Nadal, colpi da playstation per i tennisti in difficoltà (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Stavolta il braccio bionico dovrà averlo al joystick, per rintuzzare gli assalti di 15 rivali scatenati che alla playstation potrebbero essere migliori di lui. Al Masters 1000 di Madrid, dal 3 maggio, come sempre avrebbero accolto Rafael Nadal con ovazioni e musica, ma la pandemia ha stravolto prima le esistenze e poi i calendari tennistici. Così, mentre i giocatori trascorrono in casa la quarantena forzata trovando pure modi improbabili per allenarsi e passare il tempo (si pensi alla challenge dei palleggi a pochi centimetri dal muro lanciata da Federer), l’evento spagnolo ha deciso di approdare sulla piattaforma Tennis World Tour, una delle simulazioni del tennis più popolari, per mettere in scena dal 27 al 30 aprile un torneo virtuale imperniato su due tabelloni, maschile e femminile, entrambi con 16 partecipanti. Tra gli iscritti della prima ora Murray, Isner, Goffin e Khachanov, cui in questi giorni si sono aggiunti Fognini e appunto Rafa, che al momento è dunque la testa di serie numero uno del Masters 1000 madrileno in videogame: «Sono felice di dare il mio contributo e di partecipare al torneo virtuale. Come sempre cercherò di dare il massimo. Non so quanto sarò bravo a questo gioco. Ma spero di ricevere lo stesso supporto dal pubblico di sempre quando gioco in casa». Non una frase fatta: per rendere l’appuntamento ancora più credibile, sulla piattaforma verrà riprodotta una Caja Magica assai simile all’originale e il pubblico potrà assistere alle partite sui social del torneo e perfino in tv, mentre ogni match sarà commentato e si concluderà con le interviste ai vincitori […] Ovviamente, dietro l’ovvio divertimento in un momento tragico e senza tennis giocato, si cela un’importante iniziativa benefica. La formula prevede che i 16 giocatori siano divisi in quattro gironi da quattro, con i primi due che passano ai quarti dove ogni sfida diventerà a eliminazione diretta. Al vincitore spetteranno due premi in denaro: uno di 150.000 euro, che sarà devoluto tutto o in parte (la decisione sulla quota da destinare alla beneficenza è personale) ai giocatori e alle giocatrici che attualmente più soffrono economicamente per il lungo stop imposto dalla pandemia; il secondo di 50.000 euro da devolvere invece a enti, fondazioni e associazioni che sono in prima linea nella lotta al coronavirus […]

Djokovic, una maxi donazione agli ospedali di Bergamo (Fabio Gennari, Tuttosport)

Dopo il calcio e il nuoto, anche il tennis aiuta Bergamo. La solidarietà per la provincia che per prima è stata travolta dal Coronavirus […] ha ricevuto anche un’ingente donazione a favore degli Ospedali di Treviglio-Caravaggio e Romano di Lombardia da parte di Novak Djokovic (n°1 del tennis mondiale) e della moglie Jelena. Nelle scorse settimane il tennista e la compagna avevano donato un milione di euro per l’acquisto di respiratori e materiale sanitario alla Serbia e ora si sono impegnati in modo concreto anche per la bergamasca. «Mai ci saremmo aspettati di vedere anche sul conto corrente della nostra Asst Bergamo Ovest, – racconta con un pizzico di emozione Peter Assembergs, Direttore Generale – una donazione con un così prestigioso mittente. In questi giorni tantissime aziende, enti, associazioni, privati ci sono stati vicini e ringrazio tutti per la generosità dimostrata. Leggere, però, tra i donatori anche il nome del miglior giocatore al mondo di tennis, Novak Djokovic, mi ha veramente emozionato». La solidarietà ricevuta ha permesso fin da subito di acquistare respiratori, caschi per cpap, radiologici portatili, Dpi (mascherine, camici, visiere, occhialini) di concerto con Regione Lombardia ma grazie all’intervento di Djokovic si potrà fare molto altro. «Questa donazione del campione serbo ci permetterà di ammodernare ed ingrandire la shock room della terapia intensiva dell’Ospedale di Treviglio che durante l’emergenza Covid-19 è il cuore delle attività rianimatorie. L’intervento permetterà di ampliare gli ambienti, gli impianti e le attrezzature (pensili, lampade, monitor, defibrillatori) che renderanno il reparto sempre pronto a rispondere alle esigenze di emergenza-urgenza del territorio». […] «Mi ha colpito il fatto che il n°1 Atp abbia detto “A me non interessa che si sappia, a meno che non possa servire per sensibilizzare altri potenziali donatori ad imitarmi”».