La vittoria di Musetti sulla stampa italiana (Crivelli, Grilli, Azzolini, Franci). Picchia, medita e sorride: è la nuova Azarenka (Grilli)

Rassegna stampa

La vittoria di Musetti sulla stampa italiana (Crivelli, Grilli, Azzolini, Franci). Picchia, medita e sorride: è la nuova Azarenka (Grilli)

La rassegna stampa di venerdì 18 settembre 2020

Pubblicato

il

Strepitoso Musetti, stende pure Nishikori (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Banzai. Diecimila di questi giorni. Musetti schianta anche Nishikori e a 18 anni e sei mesi diventa il giocatore più giovane ad approdare agli ottavi di un Masters 1000 sulla terra dai tempi di Rafa Nadal ad Amburgo nel 2003: chiamarla favola, adesso, non gli rende più merito. Perché Lorenzo, nella notte spettrale del Foro vuoto e muto, conferma le sensazioni che ha disseminato nella settimana della sua clamorosa epifania: il braccio e la testa sono quelli di un campione in velocissimo divenire, non di un fuocherello destinato a estinguersi presto. Certo, Kei ha fronteggiato le paure del virus, da cui è stato contagiato a metà agosto, e dunque non possedeva la condizione e lo spirito dei giorni miliori, ma Lollo non trema. […] e negli ottavi se la vedrà con il qualificato mancino tedesco Koepfer, 97 Atp. Già: il sogno potrebbe prolungarsi. Musetti si unisce a Berrettini, Travaglia e Sinner in un festival tricolore assistito pure da un tocco di sorte benevola: alle 21.58, con Nishikori al servizio sul 4-4 30-15 del secondo set, sul Foro si spengono tutte le luci. Un miniblackout che dura otto minuti e che al rientro spegne incredibilmente le ultime velleità del più esperto Nishikori: «Ringrazio chi non ha pagato le bollette. Scherzi a parte, Kei non mi ha regalato nulla, è partito subito aggressivo ma quando ho annullato quelle palle break all’inizio ho capito che potevo giocarmela. In questo match la chiave è stata la mia capacità di giocare bene i punti importanti, sono davvero soddisfatto della mia prestazione, credo sia stata davvero di alto livello». Negli ottavi non ci saranno invece Sonego, che si inchina alla solidità di Ruud, e soprattutto Fognini, che deve ancora masticare il pane duro di una tortuosa riabilitazione dal doppio intervento alla caviglia di fine maggio. Fabio sbuffa, sbraita, pizzica verbalmente il giudice di sedia, manda occhiatacce ai giudici di linea che gli chiamano troppi falli di piede («Ma non voglio parlarne») e alterna le solite, deliziose prodezze a errori marchiani (alla fine 58 gratuiti) contro il francesino di mano mancina Humbert. «La parola fondamentale di questo 2020 è automatismi: che non ho ancora e ovviamente devo ritrovare. Però sono contento al 99% di questa partita, ho fatto un grande passo avanti rispetto a Kitzbuehel (perse subito col 303 del mondo, ndr), anche se mi è dispiaciuto perdere. Non lo nego, in campo sto ancora soffrendo, non sono rapido e reattivo». […]

Mago Musetti, un altro show (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Il mondo salvato dai ragazzini. Magnifico Lorenzo, che ha superato senza tremare la fatidica prova del nove, malgrado anche il tentativo di disturbo di un blackout che sul Centrale è durato poco meno di un quarto d’ora, dimostrando che l’exploit di martedì contro Wawrinka non era solo una splendida illusione. Magnifico Musetti, diciotto anni compiuti il 3 marzo, che ha smontato punto dopo punto il trentenne Kei Nishikori, numero 35 del ranking, qui semifinalista nel 2016 ma appena alla terza partita quest’anno. Un break al quarto gioco del primo set, uno al nono del secondo: ieri il veterano sembrava il ragazzo di Carrara, capace di reggere da fondo campo senza apparente fatica il ritmo del giapponese, per poi sfoderare i suoi tocchi, i suoi passanti, le sue smorzatine. E con l’aiuto di un servizio sempre robusto, che ha contribuito ad annullare tutte e 5 le palle break a disposizione di Nishikori. Grazie all’exploit di Musetti, portiamo quattro italiani agli ottavi di finale di oggi. «Un altro match incredibile – ha detto a caldo – sono davvero felice, su questi campi mi trovo sempre meglio. E’ stata una partita diversa da quella con Wawrinka, credo di aver giocato molto bene, soprattutto di dritto, cosa che mi ha consentito di spingere tanto, anche dalla risposta». Oggi negli ottavi se la vedrà con il tedesco Koepfer; 26 anni e numero 97 del mondo. Vediamo se Lorenzo ha ancora voglia di stupirci. La partita di Musetti era stata preceduta dalle sconfitte di Fognini e Sonego. Fabio è rimasto in campo due ore esatte contro il francese Humbert, numero 42 del mondo, in una partita molto irregolare, cominciata con sei break consecutivi, dove il ligure ha ottenuto gli stessi punti dell’avversario (75) ma ha perso in due set, «perché mi manca – ha detto in conferenza stampa – la lucidità nei momenti decisivi, mi mancano gli automatismi». […] «Ma io sono molto contento della mia prestazione: questi mesi rappresentano un allenamento agonistico ai tornei dei 2021, e le mie sensazioni sono positive. Gioco soffrendo, non sono ancora veloce e reattivo come al solito, ma penso che avrei meritato di giocarmi il terzo set. Ora vado ad Amburgo poi al Roland Garros quindi deciderò se fermarmi o proseguire con i tornei indoor». […]

Lorenzo Magnifico (Daniele Azzolini, Tuttosport)

«Lui è meglio di me». Jannik Sinner lo aveva presentato così. Con la semplicità che fa da supporto ai ragionamenti accurati. Lo è davvero? Il dibattito si è aperto ieri, sul web e nei circoli. Musetti meglio di Sinner? Ma dai. Ha addirittura un anno in meno, il ragazzo di Carrara, ed esperienze ridotte nel Tour che conta. Ha scelto la strada dei tornei juniores: dopo la finale agli Us Open, ha vinto i baby Australian Open 2019, poi ha frequentato Future e Challenger, ficcando il naso nei tornei maggiori solo quando gliel’hanno permesso. Due modi dissimili di giungere alla fioritura. Ma perché metterli in contrapposizione? Quello che conta è che sono entrambi negli ottavi a Roma, il diciannovenne che ha battuto Paire e Tsitsipas e il diciottenne che sembra aver preso di mira gli ex Top Five. Prima Stan Wawrinka, dominato dall’alto di un 8-0 in avvio. Ieri sera Kei Nishikori, uno dei più forti ribattitori che vi siano. Vero, entrambi usciti da infortuni e periodi di sfiga che difficilmente dimenticheranno, ma soprattutto impreparati a controbattere la verve fisica ed emotiva di Lorenzo, che ti ha sovrastati per spirito di iniziativa e inventiva. «Ho giocato moltissimo in queste settimane», racconta Lorenzo. «Credo di essere alla settima partita consecutiva. Sto scoprendo un mondo nuovo. Sul Centrale è stato amore a prima vista. Nishikori mi ha presentato problemi diversi da quelli di Wawrinka. Ho cercato sempre di fare il mio gioco, di non subire il peso della loro esperienza. Ho spinto e alternato i colpi. E andata bene, ma tutto andrà rivisto con coach SimoneTartarini e immagazzinato. Per ora posso solo dire che è bellissimo sia successo. Sono orgoglioso di me, stavolta ho servito molto bene». La verità è che Musetti, ogni qual volta il giapponese abbia cercato di imporre le proprie geometrie, ha trovato contromosse naturali. Questione di talento. «Non solo. Mi sto preparando con grande intensità al mestiere di tennista, ci metto anima e corpo. Ma non ne sento il peso. Provo per questo sport un’autentica devozione». […] Da oggi, nuovi esami: c’è il tedesco Koepfer, che ha eliminato Monfils. […]

Musetti, la favola continua: battuto anche Nishikori (Paolo Franci, La Nazione)

Quattro italiani agli ottavi di finale al Foro Italico 41 anni dopo. Un colpo di grancassa nel circuito della racchetta, forte e potente come lo è il tennis del baby boom Lorenzo Musetti da Carrara, 18enne dal talento enorme e l’approccio al campo di un veterano. Lui è il quarto della lista dopo Berrettini, Travaglia e Sinner. L’ultima volta, gli eroi del Foro erano stati quelli che hanno scritto la storia del tennis mondiale: Panatta, Bertolucci, Barazzutti e “l’intruso” Ocleppo. Era il 1979. Il ragazzino toscano ieri sera ha martellato e messo ko il giapponese Nishikori, gran brutto cliente, anche se tormentato dagli infortuni. Musetti ha battuto il giapponese 6/3 6/4 e ha dovuto fare i conti anche con un blackout che ha spento le luci del Centrale per otto lunghissimi minuti. «Nishikori è stato un avversario molto diverso da Wawrinka – ha detto il talento azzurro dopo il match – lui non concede davvero nulla. Ringrazio chi non ha pagato la bolletta, dopo il blackout le cose si sono messe bene per me…». Oggi c’è il derby italiano tra Matteo Berrettini e Stefano Travaglia. E poi c’è Jannik Sinner, il baby-killer di Stefanos Tsitsipas che sente l’odore dei quarti contro Dimitrov e se la giocherà fino all’ultimo lungolinea. Disegnare l’incrocio tra Berrettini – numero 4 del tabellone – e Travaglia è forse più semplice. Il tennista romano è certamente favorito per ranking e abitudine a certi livelli. Però va ricordato che in questo torneo Stefano ha già battuto due Top 50 e c’è anche qualcosa che vale la pena ricordare, perlomeno come curiosità. Sì perchè Travaglia ha sempre battuto Berrettini, anche se a livello di Futures, mettendolo sotto in tre occasioni. In ogni caso, un italiano è già nei quarti. […]

Picchia, medita e sorride: è la nuova Azarenka (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Vika ci sta prendendo gusto. Vincitrice al torneo di Cincinnati-New York e poi finalista agli Us Open, la trentunenne Azarenka – in piena rincorsa alle prime pozioni della classifica – continua nella sua demolizione del tennis statunitense. Dopo aver battuto in pochi giorni le sorelle Williams (Serena nella semifinale di Flushing Meadows, Venus mercoledì nel primo turno al Foro) ieri ha letteralmente travolto Sofia Kenin, numero 5 del mondo e tre del tabellone (e vincitrice a gennaio degli Open d’Australia) assolutamente incapace di controbattere alla furia agonistica della bielorussia. E’ stato un impietoso 6-0 6-0, raro da trovare a questi livelli. Sessantuno minuti che la ventunenne americanina – che ha trattenuto a stento le lacrime – rischia di ricordare a lungo e che rilanciano anche a Roma le ambizioni della Azarenka, sempre più a suo agio (ieri solo 4 errori forzati) nella sua nuova e sorridente versione. La maternità, la penosa lite con il marito in merito all’affidamento del piccolo Leo, il ritiro dal circuito come opzione possibile, sono state infatti negli ultimi tre anni tappe determinanti di una profonda rifondazione interna, di una nuova mentalità finalmente aperta – grazie anche al ricorso alla meditazione – al mondo che circonda le righe di un campo da tennis. «Quando sei giovane – ha detto Azarenka nei giorni scorsi – è facile che certe persone ti mettano il paraocchi, per così dire. Ti dicono di non guardare a destra, non guardare a sinistra, diventi così una macchina focalizzata solo sull’essere una giocatrice di tennis. Ora mi sento più realizzata, fuori e dentro il campo. Penso che sia un vero successo, molto più importante per me a livello personale». Ma anche sul campo i risultati sono arrivati: dal ritorno in campo dopo l’emergenza Covid, Vika ha vinto 13 partite sulle 15 giocate. Numero 50 a fine 2019, ora è numero 14. Oggi negli ottavi affronterà la Kasatkina (2-0 a suo favore i precedenti) inseguendo quella finale raggiunta qui nel 2013 (e persa contro Serena Williams). «Ho disputata una partita di grande consistenza – ha detto ieri – dal primo all’ultimo game. Con Sofia siamo amiche, ci alleniamo insieme, abbiamo anche giocato in doppio, però oggi io avevo più voglia. Ho servito bene, ho trovato subito il ritmo della partita. E devo continuare così».

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement