ATP Cincinnati: Djokovic vince una semifinale pazza, Bautista cede dopo tre ore

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ATP Cincinnati: Djokovic vince una semifinale pazza, Bautista cede dopo tre ore

Match senza senso sull’Armstrong coperto: Djokovic si fa rimontare da 5-2 al terzo, Bautista serve per il match ma non chiude. Il N.1 domina il tie-break e sfiderà in finale Raonic

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[1] N. Djokovic b. [8] R. Bautista Agut 4-6 6-4 7-6(0)

OTTO SOTTO UN TETTO – Roberto Bautista Agut aveva vinto gli ultimi 3 incontri sul cemento contro Novak Djokovic. Ci è mancato pochissimo perché diventassero quattro. Il N.1 del mondo vince al tie-break decisivo la semifinale del Western&Southern Open per quest’anno spostato a New York, e lo fa nel Louis Armstrong Stadium con tetto chiuso per pioggia a partire dal decimo game del secondo set. Tribune ovviamente deserte se non per quel minimo di staff dei due giocatori.

IL METRONOMO DI SPAGNA – Una partita indecifrabile che ha confermato uno scarso feeling di Nole 2.0 con la palla pulita e dal timing impeccabile del giocatore spagnolo. Djokovic è apparso in netta difficoltà negli scambi da fondo nel primo set, dov’era quasi sempre lui a sbagliare per primo. Perso il primo per 6-4, Djokovic ha chiesto un MTO dopo il terzo gioco del secondo per il solito problema al collo che l’ha infastidito per tutta la settimana. Un MTO abbastanza comico per il casco protettivo che il giocatore ha dovuto indossare secondo le rigide norme anti-COVID.

MEDICO E GIOVE – Alla ripresa del gioco il serbo si porta avanti un break, un vantaggio che però non riuscirà a confermare nonostante più di una chance per portarsi addirittura 5-1. Bautista recupera il break risalendo da 1-4 a 4-4, assaporando l’occasione di un altro scalpo al N.1. Djokovic tiene il servizio e al cambio campo l’arbitro di sedia avvisa i giocatori che il tetto sta per essere chiuso, causa previsioni meteo negative. Djokovic ne approfitta per una sosta ai box non proprio gradita da Agut che appare visibilmente seccato mentre lo attende con in mano già le palle per servire. Un tale nervosismo con condizioni di gioco cambiate da outdoor a indoor porta allo scontato epilogo del set con Djokovic che va 0-40 e poi chiude al secondo set-point.

LO SPORT DEL DIAVOLO – Nel terzo set Bautista rimette insieme il suo gioco ordinato e preciso ma la resa del suo servizio è molto al di sotto degli standard richiesti. Eppure è lui per primo a portarsi avanti un break sul 2-1 e servizio. Il match senza senso logico prosegue con parziali e controparziali imprevedibili: Djokovic infila 4 giochi consecutivi e sul 5-2 si porta per quattro volte a due punti dal match. Pensate sia finita? Neanche per sogno, Bautista tiene a fatica il servizio per poi infilare un controparziale clamoroso di 14 punti a 4 che lo porta a servire incredibilmente per il match sul 6-5. Arriva lui a due punti dal match sul 30 pari con l’unico ace del set. Ma nei due punti successivi, Djokovic è un cyborg che non potrebbe sbagliare nemmeno se lo volesse.

Due punti da campione lo portano al tie-break e automaticamente in finale. Bautista sparisce dal campo nel tie-break con un paio di errori clamorosi: finisce 7-0 un risultato crudele per lo spagnolo autore di un altro match memorabile contro un giocatore di caratura superiore e non di poco alla sua.

PRONTO AL CANNONE – La legge serba non perdona, siamo 22-0 nel 2020, ci proverà Raonic con le cannonate ma non sorprendetevi se Nole si troverà più a suo agio contro il cannone che contro il fucile di precisione di Bautista. Se non ci credete, guardate ai precedenti: 10-0 Djokovic contro il canadese.

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