[2] D. Thiem b. [5] A. Zverev 2-6 4-6 6-4 6-3 7-6(6)
In barba alle norme anti-COVID che hanno tenuto l’Arthur Ashe Stadium vuoto durante tutto il torneo e durante questa finale, alla fine dei 242 minuti di battaglia Dominic Thiem e Alexander Zverev si sono abbracciati in mezzo al campo, scambiandosi una stretta di mano quasi “da gang” e congratulandosi a vicenda per il risultato ottenuto. Non è stata una finale straordinaria dal punto di vista del gioco, perché nell’ottovolante di questa partita quasi mai i due hanno giocato bene contemporaneamente.
La differenza di due miseri punti alla fine ha premiato Dominic Thiem, che per la terza volta in carriera ha rimontato un vantaggio di due set a zero. Entrambi hanno avuto occasioni su occasioni, Zverev avrà parecchio da recriminare nei prossimi giorni, così come ne avrebbe avuto Thiem se avesse perso. L’austriaco ha comunque portato a casa una finale giocata da grandissimo favorito, almeno per i bookmakers, un po’ meno per gli analisti, e diventa così il primo atleta nato dopo il 1990 a vincere un titolo del Grande Slam.
IL MATCH
La partenza è di quelle che non ci si aspetta: Zverev decisamente più aggressivo del solito, particolarmente sulla sua battuta, e Thiem molto teso, probabilmente per l’importanza della posta in palio. Il tedesco ottiene il primo break al terzo gioco con due discese a rete vincenti (saranno 7 su 8 per lui alla fine del parziale) e poi martella con il servizio con il quale ottiene 12 punti su 13 con la prima. In mezz’ora esatta Zverev incamera il primo set per 6-2 raddoppiando il break al settimo game grazie anche a due doppi falli di un Thiem sempre più confuso e costretto sulla difensiva.
L’austriaco continua a essere sotto pressione nei propri turni di battuta: deve salvare una palla break, la quarta nel match, già in apertura di secondo parziale, e poi cede di nuovo il servizio due game più tardi perdendo gli scambi violenti da fondocampo con entrambi i giocatori diversi metri dietro la linea di fondo. Thiem precipita a 1-4 pesante poco dopo quando altri tre errori gratuiti da fondocampo e il quinto doppio fallo gli costano il quarto break dell’incontro: a Zverev basta palleggiare da fondo per ottenere punti. Per fortuna di Dominic anche il suo avversario avverte un po’ di tensione quando, vistosi annullare tre set point sul 5-1, ne fallisce un quarto sul suo servizio mettendo in corridoio una volée di diritto elementare e poi finisce per perdere la battuta. Tra mille patemi comunque Zverev riesce a chiudere il secondo set sul 6-4, e dopo un’ora e 19 minuti si trova a un set dal suo primo titolo dello Slam.
Il livello di gioco rimane non eccelso, anche perché alla giornata decisamente non entusiasmante di Thiem si aggiunge anche un leggero calo di Zverev, che dopo aver conquistato per primo il break di vantaggio al terzo game si incarta in due doppi falli (quelli suoi soliti con la seconda tirata a tutta velocità) e restituisce subito il controbreak. Dominic è ormai attaccato alle posizioni dei giudici di linea in fase di risposta, a quasi otto metri dalla linea di fondo, e le incursioni a rete di Zverev sono diventate molto meno frequenti. A fine parziale, è proprio il tedesco che trema per primo: quando serve sul 4-5, dal 15-0 perde quattro punti consecutivi con un doppio fallo (questa volta piuttosto tremebondo) e due gratuiti, e così consente a Thiem di aggiudicarsi il terzo set e rientrare in corsa.
Nel quarto parziale la tesa di serie n.2 prende progressivamente il controllo dei suoi turni di battuta, cedendo solamente due “quindici” in tutto il set ed eliminando quasi del tutto gli errori gratuiti: solo due “non forzati” per lui contro i dodici di Zverev, che dal primo set in poi non è mai riuscito a salire sopra il 43% di punti vinti sulla seconda di servizio e la cui percentuale di prime è in costante declino. Il break arriva all’ottavo game, quando Thiem si vede concedere la terza palla break del set con un doppio fallo (il sesto per Zverev) e ottiene l’allungo decisivo sul 5-3 grazie a un errore di diritto dell’avversario. Si va al quinto set.
IL QUINTO SET
La tremarella si impossessa di entrambi all’inizio del set decisivo: Zverev sembra a corto di energie e cede il servizio in apertura, ma Thiem gli restituisce il favore immediatamente concludendo il suo game di servizio con un doppio fallo. Sul 4-3 il forcing di Zverev costringe Thiem a tre passanti da molto lontano e provoca il break mandando il tedesco a servire per il match. Il braccio di Sascha però trema ancora una volta, due diritti volano via all’inizio del game, e sul 30-40 il serve and volley finisce con una volée di diritto in rete.
Sul 5-5 ogni punto sembra una battaglia, Zverev non ci prova nemmeno più a tirare forte la prima di servizio, semplicemente la mette in campo. Due passanti di diritto in corsa di Thiem accendono l’agonismo, anche se l’assenza della folla è ora come non mai tangibile. Zverev spedisce un diritto lungo sul 30-40 e manda a servire per il match Dominic, che cammina sempre più a fatica e chiama il fisioterapista durante l’ultimo cambio di campo a massaggiargli la coscia.
La fine più giusta e più appropriata è il tie break: Zverev sprinta sul 2-0, ma un doppio fallo rimette tutto in parità sul 2-2. Un altro doppio errore del tedesco da a Thiem il 5-3 che gli consente di arrivare a servire per il match. Un passante di diritto lo manda a due match point sul 6-4: il primo lo sbaglia mettendo in rete un diritto da tre quarti campo, il secondo lo sciupa ugualmente con un diritto in corridoio, dopo che Zverev aveva servito una seconda ad appena 68 miglia orarie.
Dopo il cambio campo sul 6-6 è Thiem che ottiene il terzo match point con tre passanti a impallinare Zverev a rete. L’ultimo colpo è un rovescio incrociato del tedesco che vola oltre il corridoio con Thiem che si sdraia a terra esausto per celebrare il “suo” US Open.