Nadal, un record impossibile da battere (Scanagatta). Federer e Nadal, ora il sogno è il 21. Caccia in Australia (Crivelli). Musetti doma Cuevas: "Vittoria di carattere" (Cocchi)

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Nadal, un record impossibile da battere (Scanagatta). Federer e Nadal, ora il sogno è il 21. Caccia in Australia (Crivelli). Musetti doma Cuevas: “Vittoria di carattere” (Cocchi)

La rassegna stampa di martedì 13 ottobre 2020

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James, Nadal o Hamilton: l’imbarazzo della scelta. A chi va lo scettro? Rafa, il suo è un record impossibile da battere (Ubaldo Scanagatta, Giorno – Carlino – Nazione Sport)

Rafael Nadal ha compiuto, trionfando nel suo 13mo Roland Garros, un’impresa e un record che nessun altro tennista, salvo lui stesso, potrà mai battere. Non questo record. È vero che quando Pete Sampras vinse il suo 14mo Slam (7 Wimbledon, 5 US Open e 2 Australian Open), molti pensarono che superare il muro dei 14 Slam sarebbe stato quasi impossibile. Sbagliavano. Tre fenomeni, Federer 20, Nadal 20 e Djokovic 17 sono riusciti infatti a spartirsi 57 Slam, superando in tromba Sampras. I tre, tutti ultra-trentenni e tutti e tre straordinari professionisti che nulla hanno mai lasciato al caso, la preparazione atletica con stop&go tutt’altro che casuali, la nutrizione, la programmazione agonistica ben ragionata, hanno certamente approfittato del prolungamento delle carriere che preparatori atletici con i controfiocchi, con l’aiuto della medicina sportiva, con allenamenti super-mirati hanno allungato a dismisura. Alla loro età i loro predecessori avevano attaccato la racchetta al chiodo da un pezzo. O subivano pesanti tracolli. Dal 2004 (primo Roland Garros e subito trionfo da 18enne) al 2020 Rafa ha perso soltanto 2 partite su 102. Nel 2015 con Djokovic ma a seguito di vari problemi fisici a polsi e caviglie; quell’anno non vinse né Montecarlo, né Madrid, né Roma, suoi abituali terreni di conquista. L’altro k.o. arrivò nel 2009, per mano del bombardiere svedese Robin Soderling che giocò da fenomeno. Ma Rafa era molto turbato in quei mesi per via del divorzio dei genitori. 13 anni da… campione del mondo sulla terra rossa, attraverso 7 turni a torneo, in uno sport dove scendi in campo da solo e ogni anno contro i 127 migliori tennisti del mondo, significa dominare per un’intera era geologica tutta la concorrenza. Non è come trionfare 13 volte in uno sport di squadra – dove anche la qualità dei compagni influisce – o in uno sport dove alle tue grandi doti si deve accompagnare anche un mezzo meccanico di straordinaria affidabilità. Per questi motivi, per me Rafa Nadal. Con le sue braccia, le sue gambe, la sua testa, ha compiuto un’impresa sportiva assolutamente invalicabile. Non c’è concorrente che possa insidiarlo.

Federer e Nadal, ora il sogno è il 21. Caccia in Australia (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Black Jack. Con il 21 sul tavolo. Adesso, gli avversari più amici di sempre, Federer e Nadal, hanno in mano le medesime carte negli Slam: con l’impresa di Parigi, la 13° vittoria sul panno rosso del Roland Garros, Rafa ha completato l’inseguimento iniziato nel 2005 proprio in Francia, quando il Maestro di Basilea di Major ne aveva già conquistati quattro. Venti pari: quaranta trionfi in due in 17 anni, un’epoca segnata dalla rivalità più spettacolare ed emozionante della storia del tennis, capace di oltrepassare i confini del proprio sport per sublimarsi in romanzo iconico della cultura popolare. Abbagliati dal percorso comune di due tra i più grandi atleti di tutti i tempi, molti hanno auspicato una sorta di moratoria degli affetti: fermatevi qui, adesso che siete alla stessa altezza, così non ci sarà più bisogno di discutere dei vostri numeri. Speranza vana, di fronte all’indomabile spirito competitivo della fantastica coppia (e alle certo non sopite ambizioni di Djokovic, minaccioso a quota 17). L’appuntamento, del resto, è già fissato per gennaio: Australian Open 2021, se la pandemia sarà sotto controllo (al momento il torneo è confermatissimo, anche se a porte chiuse). Nei giorni scorsi Federer, per bocca dell’amico Severin Luthi, ha confermato al mondo che a Melbourne lo rivedremo finalmente in campo […] Tanto che Roger questa settimana tornerà a spingere in allenamento con l’obiettivo di ritrovare la condizione ideale per l’avvio della prossima stagione, pur con tutte le cautele suggerite da Luthi: «Il nostro motto è: non affrettiamo le cose alla sua età». Non è ancora sicuro, peraltro, se si ripresenterà direttamente a Melbourne oppure si concederà una sgambata preparatoria, magari alla ATP Cup. Il calendario, d’altronde, non è una preoccupazione neppure per Nadal dopo le fatiche vincenti di Parigi, e neppure il sogno di sottomettere finalmente le Atp Finals mai conquistate sembra smuoverlo dal proposito di non giocare più fino al prossimo anno: «Ne parlerò con il mio team e la mia famiglia, c’è una situazione difficile e bisogna fare delle valutazioni. Sicuramente però ci sarò in Australia». Torna l’incrocio perfetto, e proprio a Melbourne dove le due finali del 2009 e del 2017 hanno rappresentato una testata d’angolo per entrambi. […] Sono episodi come questi, è la condivisione di emozioni irripetibili che ha creato tra loro un legame quasi simbiotico. Il primo tweet di congratulazioni allo spagnolo dopo il successo a Parigi è stato di Federer: «Ho sempre avuto un enorme rispetto per il mio amico Rafa: come persona e come campione. È stato il mio più grande rivale, per anni: e credo che ci siamo spinti a vicenda a diventare giocatori migliori. Ora è per me un vero onore fargli i complimenti per questa sua vittoria». La replica non si è fatta attendere: «Apprezzo davvero le sue parole. Roger ed io abbiamo un bel rapporto e ci rispettiamo davvero tanto, il tempo ha modificato i nostri caratteri e la considerazione che abbiamo uno dell’altro. Lui è felice quando le cose vanno bene a me ed io sono felice per lui quando capita la stessa cosa. È un rapporto reciproco e significa molto per noi. Ho apprezzato molto e posso solo ringraziarlo per il messaggio». Arrivederci in Australia. La prossima ascensione verso l’Olimpo.

Musetti doma Cuevas: “Vittoria di carattere” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Ha messo subito il piede sull’acceleratore Lorenzo Musetti. Il 18enne di Carrara, reduce dall’exploit degli Internazionali a Roma e dal primo successo in un Challenger, continua sulla buona strada anche in Sardegna, al Forte Village di Santa Margherita di Pula dove si gioca il Sardinia Open, ATP 250 nato quest’anno dopo lo stop per pandemia. Musetti ha battuto al primo turno un giocatore esperto e molto pericoloso sulla terra come Pablo Cuevas, ora numero 63 al mondo ed ex top 20: «Sono molto soddisfatto di quello che ho fatto in campo, soprattutto per la reazione nel secondo set e per aver vinto una partita che si era complicata. Posso dire che è stata una vittoria di carattere nell’ultimo torneo sulla terra che giocherò quest’anno». Nessuna stanchezza per Lorenzo, che dopo la vittoria a Forlì (dove si è tagliato i capelli come promesso in caso di prima vittoria) è andato a giocare anche a Parma: «È vero – ha detto – sono state 3-4 settimane molto impegnative, per fortuna sono giovane, recupero alla svelta». Al secondo turno troverà Andrea Pellegrino, numero 292 al mondo, che ha battuto Lorenzo Travaglia per ritiro. Da spettatore ha seguito anche le gesta di Jannik Sinner a Parigi: «È stato bravissimo – ha detto il numero 143 al mondo – impegnare così tanto Rafa al Roland Garros. E ho seguito anche Martina Trevisan. La conosco bene ci allenavamo insieme, sono davvero contento che sia arrivata fino ai quarti. Spero presto di avere anche io qualche esperienza nel tabellone principale di un Slam». Magari in Australia, dove contadi entrare senza passare dalle qualificazioni e dove ha vinto il titolo giovanile: «Non ho mai giocato una partita tre set su cinque, ma sono molto curioso di mettermi alla prova» […]

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