«Il Foro è la casa degli Internazionali» (Grilli). Fognini ritrova il sorriso. Non vinceva da marzo (Crivelli). Nole sfida Rafa. Il pericolo è Thiem (Azzolini). Djokovic è pronto per sfidare Parigi, il tabù che ha sfatato solo una volta (Grilli)

Rassegna stampa

«Il Foro è la casa degli Internazionali» (Grilli). Fognini ritrova il sorriso. Non vinceva da marzo (Crivelli). Nole sfida Rafa. Il pericolo è Thiem (Azzolini). Djokovic è pronto per sfidare Parigi, il tabù che ha sfatato solo una volta (Grilli)

La rassegna stampa di mercoledì 23 settembre 2020

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«Il Foro è la casa degli Internazionali» (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Dell’edizione dei 90 anni degli Internazionali d’Italia ricorderemo molte cose: il successo di Djokovic e Halep, naturalmente, l’ottima riuscita dell’organizzazione, malgrado i problemi legati all’emergenza Covid, l’assenza degli spettatori, poi tornati a scartamento ridotto negli ultimi due giorni. Ricorderemo anche le nuove affermazioni di Angelo Binaghi riguardanti il possibile trasferimento in un’altra città, in un nebuloso futuro – lo stesso presidente ha chiarito che ci vorrebbero almeno cinque o sei anni per approntare una nuova organizzazione – degli Internazionali d’Italia (e non del Lazio, ha tenuto a precisare Binaghi, ultimo capitolo di un contenzioso aperto con il presidente della regione, Zingaretti). Non è la prima volta che se ne parla, ma noi vogliamo partire dalle parole espresse lunedì da Vito Cozzoli, da otto mesi presidente e ad. di Sport e Salute, l’organizzazione che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia: «Internazionali e Foro Italico sono la stessa cosa, non c’è impianto migliore e più bello. Roma è la Capitale d’Italia, e la casa degli Internazionali è il Foro Italico, non esistono alternative a questa location. I giocatori sono tutti innamorati di Roma e l’hanno vissuta alla grande, nonostante le difficoltà dei momento, li abbiamo fatti sentire completamente a loro agio. Ho saputo che molti, tornando a casa la sera dal Foro oppure la mattina presto prima di partire, facevano fermare la macchina per godersi certi scorci della città».

Il consuntivo del torneo è positivo.

L’organizzazione ha funzionato alla grande, nessuno tra gli interpreti si è lamentato. La manifestazione non ci darà utili, questo è chiaro, ma serviva al Paese per dare un senso di ripartenza, è stata una specie di biglietto da visita del Made in Italy da offrire al mondo. Non era una sfida facile, era completamente nuova e impegnativa e l’abbiamo gestita con grande attenzione.

Problemi strutturali però esistono, quali sono le vostre idee in merito al Foro Italico?

Sono in programma investimenti nelle infrastrutture della zona, e parliamo sia dell’attività legata al torneo sia della volontà di coinvolgere i cittadini. Siamo convinti che il Parco del Foro Italico sia il polo sportivo più importante del Paese, lo vogliamo trasformare in un parco tematico dove lo sport possa mischiarsi con le bellezze artistiche e culturali della zona, con la collaborazione delle istituzioni locali e del Ministero dei Beni Culturali. Sono allo studio tante iniziative. Auspichiamo che il Foro Italico si apra, oltre che alle attività agonistiche, anche a quelle spontanee. In agosto ci siamo dedicati agli Over 65, che hanno potuto usufruire gratuitamente dei campi da tennis e della piscina, e l’idea è di mettere a disposizione quei campi anche per i bambini con problemi economici. Insomma, l’obiettivo è organizzare grandi eventi ed eventi di base, di tutti e per tutti. La speranza è avere il Foro Italico e l’Olimpico aperti tutto l’anno.[…]

Fognini ritrova il sorriso. Non vinceva da marzo (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Amburgo conserva un posto speciale nel cuore di Fabio Fognini. Nel 2013 vinse il torneo, allora il più importante della carriera prima del trionfo del 2019 a Montecarlo. Cinque anni dopo, in riva all’Elba, raccoglie la prima vittoria dopo le due operazioni di maggio alle due caviglie battendo il padrone di casa Kohlschreiber, 88 Atp, invitato con una wild card. Così, dopo i k.o. immediati a Kitzbuehel e a Roma, Fabio riassapora in Germania il gusto del successo, che mancava dalla Davis di marzo, e si guadagna il secondo turno contro il vincente tra Ruud e Paire. Dopo un inizio equilibrato, l’azzurro numero 15 del mondo regala il break decisivo del primo set con qualche errore di troppo, ma nel secondo ritrova profondità e aggressività; anche nel terzo comanda gli scambi, sale 5-3, non chiude ma poi sfrutta un passaggio a vuoto al servizio del tedesco e si impone dopo oltre due ore di lotta (4-6 6-1 7-5). Sconfitto invece Sonego da Auger-Aliassime: 6-2 7-6 (2). Al Roland Garros, intanto, proseguono le qualificazioni per lo Slam che inizierà domenica. Nel maschile, dopo le quattro vittorie italiane di lunedì, la seconda giornata regala il sorriso solo a Marco Cecchinato, che piega 6-3 7-5 il lettone Gulbis. Ora il palermitano affronterà il francese Lestienne. Niente da fare, invece, per Federico Gaio, Matteo Viola e Stefano Napolitano. Nel femminile en plein di successi con Trevisan, Gatto-Monticone, Errani (già finalista nel 2012), Di Giuseppe e Cocciaretto. […]

Nole sfida Rafa. Il pericolo è Thiem (Daniele Azzolini, Tuttosport)

La terza bolla. Visita guidata al tennis sotto vuoto. Un capitolo da “Guida galattica per autostoppisti” in chiave tennistica. Dalla grande bolla di New York, che il team francese guidato da Benoit Paire è riuscito a sforacchiare come un emmenthal (è bastata una sola partita a carte, per azzerare ogni precauzione anti-Covid), alla bolletta romana, che ha tenuto bene alla faccia dell’altrui grandeur. Fino alle bollicine francesi, che già presentano una precaria condizione da Stati d’infezione Generali. Inutile chiedersi se fosse il caso di giocarli questi Mondiali su terra rossa. I francesi non rispondono. Esperti di tattiche diversive, non rispondono nemmeno alle domande su quanti positivi siano stati realmente riscontrati nel gruppo delle qualifiche. Marca, il quotidiano spagnolo, ha scritto 15.Si diceva che il Covid avrebbe cambiato tutto. C’è del vero, ma senza esagerazioni. Nel tennis si riscontra un esubero di risultati a sorpresa, vedremo se il Roland Garros riporterà tutto allo status quo ante, o se avremo strascichi di sbigottimento causati da eventi impensabili. Tipo Diego Schwartzman che batte Rafa Nadal. Roma è stato un torneo ricco di colpi di scena, buono per i giovani italiani che ne hanno lietamente approfittato. Abbiamo ritrovato un Sinner già in grado di opporsi ai campioni affermati (Tsitsipas), ma non cosí robusto da non finire fiaccato dal tennis dei livelli più alti (Dimitrov). Abbiamo scoperto Lorenzo Musetti, non solo (e non tanto) per i successi su Wawrinka e Nishikori, alla prima sortita post lockdown, ma per la tempra e la personalità che ha messo in campo. Alla fine, ai quarti è giunto solo Matteo Berrettini, un buonissimo risultato e insieme una forte delusione. Contro Casper Ruud ha avuto un calo imprevisto, sul quale dovrà ragionare, ma nessuno potrebbe negare che stesse per batterlo. […] Sulle gerarchie, Roma non ha espresso giudizi. La vittoria di Djokovic cambia poco o nulla. La sconfitta di Nadal contro El Peque, è frutto della lontananza dai campi. Due o tre incontri sull’amata sabbia francese, basteranno a rinvigorire Rafa, mentre Nole sa bene di non essere ancora al massimo. Tra i due una voce importante sarà quella di Thiem, vincitore degli Us Open. Ha preferito saltare Amburgo e forse non ha fatto bene. Ma niente vieta di vederlo favorito per Parigi. Due finali negli ultimi due anni, la candidatura ha un peso. Dopo quella di Rafa, con le sue dodici vittorie. Ma prima di quella di Djokovic, che le mattonate di Thiem le ha sempre sofferte.

Djokovic è pronto per sfidare Parigi, il tabù che ha sfatato solo una volta (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

«Grazie Roma», con questo tweet Nole Djokovic ha voluto chiudere la sua settimana nella Capitale. Aveva proprio bisogno una coppa da baciare, il numero 1 del mondo, per chiudere un periodo ricco di polemiche, culminato con la storiaccia della pallata tirata a una giudice di linea agli Us Open, con conseguente perdita della partita, una squalifica che gli ha probabilmente impedito di conquistare il suo 18° titolo dello Slam. Al Foro Italico si è dimostrato nervosetto (racchette rotte, warning incassati, discussioni con i giudici di sedia ..) e ha vinto senza dominare: malgrado non abbia incontrato Top Ten sulla sua strada (il giocatore più forte l’ha incrociato in finale, il numero 15 Schwartzrnan) ha sofferto sin dall’inizio del torneo. Ma la terra del Foro Italico porta evideruemente fortuna al serbo, che in carriera ha vinto di più solo sul cemento degli Open d’Australia e di Miami. Djokovic ha fatto quindi rotta su Parigi, il torneo che finora gli ha regalato molte più amarezze che gioie, grazie anche allo strapotere del cannibale rivale Nadal che sui campi della Porte d’Auteuil ha trionfato 12 volte, vincendo l’incredibile numero di 93 partite su 95. Djokovic invece nella capitale francese ha giocato in 15 occasioni, vincendo solo nel 2016 (in finale su Murray, Nadal si era ritirato per un problema al polso prima di disputare il terzo turno).[…] «A Roma non ho giocato al meglio – ha detto Djokovic dopo la finale – spero di poter alzare il mio livello in Francia, sarà necessario per arrivare in fondo al torneo. Nadal? Se c’è un torneo nel quale c’è un favorito d’obbligo, questo torneo è il Roland Garros». A Parigi Djokovic ha incontrato Nadal sette volte vincendo solo nell’ultima sfida, nel 2015 (7-5 6-3 6-1 nei quarti di finale). Clamorosa quella vittoria probabilmente buttata via per una invasione di campo (!) nelle semifinali del 2013: avanti 4-3 al quinto set, Nole scende sotto rete per chiudere una facile volèe alta di rovescio ma poi sembra scivolare e finisce per toccare la rete prima che la palla abbia toccato terra per la seconda volta. Punto assegnato a Nadal, che chiuderà la partita per 9-7. […]

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