[1] N. Djokovic b. J-L. Struff 6-3 6-1
Magari ha fatto vedere un po’ di rugine nel match di debutto contro Berankis, ma era probabilmente solo una leggera ossidazione di superficie. Nel quarto di finale che lo ha visto opposto al tedesco Jan Lennard Struff (n. 34 ATP), Novak Djokovic ha sfoderato una prestazione senza fronzoli ma estremamente efficace che lo conferma di diritto, nel caso in cui ce ne fosse bisogno, nel ruolo di favorito del torneo.
Ottenuto il break al quarto gioco, Djokovic ha preso il comando delle operazioni senza mai mollarle più fino alla fine, quasi totalmente incontrastato da uno Struff che, probabilmente sceso in campo con qualche ambizione, si è fatto sopraffare dai nervi quando ha capito che oggi davvero non ce n’era.
“Struff è un giocatore che fa molto affidamento sulla prima di servizio – ha detto Djokovic dopo il match – ma oggi non è riuscito a tenere una percentuale sufficiente di prime e mi ha consentito spesso di iniziare lo scambio sulla sua seconda. Sapevo che una volta entrati nel palleggio le mie chance di conquistare il punto sarebbero aumentate, per cui mi sono concentrato nel tenere in campo quante più risposte possibili. Personalmente credo di aver servito molto bene oggi, mi sono sentito bene in campo anche se c’era un po’ di vento. Faceva molto meno caldo dei giorni precedenti e quindi anche per questo le condizioni di gioco non erano così veloci”.
Lo stile di gioco di Struff purtroppo per lui va a incocciare sui punti di forza di Djokovic: un giocatore di grande servizio e con colpi potenti da fondocampo deve necessariamente puntare a sfondare uno dei più grandi difensori che questo sport abbia mai visto, ed è facile vedere come la frustrazione possa arrivare molto presto.
Una volta vinto il primo set, Djokovic si è disteso fino ad arrivare al 5-0, aiutato anche dallo scoramento di Struff che ha addirittura concesso il break sullo 0-4 con un penalty point, scaraventando per la seconda volta nel match una palla nelle tribune deserte. Il controbreak ottenuto sullo 0-5 ha consentito se non altro al tedesco di ottenere due piccoli risultati: quello di evitare il “bagel” e quello di allungare la partita oltre l’ora di gioco.
“Roberto Bautista Agut è il giocatore più sottovalutato del circuito”
Novak Djokovic
In semifinale Djokovic affronterà lo spagnolo Roberto Bautista Agut, da lui definito “il giocatore più sottovalutato del circuito”. “Sono diversi anni che è costantemente nei primi 15 – ha spiegato Djokovic – e ci ho perso in alcune occasioni, anche in un Masters 1000 come a Shanghai e l’anno scorso a Miami. Il match che oggi ha vinto contro Medvedev mi ha ricordato molto quella partita: avevo vinto facilmente il primo set, avevo avuto alcune chance all’inizio del secondo, e poi lui ha addormentato il gioco, fino a che non riesce a procurarsi le sue opportunità e poi le sfrutta. Sarà una bella battaglia per entrambi”.
Ci sono 11 precedenti tra Djokovic e Bautista-Agut, con il serbo che conduce per 8 vittorie a 3. L’ultimo incontro tra i due risale alla semifinale di Wimbledon 2019, vinto da Djokovic in quattro set, ma Bautista Agut aveva vinto gli altri due confronti diretti dell’anno a Doha e a Miami, entrambi sul cemento.