Storie di tennis: Orantes-Vilas US Open '75, la partita della vita

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Storie di tennis: Orantes-Vilas US Open ’75, la partita della vita

Andiamo a rivivere una partita storica giocata sulla terra verde di Forest Hills 45 anni fa: lo spagnolo vince una semifinale che sembrava perduta per poi andare a vincere il titolo

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Se qualcuno pensa che Roger Federer abbia l’esclusiva dei match point falliti in partite importanti, dopo aver letto questa puntata di “storie di tennis” dovrà ricredersi. Nella semifinale degli US Open del 1975, l’argentino Guillermo Vilas compì infatti suo malgrado un’impresa difficilmente eguagliabile, alla cui realizzazione diede un impagabile contributo il suo avversario, lo spagnolo Manuel Orantes. Ma andiamo con ordine.

La kermesse numero 94 del più importante torneo nord-americano si disputò a Forest Hills tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre. Fu un’edizione storica per due ragioni: l’introduzione delle sessioni notturne grazie all’uso della luce artificiale e la sostituzione della superficie in erba con la terra verde tecnicamente nota con il nome di har-tru, all’epoca molto in voga nel circuito statunitense. La velocità di questa superficie oggigiorno caduta in disuso era inferiore a quella dell’erba naturale e, quindi, almeno in teoria avrebbe dovuto aumentare la durata degli scambi e conseguentemente delle partite.

Per questo motivo gli organizzatori quell’anno decisero di fare disputare i primi tre turni sulla distanza dei tre set. Per la cronaca, tale formula rimase in uso sino al 1978 incluso, anno in cui l’har-tru venne definitivamente sostituito dal cemento.

Il programma del 6 settembre 1975 prevedeva la disputa delle due semifinali maschili e, nel mezzo, della finale femminile. Nella prima semifinale Jimmy Connors, campione in carica e numero 1 del mondo, sconfisse con un triplice 7-5 Bjorn Borg. La finale femminile fu vinta da Chris Evert in tre set contro l’australiana Evonne Goolagong. Nella seconda semifinale, iniziata poco dopo le 20, si affrontarono due mancini specialisti della terra rossa: Guillermo Vilas e Manuel Orantes, rispettivamente numero 3 e 9 della classifica ATP.

Era la dodicesima volta che i due giocatori di lingua spagnola si affrontavano e Orantes, classe ’49 e quindi di tre anni maggiore di Vilas, conduceva per sei vittorie a cinque. Le caratteristiche tecniche dell’argentino sono note ai più: un formidabile giocatore da fondocampo dotato di un fisico straordinario donatogli da mamma e papà e di una resistenza atletica derivante da una dedizione all’allenamento degna di un asceta. Tra le tante qualità di Vilas in campo, certamente la fantasia non era la più rimarchevole ed è quindi curioso segnalare che il tweener – il colpo più estroso che si possa vedere su un campo da tennis – fu “inventato” proprio dal giocatore argentino che, come lui stesso racconta, trasse ispirazione dalla visione di una clip pubblicitaria in cui un giocatore di Polo la eseguiva.

Meno note sono forse le caratteristiche di Orantes, nonostante nella prima classifica ATP della storia figurasse al secondo posto assolutoEra soprannominato “il piccolo Manuel” per distinguerlo dal suo più celebre connazionale: Manuel Santana. Il tennista spagnolo era meno potente e regolare di Vilas, ma gli era superiore sotto il profilo del tocco di palla e della fluidità nell’esecuzione dei colpi. All’epoca della semifinale di Forest Hills a livello di Slam il miglior risultato dei due contendenti era rappresentato da una finale a Parigi dove erano entrambi stati sconfitti da Borg: nel 1974 Orantes e l’anno successivo Vilas.

L’esito della loro sfida sulla carta era quindi molto incerto, anche se nel corso del torneo Orantes aveva smarrito due set mentre Vilas nei precedenti cinque turni era parso invincibile: 14 game complessivamente perduti. Durissima – in particolare – la lezione inflitta negli ottavi di finale a Jan Kodes e poco meno mortificante quella riservata nei quarti a Jaime Fillol: 6-2 6-0 6-0 al cecoslovacco e 6-4 6-0 6-1 al cileno. Sino al terzo game del terzo set Vilas continuò a sembrare invincibile; vinse il primo e il secondo set con il punteggio di 6-4 6-1 e si portò avanti di un break all’inizio del terzo.

A quel punto lo spagnolo ebbe un ritorno imperioso che gli permise di conquistare sei giochi consecutivi e di portare la partita al quarto set dove, però, si trovò presto a dovere affrontare una situazione di punteggio drammatica: 0-5 0-40. Tre match point consecutivi per Vilas. Con due volée e uno smash in qualche modo Orantes in quel frangente se la cavò ma nel game seguente dovette fronteggiare altri due match point consecutivi non potendo contare sul servizio. Evidentemente però la maledizione che in questa situazione di punteggio talvolta colpisce Federer non è esclusiva dello svizzero poiché anche Vilas non fu capace di chiudere l’incontro e da quel momento sino alla fine del set non riuscì neppure a procurarsi una singola palla game per tacere di una palla break, per la disperazione del suo coach, Jon Tiriac, che si sgolava invano dagli spalti.

Anni dopo in un’intervista l’argentino dichiarò di essersi leggermente lesionato un addominale alla fine del terzo set e di avere quindi giocato menomato per il resto dell’incontro ma, soprattutto, che lo choc derivante dalla perdita del quarto set non lo abbandonò più; con un sussulto d’orgoglio nel parziale decisivo riuscì a riportarsi sul 4 pari dopo essere stato in ritardo di un break ma poi perse nuovamente il servizio e infine la partita. Un suo passante in rete decretò la fine del match e la sua consegna alla storia del tennis.

L’incontro durò oltre quattro ore e terminò dopo la mezzanotte. Poche ore dopo il vincitore era atteso in finale da un avversario più riposato e che nei precedenti otto confronti lo aveva battuto sette volte. Ma quando si supera con successo una situazione come quella in cui si era trovato Orantes presumiamo si esca dalla sfera umana per entrare in quella divina e di questa trasfigurazione fece le spese Connors che dovette arrendersi a un Orantes in grado di disputare una partita che lo stesso statunitense definì qualitativamente sbalorditiva: 6-4 6-3 6-3 il punteggio a favore dello spagnolo, il secondo in grado di conquistare questo torneo dopo Santana che ci era riuscito nel ’65.

Manuel Orantes in seguito non seppe più ripetere l’exploit ma resta comunque uno dei giocatori europei più vincenti dell’era Open con 33 successi nel circuito. Guillermo Vilas vinse lo US Open nel 1977 superando a sua volta in finale Jimmy Connors che nei quarti si era vendicato di Orantes battendolo in tre set; a questo major aggiunse il Roland Garros nel medesimo anno, gli Australian Open nel ’78 e nel ’79 e altri 58 tornei che fanno di lui il nono tennista di sempre per numero di vittorie. Vilas, come Orantes, ha un best ranking ufficialmente rappresentato dalla seconda posizione assoluta, ma qualcuno sostiene che fu numero 1 del mondo non riconosciuto per alcune settimane. Questa però è un’altra storia e quella di oggi si conclude qui.

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