Continua senza sosta il lavoro della Federazione americana USTA per tentare di salvare la stagione tennistica negli Stati Uniti. Dopo i dettagli resi noti nei giorni scorsi a proposito del protocollo in via di preparazione per far disputare lo US Open nelle maggiori condizioni di sicurezza possibili nonostante la pandemia di COVID-19 ancora in corso, il New York Times riporta una nuova idea “made in USTA” a soccorso di un altro pezzo di tennis a stelle e strisce: lo spostamento del Western&Southern Open di Cincinnati dalla sua tradizionale sede del Lindner Family Tennis Center di Mason, Ohio, al National Tennis Center di Flushing Meadows.
I vertici della Federazione americana hanno informato l’ATP e la WTA di questa proposta che sfrutterebbe le economie di scopo e di scala per tutte le misure di sicurezza che sono in corso di pianificazione per lo Slam newyorkese, minimizzerebbe lo spostamento degli atleti all’interno degli USA e consentirebbe un controllo più agevole di tutti i membri del “circo tennistico”.
La USTA è proprietaria del Masters 1000 maschile che normalmente si disputa a Cincinnati, mentre il Premier 5 della WTA è gestito dalla società di management Octagon. “Una situazione come questa non è prevista dal regolamento – ha detto al New York Times Bethanie Mattek Sands, ex membro del consiglio giocatrici della WTA – ma sono felice di vedere questo fiorire di idee non convenzionali per far fronte a queste circostanze eccezionali”.
Secondo questa proposta, il Western&Southern Open manterrebbe la sua collocazione originale in calendario, dal 17 al 23 agosto, e precederebbe quindi il torneo di qualificazione dello US Open che è previsto per il 24 agosto. In questo modo ci sarebbero quattro settimane di tennis a New York City, negli stessi impianti, dando modo quindi a giocatori, organizzatori, operatori televisivi e tutti gli altri individui che gravitano attorno al torneo di familiarizzarsi con le nuove procedure e non cambiarle di settimana in settimana. I tornei junior e quelli delle leggende dello US Open sarebbero eliminati, mentre quelli del tennis in carrozzina sono in dubbio, ma non sono ancora stati esclusi.
Per aumentare la componente spettacolare dell’evento, sembra che la USTA abbia accettato di introdurre la regola che permetta ai giocatori di chiedere l’assistenza a bordo campo dal proprio coach, così come viene permesso nei tornei WTA nel corso della stagione.
D’altra parte la USTA deve concedere qualcosa alla ESPN, che paga oltre 75 milioni di dollari l’anno per i diritti dello US Open negli Stati Uniti, e che secondo i bene informati si è pentita di aver firmato un contratto di 11 anni per una cifra così elevata (il contratto scadrà nel 2025).
Al momento sono stati cancellati tutti gli eventi fino alla fine di luglio, con il circuito professionistico che dovrebbe riprendere ad inizio agosto con l’ATP 500 di Washington DC e il WTA Premier di San Jose in California. Prima del Wester&Southern Open c’è in calendario anche la Rogers Cup versione maschile a Toronto, mentre quella femminile in programma a Montreal è già stata cancellata a causa di un’ordinanza della provincia canadese del Quebec (dove si trova Montreal) che ha proibito tutti gli avvenimenti culturali e sportivi fino al 31 agosto. Nella provincia dell’Ontario, dove invece si trova Toronto, ad oggi è ancora tecnicamente possibile programmare un torneo di tennis come la Rogers Cup per inizio agosto, anche se con ogni probabilità si dovrebbe giocare a porte chiuse. Di conseguenza Tennis Canada non ha ancora annunciato la cancellazione dell’evento, ed ha confermato che nessuna decisione verrà presa prima del 15 giugno, quando ATP e WTA comunicheranno la loro decisione su eventuali altri cambiamenti al calendario.