Roland Garros, Altmaier: "Ci ho sempre creduto. Wawrinka è il mio idolo assoluto"

Interviste

Roland Garros, Altmaier: “Ci ho sempre creduto. Wawrinka è il mio idolo assoluto”

Dopo tanti infortuni, il tedesco di origini russe è negli ottavi di uno Slam: “Stan è il mio modello, il suo esempio mi ha aiutato tanto”

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Daniel Altmaier - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Quasi dal nulla, arrampicandosi nel main draw dalle qualificazioni e firmando sei vittorie consecutive, Daniel Altamaier è schizzato agli ottavi di finale del Roland Garros 2020 – purtroppo per noi italiani sconfiggendo ai sedicesimi Matteo Berrettini, grande favorito alla vigilia. Ha iniziato il torneo alla posizione 186 del ranking, lo concluderà con un guadagno di (almeno) una sessantina di posizioni, ammesso e non concesso che la sua corsa si arresterà al prossimo turno contro Carreno Busta. Dovesse battere anche lo spagnolo, arriverebbe a una manciata di punti (e di posizioni) dalla top 100. Conosciamolo meglio grazie alle dichiarazioni rilasciate a margine delle ultime due vittorie.

Vorrei sapere, come ti spieghi questa vittoria contro Berrettini? In Italia una volta hai perso con Giustino…
No, no l’ho battuto Giustino! (era il challenger di Todi di quest’estate, ndr) Ho perso con Musetti…

Come ti spieghi la tua grande esplosione, i tuoi risultati quasi incredibili. Non hai perso ancora un set. E perché parli anche russo?
Prima di tutto, grazie. Sì, devo dire che ho sempre creduto di poter arrivare qui, di giocare bene e battere questi avversari. Ho lavorato molto duramente con la mia squadra per arrivare a questo punto, per trovare stabilità in modo da poter giocare bene e competere contro i migliori giocatori del mondo. Ci ho sempre creduto, è questo il motivo per cui sta accadendo tutto questo ora. Per quanto riguardo il russo, ho origini russe; mio padre è ucraino, mia madre è russa – per questo lo parlo. Sono cresciuto parlando russo perché praticamente tutta la mia famiglia lo è.  

Analizzando il tuo percorso, dalle qualificazioni fino all’accesso al quarto turno per la prima volta, quale pensi sia stato il tuo miglioramento più importante per raggiungere questo traguardo?
Nelle settimane passate ho giocato tante partite. Questo è stato il punto di svolta più importante, prima di giocare qui al Roland Garros. Ho dovuto affrontare molte partite dure, per esempio battendo Musetti al Challenger di Cordenons, perdendo contro di lui al Challenger di Trieste e poi giocando contro Alcaraz. Noi ragazzi della nuova generazione ci siamo già scontrati in battaglie epiche, e siamo già pronti per giocare partite nei Major. Per esempio abbiamo visto Lorenzo (Musetti, ndr) e Carlos (Alcaraz, ndr) battere giocatori più avanti in classifica nei tornei ATP. Nel circuito Challenger ci stiamo stimolando a vicenda a migliorare il nostro livello, in un circuito che ha tutto sommato un palcoscenico minore. Ma questo è stato molto importante per me perché nei Challenger ho imparato a come affrontare queste partite, e a giocare bene da subito.

Vorrei capire il tuo background tennistico, perché credo che tu abbia un allenatore straniero, argentino per l’esattezza e ti adatti molto bene al gioco da terra battuta.
Il mio allenatore è Francisco Yunis, un ragazzo Argentino da Buenos Aires e ho iniziato a lavorare con lui l’anno scorso in Agosto, quando più o meno ero attorno al numero 408 nel mondo, dopo aver superato un infortunio. Sono cresciuto in Germania giocando sulla terra e mi sento a mio agio sulla terra battuta. Lui ha messo a posto il mio gioco, stabilizzandolo specialmente sulla terra. La scuola tennistica Argentina, per il tipo di sessioni di allenamento che si fanno lì, è particolarmente adatta per la terra battuta.

Daniel Altmaier – Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)

Avevi già affrontato Berrettini prima di oggi? Mi piacerebbe sapere, dato che hai giocato contro Musetti due volte, cosa pensi di lui?
Con Musetti ho giocato partite molto dure nel circuito Challenger. Persino quando ho perso chiaramente la prima sfida a Trieste non è stata una partita facile per lui. Quando a Cordenons ho di nuovo incontrato Musetti, ero più pronto fisicamente e mentalmente per affrontarlo, e sono stato capace di batterlo alla fine. Credo che Musetti abbia un gran potenziale, può fare tante cose durante una partita ed è senza dubbio un giocatore da tenere d’occhio per il futuro. Conosco Berettini, perché prima del mio lungo infortunio all’anca, abbiamo giocato spesso insieme nel circuito Futures, quando stazionavamo tutti e due attorno alla posizione 300 della classifica ATP, e avevamo più o meno lo stesso livello. Ci conosciamo a vicenda molto bene, da molto prima di oggi.

Hai detto che il tuo idolo è Stan Wawrinka? Per questo a fine match hai portato il dito alla tempia, era in suo onore?
Sì, Stan è il mio idolo da tanti anni. E alla fine ho fatto quel gesto per indicare la mentalità vincente che ho avuto in questo match. Come quando Stan si accende e vince la partita, è qualcosa che sento un po’ anche mio. Prendo lui come riferimento, soprattutto per come gioca. Credo di aver giocato molto bene oggi e gli sono molto grato perché mi ha aiutato prenderlo come modello quando ero infortunato. In un certo senso è uno dei motivi per cui sono in buone condizioni fisiche ora.

Alla traduzione ha contribuito Andrea Canella

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