US Open: nessuno spostamento, si lavora sull'ipotesi "porte chiuse"

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US Open: nessuno spostamento, si lavora sull’ipotesi “porte chiuse”

Il Daily Telegraph sostiene che la USTA non vuole cambiare né data né sede. Si prepara uno scenario per un torneo a porte chiuse

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Dopo la cancellazione di Wimbledon, per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ora il prossimo grande evento tennistico della stagione ad essere in pericolo sotto i colpi dell’epidemia di COVID-19 è lo US Open, in programma al National Tennis Center di Flushing Meadows a New York dal 30 agosto al 13 settembre prossimi.

Da quello che trapela attraverso i canali ufficiosi dal quartier generale della USTA a White Plains, appena fuori New York, la “magica” assicurazione contro la cancellazione per “malattia infettiva” di cui ha beneficiato l’All England Club non fa parte del portfolio assicurativo della Federazione Americana, la quale in caso di cancellazione del torneo dovrebbe incassare una perdita di quasi 400 milioni di dollari, stando a quanto pubblicato sui bilanci dell’associazione e riportato dal Daily Telegraph.

Il quotidiano britannico, nella persona del suo corrispondente tennistico Simon Briggs, ha riportato sul suo sito che la USTA sarebbe poco propensa a spostare sia la data sia la sede del torneo. Da diversi giorni infatti, negli ambienti tennistici, si ventilava la possibilità di disputare lo Slam finale della stagione all’Indian Wells Tennis Garden durante i mesi invernali di novembre e dicembre, quando a New York farebbe troppo freddo per giocare all’aperto mentre nel deserto della California invece la temperatura sarebbe ideale.

Sembra che uno degli sponsor principali dello US Open, la banca JP Morgan con sede a Manhattan, non gradirebbe il trasloco sulla Costa Ovest. Inoltre uno slittamento “invernale” dello US Open andrebbe a piazzare il torneo nel bel mezzo della stagione del football NFL, lo sport professionistico più seguito in TV che occupa tutti i principali network, compresa la ESPN (titolare dei diritti dello US Open) che ha pagato 1,75 miliardi di dollari per i diritti del posticipo del lunedì sera (il Monday Night Football) per il quadriennio 2018-2021.

Sempre secondo Briggs del Daily Telegraph, lo scenario su cui starebbe lavorando la USTA è quello di un torneo a porte chiuse, che potrebbe voler dire la rinuncia alla biglietteria sui più di 700,000 spettatori che durante le due settimane affollano Flushing Meadows, ma salverebbero almeno una parte degli introiti pubblicitari e la maggior parte di quelli televisivi.

Difficile dire a questo punto quando verrà presa una decisione, anche se sembra che dal punto di vista organizzativo non sarebbe necessario farlo prima dell’inizio di giugno.

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