parta proprio da qui.

Fognini-Sinner in Olanda. Marcora, che settimana! (Stefano Semeraro, Il Corriere dello Sport)

[…] Nel week-end si giocherà la finale della prima tappa del circuito indoor europeo, a Montpellier e si conduderanno anche i tornei di Pune (India) e Cordoba (Argentina). Il miglior azzurro della settimana è stato Gabriele Marcora, che a Pune, a trent’anni, è diventato il più anziano italiano a vincere Il suo primo match Atp Tour e si è spinto fino ai quarti dove ieri però è stato battuto dall’australiano Duckwort. Da lunedì il tour europeo e la `gira’ sudamericana sulla terra entrano però nel vivo. A Rotterdam si gioca uno degli Atp 500 più tradizionali e nobili del circuito: prima edizione nel 1972, nell’albo d’oro, fra gli altri, i nomi di Ashe, Borg, Vilas, Edberg, Federer Murray, Del Potro, oltre che di Omar Camporese, vittorioso nel 1991 in finale su Lendl. Proprio in Olanda, dopo la delusione dell’eliminazione al primo turno a Montpellier contro Ymer Jannik Sinner cerca il riscatto sfruttando un’altra wild card. In tabellone c’è anche Fabio Fognini, che invece aveva saltato l’appuntamento francese. Fabio quest’anno ha deciso di non giocare sulla terra in Sudamerica per tentare la carta indoor, ed è la testa di serie numero 6 in un tabellone dove spiccano ben quattro top-10: Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas, Roberto Bautista Agut e Gael Monfils, e di cui fanno parte anche Goffin, Shapovalov, Khachanov, Dimitrov, Auger-Aliassime e Rublev. Il 250′ di Buenos Aires ha invece dovuto incassare il ritiro dei primi due favoriti: il finalista degli Australian Open Dominic Thiem e Matteo Berrettini, che dopo Melbourne ha preferito fermarsi ancora (aveva già rinunciato alla Atp Cup) per risolvere si spera definitivamente i problemi agli addominali: è volato in Spagna dal dottor Cotorro e dovrebbe essere in campo la settimana successiva. In tabellone, a parte quelli impegnati in qualificazione, altri due italiani: Lorenzo Sonego e Marco Cecchinato, il campione uscente, che deve difendere punti molto pesanti per evitare di finire fuori dai top-100. Nel `250′ di New York, che si gioca su cemento indoor a guidare le teste di serie, dopo l’ennesimo forfait di Nishikori (a cui si è aggiunto quello di Kyrgios), John Isner con Seppi per ora unico azzurro in tabellone. Donne: a St.Pietroburgo Kvitova e Bertens guidano il seeding, con Camila Giorgi iscritta alle qualificazioni. A Hua Hin, in Thailandia, la numero 1 è Elina Svitolina e non ci sono italiane in gara

Berrettini: “Cagliari, farò di tutto per giocare” (Enrico Pilia, Unione Sarda)

Sto recuperando, oggi « sono infortunato, più avanti vedremo». […] Un problema ai muscoli addominali lo perseguita dalla metà della passata stagione, perfino a Londra – contro i migliori del mondo – lo ha tormentato e agli Australian Open quel fastidio si è ripresentato. Oggi è a Monte Carlo, dove risiede e si allena. per curarsi e pianificare con cura la stagione..Vorrei esserci, farò di tutto per scendere in campo a Cagliari – dice Berrettini – sarà una partita fondamentale per il nostro cammino e non vorrà mancare.. A seguire ogni passo dei suoi 196 centimetri, i coach Vincenzo Santopadre e Umberto Rianna, artefici di una ascesa storica, per lo sport italiano. Se Fabio Fognini ne ha cambiato un paio negli ultimi anni, fino a chiudere il cerchio con Corrado Barazzutti, il rapporto fraterno fra la famiglia Berrettini e i coach non è mai andato in crisi. Matteo é nato nell’anno in cui Thomas Muster, il carroarmato austriaco, vinceva gli internazionali d’Italia a Roma. […] Poi venne Berrettini, cresciuto lentamente fra la Corte dei Conti e l’Aniene di Roma. Uno che ha giocato la prima finale di un Challenger a vent’anni, cominciando un’inarrestabile scalata a colpi di centinaia di posizioni all’anno. Fino all’incredibile 2019 che abbiamo appena vissuto, con l’ottava posizione al mondo, le semifinale allo Slam di New York e le Finals di Londra. Questo sarà l’anno in cui ripetersi sarà lt vostro obiettivo? .Si, questo é l’obiettivo e non dobbiamo però metterci a correre, per inseguire chissà cosa. Con il mio staff, lo stesso da sempre, lavoriamo per restare ai vertici mondiali sopendo che il 2019 e stato straordinario». Nelle vostra agenda anche la sfida di venerdì 6 e sabato 7 marzo a Cagliari, Monte Urpinu, contra la Corea del Sud. “Ho dovuto saltare la trasferta in Sudamerica, fra Argentina e Brasile, per questo problema fisico, che si concentra fra addominali, il pube e gli adduttori. Non posso dire con certezza che sarò pronto per la Davis, la min priorità oggi è guarire, recuperare, ma e possibile che possa farcela anche prima della gara di Cagliari». Il concetto di “non avere fretta” resta una delle vostre massime. «Ho evitato a malincuore la trasferta sudamericana per questo motivo, ore sto facendo fisioterapia. Gli infortuni si devono affrontare con cura, sennò rischi di ritrovarti in piena stagione con lo stesso problema. Ripeto. Ho appena vissuto la migliore annata della mia carriere sotto tutti gli aspetti, prima della passata stagione ci eravamo messi come obiettivo almeno tre anni per arrivare alla top ten, per cui nessuno deve dimenticare che quello era il piano originale. Continuiamo a investire, non dobbiamo avere fretta, non ci deve essere pressione. Bisogna credere nel progetto, sapendo che ho ancora tanto margine di miglioramento. Peraltro, lavoro con lo stesso team da quando avevo 14 anni, loro conoscono me e io conosco loro, e bello essere arrivati così in alto insieme.. A Cagliari l’attesa per il match di Davis è forte. E ovviamente, tutti sperano in una squadre al completo. Quante probabilità ha l’Italie di battere Chung e compagni? «Partiamo sicuramente favoriti, sia per il nostro ranking ma anche perché giocheremo in casa, sulla terra, davanti a un pubblico caldissimo e competente. Ma lo sapete tutti, la Coppa Davis è una competizione a parte, i giocatori si trasformano, entrano in gioco altri fattori e le sorprese possono essere sempre dietro l’angolo». Il presidente Angelo Binaghi sostiene che, una volta centrata la qualificazione per le finali di Madrid, questa Coppa si può anche portare a casa. «Sono d’accordo. I numeri parlano chiaro, siamo una squadra forte, un gruppo molto unito, ma soprattutto quelli che saranno convocati sono comunque giocatori di alto livello, in singolare e in doppio. Poi c’è la formula nuova, che può sempre riservare delle sorprese.. Tornando a Madrid, ci è mancato davvero poco per passare ai quarti di finale. «Certo, a Madrid bastavano due punti tirati in maniera diversa e saremmo andati ai quarti. Le partite vanno giocate tutte, dal primo all’ultimo punto, perché anche lo scambio finale pub cambiare una storia». Berrettini e le Sardegna. «Beh, ho tanti ricordi. Al Tennis Club Cagliari ho giocato una finale della coppa a squadre Under 14, ero un bambino. Poi ricordo una fase di Macroarea a Olbia, al Ceo Village. Senza dimenticare che ho giocato la Serie A sempre al Tc Cagliari, un paio di volte. MI piace l’atmosfera, mi piace la terra. E poi ovviamente ci sono stato anche in vacanza». Da queste parti, i tremila tifosi che riempiranno le tribune del centrale del Monte Urpinu si augurano che uno dei due singolariati sarà Berrettini. «Il mio obiettivo e esserci. Parvi di tutto per arrivare a Cagliari in ottime condizioni, oggi penso solo a recuperare”

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