Roma, per la presentazione degli Internazionali le comiche. Una gaffe dopo l’altra. E i rimborsi? Boh

Editoriali del Direttore

Roma, per la presentazione degli Internazionali le comiche. Una gaffe dopo l’altra. E i rimborsi? Boh

Il presidente FIT Angelo Binaghi promuove il super-voucher virtuale, ma non offre altre opzioni agli acquirenti di 7 milioni di biglietti già spesi. Prende in contropiede il sindaco Virginia Raggi e Luigi Abete di BNL. Irrita la Regione Lazio che pretende le scuse. Tiriac e Madrid invece hanno già rimborsato

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Le comiche. Beh sì, scene da ridere mi pare ce ne siano state diverse ieri, nel corso della presentazione degli Internazionali d’Italia. Alla buon’ora! Mancano appena tre giorni all’inizio delle qualificazioni del torneo. Un altro po’ e la presentazione la organizzavano a fine torneo. Non sto a ricapitolare tutto quel che è stato scritto in due articoli usciti su Ubitennis ieri. Il primo è questo, Binaghi: “Super-voucher per chi ha comprato i biglietti. Cerchiamo coperture per i rimborsi”. Il secondo è la replica della Regione Lazio, che trovate qui. Ma poiché qualcuno è magari pigro e non ha voglia di aprirseli, prima di entrare nei dettagli delle comiche che vedono involontari attori il presidente FIT Angelo Binaghi, il sindaco di Roma Virginia Raggi, il presidente di BNL Luigi Abete, provo a ricostruire la piece teatrale.

Nel primo articolo in sostanza il presidente FIT Angelo Binaghi non accenna a rimborsare i 7 milioni incassati dalla prevendita dei biglietti se non offrendo agli acquirenti ante maggio (ma ATTENZIONE: sul sito degli Internazionali BNL d’Italia c’era – almeno fino a ieri – ancora la possibilità di acquistare biglietti per il torneo) un’unica opzione: si tratta, al momento, di un voucher di un valore maggiorato del 25% rispetto al prezzo del biglietto (del cui prezzo, peraltro, in questo momento non si può avere idea naturalmente) e spendibile nei prossimi due anni sia per le prossime edizioni degli Internazionali d’Italia che per le ATP Next Gen Finals (ma è sicuro che ci saranno ancora? Chi l’ha detto? E semmai dove? Milano? Torino? Nota di UBS) e le ATP Finals di Torino.

Un lettore di Ubitennis ha “postato”: “Se poi aumentassero i biglietti del 50% sarebbe sempre un guadagno o una fregatura?”. Un altro mi ha scritto: “Un supervoucher supervirtuale! I prezzi li fanno loro”. Un altro ancora ironizzava: “Saranno ticket ristorante?”

La postilla aggiuntiva pronunciata in corso di presentazione da Binaghi poteva già suscitare più d’un sorriso ironico: “Stiamo cercando la copertura finanziaria per coloro che non intendono usufruire del super-voucher”. In altre parole, certo molto meno “furbe” ma di sicuro più oneste e sincere, Angelo Binaghi avrebbe anche potuto dire: “Cari amici appassionati, ci dispiace tanto ma quei soldi ce li siamo già spesi e non li abbiamo più. Ora dateci il tempo di capire come ritrovarli, li stiamo cercando con un po’ di finanza creativa (ehi, dico io, ma in cinque mesi non vi è ancora venuta nessuna idea?)… intanto per adesso e per un po’ scusateci (già! Ogni tanto un minimo accenno di scuse a questi bravi appassionati che hanno scucito tanti soldini in anticipo non si poteva proprio fare?) abbiate pazienza”.

Dopo di che riguardo alla incerta procedura di quel rimborso che Ion Tiriac e Madrid hanno invece saputo attivare con grande professionalità in pochissime ore… beh, chi vivrà vedrà. Ubitennis non può che dirvi:Armatevi tutti di santa pazienza oppure accettate a occhi chiusi quel cosiddetto super-voucher e raccomandatevi alla Provvidenza” (che in questo caso non è Divina ma Binaghiana. Tutto non si può pretendere).

Alla conferenza di presentazione degli Internazionali, cui non era stato invitato quale relatore – a differenza degli ultimi anni – Giovanni Malagò, presidente del CONI, di Binaghi prima nemico, poi amico, poi di nuovo nemico, poi chissà… l’importante è la salute, più che lo Sport e la Salute… – c‘era invece come in tutti gli ultimi anni il sindaco Virginia Raggi in odor di rielezione per un secondo mandato. Il sindaco/a avrà certamente chiesto in separata sede a Binaghi come si fa a essere rieletti per sei mandati di fila, se lei fatica a conquistarne due. Pare che Binaghi le abbia dato questo consiglio: “Prima di tutto cara Virginia, cerca di fare in modo che non si presenti alcun altro candidato. Le probabilità di rielezione aumentano esponenzialmente”.

Preso atto dello spassionato consiglio di un Binaghi che per ora non sogna di diventare sindaco di Roma, dopo aver aspirato a cariche importanti d’altro tipo nella sua Sardegna e magari anche al Coni… (se riuscisse a togliere di mezzo Malagò, hai visto mai…), Virginia ha fatto una appassionata dichiarazione d’amore per il torneo di Roma, “un fiore all’occhiello per la sua città” e per lei che, con tutto il suo partito, ha sempre amato l’idea di poter offrire ai propri cittadini i più grandi eventi sportivi. Tranne che le Olimpiadi (ma questo non l’ha detto).

Ovviamente Binaghi, gentiluomo quasi come Malagò anche se non indulge nei baciamano alle signore, si è sperticato nei dovuti (e solo apparentemente sentiti) ringraziamenti e, in brodo di giuggiole, si è sbilanciato un pochino ai begli occhi di Virginia gonfiando il petto e definendo gli Internazionali d’Italia: “Il più grande evento sportivo italiano”. Pare che gli organizzatori del Gran Premio di Formula Uno a Monza abbiano incaricato i loro avvocati di stendere una lettera di diffida nei confronti della visione “tenniscentrica” di Binaghi. Avrebbero voluto dare vita a una analoga diffida anche i legali della Gazzetta dello Sport che organizza un altro evento sportivo in fondo non modestissimo, il Giro d’Italia, ma poi Urbano Cairo ha preferito soprassedere per salvaguardare i rapporti commerciali che da anni legano la “Rosea” alla FIT, soprattutto ora che – si mormora – un altro gruppo editoriale si sarebbe fatto sotto per scalzarli. Garantendo ovviamente la censura su ogni accenno critico alla politica federale per tutti gli anni a venire.

Ma aveva da poco finito di ringraziare la Raggi che il presidente FIT si è malauguratamente distratto… Quando si ha un microfono sotto un naso è umano. Può capitare. Imbufalito per la decisione che lo obbligava a rinunciare al pubblico e a tanti soldini così difficili da recuperare e restituire agli sfortunati creditori (poveretti) ecco che Binaghi non ha più retto il semolino, ma ha preso cappello (come suol dirsi… e poi a lui piace anche se non è elegante) e ha rovesciato fiele su tutta la Regione Lazio definendo quella decisione – in un’intervista senza peli sulla lingua (e io che pensavo che Binaghi quei peli li avesse…) – “un’idiozia!”.

Come la Regione, attraverso il suo Capo di Gabinetto Albino Ruberti lo abbia poi aspramente rimpolpettato, chiedendogli pubbliche scuse potete leggerlo in questo secondo articolo con tutto il testo della reprimenda e di cui vi fornisco nuovamente il link. Ruberti si illude. Binaghi, come il bell’uomo di quello spot che reclamizzava una schiuma da barba (“L’uomo che non deve chiedere mai…”) non è tipo che concepisca l’istituto delle scuse. Altrimenti lo avrebbe messo in atto con il sottoscritto, quando un anno fa i suoi scherani con un pretesto ridicolo mi ritirarono l’accredito media il sabato delle semifinali degli Internazionali facendomi pedinare l’indomani da quattro agenti della sicurezza, dopo che io mi ero acquistato un normale biglietto “ground” (senza accesso al centrale) per vedermi la finale al megaschermo del Foro Italico.

Una figuraccia internazionale, un boomerang. Accreditato per La Nazione mi ero permesso di criticare la gestione biglietti, campi, orari del torneo di un anno fa su Ubitennis, testata per la quale non avevo fatto la richiesta di accredito. Fu questa la motivazione ufficiale! Ovunque i freelance collaborano per più testate, non di rado concordano collaborazioni perfino durante un evento. Era una scusa evidente. Un dispetto. Alla FIT arrivarono lettere ufficiali di biasimo da parte di tutti gli organismi sindacali italiani, USSI, FNSI, AST, ODG, più quella dell’ITWA (International Tennis Writers Association), ma per un evidente disguido postale le scuse di Binaghi non sono mai arrivate.

La gaffe compiuta ieri con la Regione Lazio non sarebbe stata l’unica. Nel giorno delle comiche sarebbe sopraggiunta anche quella con Virginia Raggi, tradita da un “corno” quasi brutale, un vero atto di… infedeltà coniugale. “Se l’avessimo saputo avanti – ecco l’ingenua rivelazione di Binaghi pochi minuti dopo il ringraziamento al sindaco di Roma – avremmo potuto giocare il torneo a Genova dove si svolge il più grande challenger italiano o in Puglia dove in passato si sono svolti gli Internazionali”. N.B. Binaghi la storia del tennis la racconta spesso a modo suo: nel 1985 i cosiddetti Internazionali si trasferirono effettivamente in Puglia, a Taranto. Li vinse Raffaella Reggi: il montepremi era 50.000 dollari, il torneo con 16 sole partecipanti fu di serie C, nemmeno B. Raffi non me ne voglia. Batté in semifinale Caterina Nozzoli 6-0 6-1 e in finale (6-4 6-4) l’americana Vicky Nelson che aveva superato Garrone 6-4 6-0. Parterre de roi.

La gaffe non era stata consumata solo ai danni di Roma e della Raggi. Ma anche del title sponsor del torneo dal 2007, BNL la cui sede storica è a Roma. Difatti Luigi Abete, presidente della Banca Nazionale del Lavoro che ha rinnovato nel 2017 la sua sponsorship per 8 anni (fino al 2024 compreso) per una cifra vicina ai 25 milioni di euro, ha subito smentito il presidente FIT dichiarando: “Veramente noi di BNL con l’idea di spostarsi da Roma non saremmo stati d’accordo!.

Ok, ho un po’ maramaldeggiato sulle “comiche”, sulle imprecisioni e le gaffes del Presidente FIT, però, ragazzi mi volete spiegare perché mai lui e i suoi consiglieri potevano ritenere che al Foro Italico per il tennis il pubblico avrebbe dovuto e potuto entrare tranquillamente quando invece all’adiacente Olimpico per le gare di Roma e Lazio non lo si consente?Vogliamo paragonare gli strumenti di pressione del calcio, della FIGC, della Lega, dei network televisivi? Se non ce la fa il calcio a persuadere il ministro dello Sport – che non mi pare di aver visto alla presentazione… del più grande evento sportivo d’Italia: un manifesto segnale di distacco se non di disinteresse? – si poteva ragionevolmente pensare che ce l’avrebbe fatta il tennis?

Allo stadio Olimpico sarebbe molto meno complicato – una volta disciplinati gli ingressi – distanziare qualche migliaio di spettatori piuttosto che al Foro Italico dove separare una zona dall’altra, un campo dall’altro, in spazi talvolta angusti, è tutt’altro che banale. Paragoni con le strutture del Roland Garros, tre centrali, due da 15.000 e 10.000 posti, un terzo da 5/6.000, in un’area di 12 ettari (quasi 10 volte quelli di Roma), sono assolutamente improponibili. A Parigi c’è la possibilità di limitare la circolazione delle 11.500 persone che potranno entrare ogni giorno, ma distribuite in tre zone non incrociabili fra loro. A Roma no. Binaghi lo sa benissimo, anche se finge di non saperlo.

Tutt’al più posso concedere che lo slittamento del campionato a… post Internazionali, non abbia giovato. È stata una vera sfortuna. Un “via libera”, eventuale, eventualissimo, al calcio, avrebbe potuto far entrare anche il tennis dalla porta di servizio… anziché sbatter le porte in faccia ai 5.000 spettatori al giorno che Binaghi avrebbe voluto far entrare anche per non veder sfumare un paio di milioncini provenienti dagli stand commerciali (cui sarebbe stato praticato uno sconto per la ridotta affluenza).

In tutto questo approccio approssimativo a un torneo che comincia con le qualificazioni fra solo tre giorni, ai lettori di Ubitennis interesserà pochissimo sapere che una comunicazione ufficiale ai giornalisti che hanno inoltrato l’accredito stampa per seguire il torneo non è ancora giunta. Nessuno giornalista, nessun media, sa cosa succede, che cosa il comitato disorganizzatore abbia in mente. Se si può seguire il torneo in loco oppure no, quali protocolli sanitari vadano eventualmente eseguiti, se quella trentina di giornalisti che dovrebbero essere ammessi – vox populi, in assenza di ufficialità – potranno vedere le partite fuori dagli schermi della sala stampa, naturalmente con le mascherine indosso. Insomma pare che non si possano seguire i match neppure dalla tribuna del campo centrale, che pure è certo a distanza di sicurezza da dove si esprimono i tennisti.

Vero che anche a New York per l’US Open l’accesso ai campi è stato consentito ai giocatori e a pochi rappresentanti della stampa, però c’è la possibilità da tutto il mondo di intervistare i giocatori collegandosi in via remota attraverso Zoom al termine di ogni partita. A Roma no. Qui in Italia il presidente della Lega Calcio e l’USSI hanno a suo tempo concordato che 70 fra giornalisti e fotografi possono accedere allo stadio per servizi di cronaca a margine delle partite di calcio. Egualmente il presidente della Federbasket ha concordato con l’USSI la presenza di 10 fra giornalisti e fotografi agli incontri di basket… i cui palazzetti dello sport raramente sono grandi come il centrale del tennis del Foro Italico che ha quasi 10.000 posti.

Ma questi presidenti hanno ritenuto importante una presenza mediatica il più allargata possibile. Forse in Federtennis invece si preferisce circoscriverla al massimo. Dall’estero non credo che verrà nessun collega. Saranno forse presenti alcuni corrispondenti romani di agenzie e testate estere. Al momento non c’è nessuna previsione che consenta di intervistare i giocatori, salvo per quella trentina di giornalisti che dovrebbero essere ammessi al Foro, ma i quali anche dovranno farlo a distanza… da quel poco che si è capito. Come vedete, appunto, si è capito poco… ma il silenzio comunicazionale è stato fino a oggi assordante. Ci siamo basati su voci, non confermate, di corridoio.

Chissà che prima dell’inizio del torneo non si venga informati un po’ di più. Per poter svolgere il nostro lavoro e informare anche voi. Concludendo questo editoriale vengo assalito da un terribile dubbio: non sarà che tutte queste vicende che riferisco sono in realtà frutto della mia fantasia? Perché è vero che non le leggo su nessun giornale, non le sento in alcuna radio, non le vedo e le sento commentare in nessuna tv. Le sogno allora? O magari interessano solo a me? In quest’ultimo caso farei meglio a non perdere tempo.

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