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Rafa Nadal: “Non so quando mi ritirerò. Le cose nella vita cambiano rapidamente”
Intervista de El Periódico de Catalunya al campionissimo Nadal. “Chi lo sa quando mi ritirerò. Per ora non ci sono ragioni di smettere. Conta essere apprezzati per quello che siamo veramente, non solo per quello che facciamo”
Mai banale, Rafa Nadal, quando rilascia interviste. Il campionissimo spagnolo, dopo il leggendario 13° trionfo parigino, nonché 20° titolo Slam grazie al quale eguaglia il suo grande amico e rivale Roger Federer, ha risposto alle domande del giornale El Periódico de Catalunya sul suo prossimo futuro. Lo sappiamo, i talenti di Rafa si estendono anche ad altri sport e attività, come il calcio, il golf e la nautica e, prima di rivederlo in campo a Parigi-Bercy, ultimo Master 1000 in programma in questo sofferto 2020, Rafa sta disputando, proprio in questi giorni nella sua Maiorca, i Balearic Championships di golf.
“Non posso sapere quando mi ritirerò” ha commentato il 34enne maiorchino a proposito del suo futuro, “chi lo sa, non si può programmare l’avvenire. Non sappiamo cosa abbia in serbo la vita, la motivazione magari un giorno può venire meno a causa delle cose che possono accadere. Spero di no, per ora non è così ma non possiamo mai sapere perché le situazioni, nella vita, possono cambiare molto rapidamente“.
Il fuoriclasse di Manacor ammette che continuerà a giocare finché sentirà bruciare il fuoco sacro per lo sport e le gare ma, soprattutto, sarà il suo corpo a decidere fino a quando potrà sostenere il ritmo degli allenamenti e della competizione: “La condizione fisica è molto importante per determinare se possiamo continuare o meno ad essere competitivi. Per questo, se gli infortuni mi danno tregua, per ora non vedo nessuna ragione per smettere di gareggiare. È chiaro che se il corpo avverte ogni giorno dolore, allenarsi e competere diventa una sofferenza e allora, in quel caso, bisogna cominciare a prendere in considerazione il ritiro“.
La tempra e la classe di Nadal sono da campionissimo anche per quanto riguarda l’enorme importanza che Rafa attribuisce ai rapporti umani e alla loro autenticità: “Dico sempre che mi piacerebbe essere ricordato molto di più come una persona buona che come un grande campione. Perché, alla fine, le vittorie, i titoli, i momenti di felicità, di euforia, di adrenalina, di eccitazione per tutto questo sono passeggeri. Le emozioni che susciti nella gente e le imprese sono anch’esse passeggere. Suscitano interesse per quello che faccio e non per quello che sono. Per me invece è importante che la gente che ti conosce bene abbia un’opinione positiva di te, perché l’immagine che viene trasmessa al mondo può essere artefatta”.