Cannova, coach di Caruso: "Ho spinto affinché giocasse sul cemento, non fa mai passi indietro" [ESCLUSIVA]

Interviste

Cannova, coach di Caruso: “Ho spinto affinché giocasse sul cemento, non fa mai passi indietro” [ESCLUSIVA]

L’allenatore di Salvatore Caruso racconta gli inizi di un rapporto che dura ormai da 11 anni. La scelta di prediligere il cemento, i sacrifici economici per arrivare al top. Oggi alle 17 la sfida contro Rublev allo US Open

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Salvatore Caruso - Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

In una situazione insolita come quella in cui si stanno giocando gli US Open, avere vicino una persona fidata è fondamentale. Forse anche per questo Salvatore Caruso sta giocando così bene e per la seconda volta in carriera ha raggiunto il terzo turno in uno Slam: perché con lui c’è Paolo Cannova, allenatore con il quale lavora da 11 anni. Intervistato telefonicamente da Ubaldo Scanagatta, Cannova (che aveva già parlato ai microfoni di Ubitennis nel 2016) si rivela persona alla mano e umile – come il suo allievo – che tratta tutti i temi con serietà e semplicità, non lasciandosi mai andare alle banalità. Dopo l’intervista del Direttore a Vincenzo Santopadre, coach di Matteo Berrettini (l’altro italiano ancora in corsa a New York), non poteva mancare quella con l’allenatore di Salvatore Caruso, che scenderà in campo oggi alle 17 contro Andrey Rublev.

L’AUDIO COMPLETO DELL’INTERVISTA

LE PARTI SALIENTI DELL’INTERVISTA

01:30“Il rapporto con Salvatore Caruso è iniziato 11 anni fa quando arrivai a Siracusa. Mi accorsi subito del materiale umano, le sue caratteristiche migliori sono quelle di essere un grande lavoratore e una persona umile.

05:15“Sapevo che c’erano possibilità per fare bene, ma in questo lavoro i dubbi ti assalgono sempre. Io c’ho sempre creduto, guardavo sempre un pizzico più in là rispetto a quanto facevano gli altri con lui ed ero convinto di poter raggiungere questo livello. La cosa positiva è che i risultati sono sempre arrivati, siamo sempre andati avanti e non abbiamo mai fatto passi indietro“.

07:45“Quando ho iniziato a seguire il tennis maschile era il momento in cui l’ATP prediligeva i tornei su superfici veloci. Quando mi accorsi di questa tendenza e sapendo che lui si adattava alla terra solamente perché ci era nato e ci era cresciuto, ho spinto in maniera importante affinché andassimo a giocare molto spesso negli Stati Uniti anche tornei minori come Challenger. Inizialmente andavamo sempre sotto ma era una prospettiva futura per giocare bene su questi campi”.

11:20“Se hai un servizio da terra e continui a giocare sulla terra non ti accorgi quanto è importante come colpo, rischi di non fare quel salto di qualità che ti meriteresti di fare se avessi fatto scelte diverse“.

14:30“Allenarsi con Matteo Berrettini qui è una grande opportunità”.

18:00“Se provi a chiedere a 100 allenatori diversi, ognuno avrà un accordo diverso con il giocatore perché dipendono da troppi fattori difficili da spiegare. Un rapporto che è iniziato undici anni fa è diverso da quello che io stesso potrei avere con un giocatore col quale inizio a lavorare oggi. Quando si parte con l’idea di rimetterci economicamente e in termini di tempo, si fanno degli accordi con la speranza che certe cose vadano in porto. Inizialmente io ero stipendiato dal circolo Match Ball di Siracusa, lui aveva 17 anni. Le spese non le dividevamo, le pagava lui. Per lui era uno stress notevole perché viene da una famiglia umile“.

21:10“Dopo qualche anno gli aiuti della Federazione ci hanno permesso di sostentarci in parte, fino ai 23-24 anni. Giocare tanti tornei in Italia ci ha limitato le spese. Il bilancio è diventato attivo di pochissimo nel 2018 e poi nel 2019 col terzo turno al Roland Garros è andata meglio. Dei prize money che si leggono sulle pagine internet, ai giocatori ne rimangono il 10%“.

25:30“Salvatore non ha ancora aderito all’associazione giocatori perché come sempre ci vuole vedere chiaro prima di firmare. Vuole capire quali sono gli obiettivi di questo sindacato, e vuole sapere le prospettive dell’ATP nei prossimi anni. Vuole dare a Gaudenzi più tempo per lavorare“.

29:50“L’allenatore di Laura Siegemund è sardo e Salvatore lo conosceva da prima, quindi ci alleneremo con lui”.

31:30“Chiudere il secondo set contro Escobedo è stato fondamentale”.

35:05Rublev può essere vulnerabile in alcuni punti del campo, soprattutto dalla parte del dritto”.


Trascrizione a cura di Paolo Di Lorito

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