Ceck-in: ritorno in finale (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)
Non cì sarà una finale tutta italiana a Santa Margherita di Pula, nell’Atp 250. Purtroppo il “gomito del tennista” ha bloccato sul più bello Lorenzo Musetti, costretto a prendere un antidolorifico prima di scendere in campo contro il serbo Laslo Djere e a ritirarsi sull’1 a 4 nel terzo set dopo aver vinto il primo 62 e perso il secondo con l’identico punteggio. Ma il confronto italo-serbo di ieri si è concluso in un pareggio. Nella seconda semifinale Marco Cecchinato, dopo un break iniziale ha battuto Petrovic 61 60 e conquistato contro Djere la sua quarta finale Atp (tutte vinte sinora) e la prima da quella di Buenos Aires nel febbraio 2019. Con questo risultato Cecchinato, si è garantito il ritorno fra i top 80 Atp (era n.103 lunedì, è virtualmente n.77) e potrebbe salire intorno a n.66 se dovesse battere Djere (n.77) oggi, come fece nei quarti ad Umago nel 2018 (64 61).
Cecchinato ritrova un posto in top-100 (Roberto Bertellino, Tuttosport)
E’ di Marco Cecchinato il sorriso più largo e bello nelle semifinali dell’ATP 250 di Santa Margherita di Pula. Il 28enne palermitano ha raggiunto la sua quarta finale in carriera nel massimo circuito (ha vinto le precedenti tre a Budapest, Umago e Buenos Aires) superando 6-1 6-0 il “lucky loser” serbo Danilo Petrovic, che aveva preso il posto di Fabio Fognini in tabellone a livello di ottavi: «Sono molto contento perché i lucky loser sono sempre pericolosi. Era quindi fondamentale entrare in campo senza sottovalutarlo e l’ho fatto. Petrovic ha un ottimo servizio e io sono stato bravo a rispondere nel modo adeguato. L’obiettivo di stagione, concordato con il coach Max Sartori, era tornare nei 100. Siamo andati oltre, con un’altra finale ATP. Sembra passato un secolo dall’ultima ed invece risale soltanto al febbraio del 2019. Abbiamo preparato bene il match con Max e occorrerà fare la stessa cosa in ottica finale per il titolo». Sartori è contento: «Con Marco lavoriamo insieme da 5-6 mesi ed è tutto merito suo. È stato bravo a ritrovarsi, capire cosa doveva fare e cosa gli mancava. Ha ritrovato smalto e in questi giorni quel coraggio che serve in partita». Ora Ceck affronterà un altro tennista serbo, Laslo Djere, contro il quale l’unico precedente (quarti a Umago 2018) è a lui favorevole. Si è arrestata invece proprio contro Djere (2-6 6-2 4-1 ritiro) in semifinale, anche a causa di un problema al gomito destro, la bella corsa di Lorenzo Musetti, che domani farà registrare l’ennesimo miglioramento nel ranking. Nella terza frazione, sull’ 1-2 e servizio, Musetti ha avvertito due fitte al gomito destro in battuta. Dopo due giochi e un intervento medico si è arreso sull’ 1-4 e servizio: «Già nell’allenamento del mattino – ha detto al termine Musetti – sentivo che qualcosa non andava Ho preso un antidolorifico che mi ha coperto nella prima parte del match. Nella seconda lui è stato abile a salire di rendimento e girarsi meglio sul diritto. Per come stavano andando le cose ha meritato comunque di vincere. Ora valuteremo il problema L’idea è di fermarmi una settimana e allenarmi sul veloce in vista del Challenger ad Amburgo, in Germania. Il finale di stagione è in ogni caso ancora da pianificare». […]
Cecchinato vola in finale. Musetti, stop sul più bello (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)
La felicità ha il sorriso aperto e orgoglioso di Marco Cecchinato. Il siciliano ha dominato 6-1 6-0 il lucky loser serbo Danilo Petrovic e ha così festeggiato al Forte Village Sardegna Open la quarta finale ATP in carriera, la prima dal torneo di Buenos Aires del 2019. «E’ passato un anno e mezzo, ma sembra un’eternità. Avevo bisogno di questa finale. Mi sono allenato tanto e con qualità». Cecchinato può godersi anche un’altra missione compiuta, il ritorno fra i primi 100 del mondo. È partita una collaborazione tecnica con il coach Massimo Sartori che sta dando grandi risultati. «A livello di gioco ho più pazienza, sono più ordinato durante tutta la partita. Gioco dal primo all’ultimo punto ad alto livello». ha spiegato in conferenza stampa. Il siciliano affronterà in finale Laslo Djere. Ed è un buon segno, perché l’ha battuto due volte su due, nettamente, e ha sempre vinto il torneo. Djere, numero 71 del mondo, ha eliminato Lorenzo Musetti. L’azzurro si è ritirato per un problema al gomito quando era sotto 2-6 6-2 4-1. «Non mi era mai capitato – ha spiegato in conferenza stampa – ho sentito due fitte e ho preferito non peggiorare la situazione. La settimana farò degli accertamenti poi spero di poter giocare il Challenger di Amburgo e iniziare la stagione sul duro».
Ceck…rinato (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
«Ma il vero Cecchinato è quello della semifinale al Roland Garros 2018 o quello che non riesce più a vincere?». Glielo avevamo chiesto, a bruciapelo, durante il lockdown, quando il tennis si era fermato e con lui anche la spirale negativa dei risultati del palermitano. La risposta era stata decisa, sicura: «Di certo non è quello che avete visto negli ultimi mesi, e sto lavorando sodo per dimostrarlo». Aveva ragione, e lo ha dimostrato: da quando il tennis è ricominciato, Marco Cecchinato è rinato, con le motivazioni giuste, il coach giusto, l’approccio giusto. E oggi, al Sardinia Open che si gioca al Forte Village di Pula, il palermitano che batté Djokovic a Parigi, torna finalmente a giocarsi un trofeo dopo aver liquidato il lucky loser serbo Petrovic. Con umiltà, un Atp 250, che però lo ha già tirato fuori dal girone di chi è uscito dalla top 100. La classifica dice numero 77 al mondo, una posizione che cambia il panorama, le carte in tavola, i programmi. Un’iniezione di fiducia che fino a pochi mesi fa sembrava impossibile. Il bilancio degli ultimi mesi parla chiaro: dal Roland Garros 2019 fino al lockdown. Marco aveva un bilancio di due vittorie e 21 sconfitte. Dalla ripresa invece ha vinto 18 partite su 24 giocate, qualificazioni e challenger compresi. Oggi, nelle vene di Ceck, torna a scorrere l’adrenalina di una finale, sensazione che non provava da febbraio del 2019, quando trionfo a Buenos Aires sconfiggendo Diego Schwartzman: «Sono felice di avere un’altra occasione. Sembra passata una vita ma è solo un anno e mezzo…». Si vinca o si perda oggi, i motivi sono tanti. Dalla fiducia ritrovata alla famiglia allargata con l’arrivo di Edoardo, il suo primogenito, avuto dalla compagna Gaia, che oggi saranno davanti alla televisione: «All’inizio è stato difficile abituarmi a viaggiare da solo. Ma con l’arrivo del bambino abbiamo deciso che era meglio non andare troppo in giro vista la situazione Covid. Appena si potrà, anche lei tornerà a seguirmi nei tornei perché mi dà una grande carica. Voglio fare bene anche per mio figlio». Il vero “miracolo” sportivo, far resuscitare tennisticamente Cecchinato, è opera di coach Massimo Sartori. Uno che la sa lunga: da sempre tecnico di Andreas Seppi e scopritore della perla Jannik Sinner. Con Sartori. Marco aveva iniziato a lavorare da giovane per poi dividere le loro strade, finalmente ricongiunte: «Quando ero nel momento più nero della crisi ho capito che solo lui avrebbe potuto aiutarmi. Tecnicamente e mentalmente. Perché mi conosce da quando ero ragazzino, è un coach preparatissimo e sa come prendermi. Quando parla io ascolto, apro le orecchie, mi fido ciecamente di quello che dice. Abbiamo lavorato tantissimo, sia fisicamente che in campo per tutti i mesi del lockdown. E allenarmi tanto e bene mi ha rigenerato. Ora ho più pazienza, gioco dal primo all’ultimo punto con la stessa concentrazione. All’inizio della stagione ci eravamo dati come obiettivo di rientrare tra i primi 100 e ora abbiamo fatto meglio rispetto alle nostre aspettative. Dovremo rivedere un po’ i nostri programmi da qui alla fine dell’ anno, magari chiudendo la stagione prima del previsto per prepararci meglio all’Australia». Intanto, oggi, c’è da completare l’opera portandosi a casa il titolo. […]