Rafa-Serena per la storia (Grilli). L'apertura di Parigi è Sinner con Goffin (Azzolini). Musetti trionfa a Forlì: «Adesso voglio la top-100» (Crivelli)

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Rafa-Serena per la storia (Grilli). L’apertura di Parigi è Sinner con Goffin (Azzolini). Musetti trionfa a Forlì: «Adesso voglio la top-100» (Crivelli)

La rassegna stampa di domenica 27 settembre 2020

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Rafa-Serena per la storia (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Appuntamento con la storia. Succede infatti che questo stralunato e sfortunato Roland Garros, stretto tra la morsa del Covid (escluso un furibondo Verdasco perché positivo, ammesso Paire) e di un autunno che sembra avere già invaso i campi del Bois de Boulogne, possa riscrivere gli almanacchi. Parliamo naturalmente di Rafael Nadal e Serena Williams, che provano di nuovo a pareggiare il record di titoli Slam vinti, in possesso di Roger Federer (20, che tornerà a giocare solo nel 2021) e di Margaret Court (24). I due campioni partono però da situazioni diverse: Rafa Nadal è l’incontestato re di Parigi, dove ha trionfato 12 volte su 15, vincendo la bellezza di 93 partite su 95. Serena Williams invece, dal trionfo agli Open d’Australia del 2017 ha disputato quattro finali, mentre a Parigi – lo Slam dove ha vinto di meno, “solo” tre volte – non è andata oltre il quarto turno nel 2018 e il terzo un anno fa. Dopo un’assenza di sei mesi, Nadal è tornato in campo a Roma dove – dopo aver facilmente domato Carreno Busta e Lajovic – si è trovato improvvisamente disarmato (e privo anche del servizio) di fronte alle fiondate di Schwartzman. La Williams – ieri ha festeggiato 39 anni – l’abbiamo vista arrancare sin dall’inizio a Flushing Meadows, vincere quattro partite al terzo set solo grazie alla grinta e alle martellate che spediva quasi da ferma, arrendendosi poi in semifinale di fronte alla Azarenka, comincerà (come a Flushing Meadows) con la connazionale Ahn, al secondo turno potrebbe incrociare la Pironkova, avversaria nei quarti di New York, poi negli ottavi ancora la Azarenka. Non facile, quindi. In campo maschile si stacca naturalmente Djokovic. A Roma non ha impressionato, ha vinto senza sfidare nessun Top 10, poi c’è Thiem, finalista quest’anno in Australia e vincitore a New York. […] In campo femminile la Halep su tutte: è l’unica imbattuta dopo il lockdown (10 partite vinte su 10) e a Roma si è mostrata nettamente superiore alle rivali. Non ci sarà la campionessa uscente e numero 1 del mondo Barty, non ci saranno Osaka e Andreescu, possono fare strada Pliskova – se avrà superato l’infortunio di Roma – Azarenka, Svitolina, Muguruza, che su questi campi ha vinto quattro anni fa. […]

L’apertura di Parigi è Sinner con Goffin (Daniele Azzolini, Tuttosport)

L’uomo che ha portato il tennis nella fantascienza, e ha firmato un record di 12 trionfi in un unico Slam fece una promessa al termine del Roland Garros di un anno fa, subito dopo i baci al trofeo e le pose rituali in cui prende a morsi (finti, quelli veri li riserva agli avversari) la Coppa dei Moschettieri. «Proverò a conquistate il trofeo anche il prossimo anno». Il tredicesimo. Impresa fuori da qualsiasi paragone fantascientifico. Lungo la strada che là conduce, Rafael Nadal ha però scoperto nuovi avversari. Uno già frequentato e conosciuto (e battuto), Dominik Thiem, giunto ormai a maturazione completa. L’altro infido e non meno fantascientifico, un virus che ha cambiato la faccia del mondo, e sta cambiando quella del tennis, unico fra gli sport più cosmopoliti e sopranazionali a dover fare i conti con le restrizioni (giuste, sbagliate o sciocche che siano) imposte da un numero di Paesi superiore a quelli che siedono alle Nazioni Unite. Succede, a puro titolo di esempio, che nella Francia parecchio restia a dichiarare disastrose le scelte fin qui operate in materia di precauzioni e distanziamento sociale, il Roland Garros abbia imboccato la strada opposta, quella della caccia a ogni singola entità biologica che abbia caratteristiche di agente patogeno. I colleghi de L’Équipe, non privi di humor, hanno ribattezzato “Crash Test” il sistema di esame anti-Covid cui vengono ripetutamente sottoposti i tennisti. Noah Rubin, discreto tennista ma ottimo comunicatore, si è chiesto se la sconfitta subita nelle qualifiche non sia dipesa dalla parte di cervello che gli è stata asportata durante il test: «Non voglio parlare nemmeno di chirurgia, ma di bassa macelleria», si è sfogato. Sembra che il tampone nasale non si limitino a sfregarlo, ma lo facciano salire fin quasi a farlo uscire dall’orecchio. La raccolta di informazioni ha fermato parecchi tennisti (Dzumhur, l’ultimo caso) molti dei quali negativi, ma accompagnati da coach positivi. […] Si va in scena oggi, nella speranza che la bolla tenga, e che il pubblico si comporti in termini corretti. E forse si tornerà a parlare del 13° trofeo di Rafa e di chi potrebbe negarglielo. L’ouverture è affidata a Jannik Sinner, ore 11 sul Centrale. Un impegno difficile, contro Goffin, per un 19enne alla prima sortita nel tabellone principale dello Slam alla Porte d’Auteuil. […]

Musetti trionfa a Forlì: «Adesso voglio la top-100» (Riccardo Crivelli; La Gazzetta dello Sport)

Il Rubicone non è troppo lontano e intanto Lorenzo Musetti ha attraversato il suo: al culmine di due settimane favolose tra Roma e Forlì, vince il primo Challenger in carriera a 18 anni e si proietta al numero 138 del mondo, confermando una crescita tecnica e caratteriale da stella emergente. Nel bel torneo sulla terra romagnola Lorenzo, invitato con una wild card, piega in finale 7-6 (2) 7-6 (5) il brasiliano Monteiro, 89 Atp, giocando i punti decisivi con più freddezza ed esperienza del rivale, mostrando il consueto bagaglio tecnico ricco di inventiva e soluzioni d’attacco. Dopo aver sconfitto Wawrinka e Nishikori agli Internazionali, in questa settimana Musetti ha battuto altri quattro top 100: oltre al rivale della finale, c’era già riuscito con Tiafoe, Seppi e Harris. Ovviamente non sta più nella pelle dalla felicità: «E’ un sogno che si avvera. L’anno scorso ci ero andato vicino a Milano, quest’anno a Trieste, fermandomi in semifinale in entrambi i tornei: a Forli mi sono trovato benissimo sin dal primo giorno e ho raggiunto l’obiettivo. Credo di essermelo meritato, è stata una settimana di grande tennis. Dedico il titolo alla mia famiglia e al mio team. In campo vado io, ma dietro c’è tantissimo lavoro che non si vede». E sul futuro: «Non sono ancora nessuno nel circuito. Sto giocando molto bene, ho battuto tanti top 100 nelle ultime due settimane e non me lo aspettavo. Ora devo continuare a crescere senza fretta. Obiettivi? Adesso voglio la top 100, ci proverò entro fine stagione».

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