[4] A. Zverev b. [1] R. Nadal 6-4 7-5
Alexander Zverev ha conquistato la finale al Masters 1000 di Parigi-Bercy battendo Rafa Nadal per 6-4 7-5 in 99 minuti. Il tedesco è stato superiore per quasi tutto l’incontro, infilando 37 vincenti contro i 17 dell’avversario a fronte dello stesso numero di errori, e il match è rimasto in equilibrio quasi esclusivamente in virtù della occasioni sprecate dal tedesco nel secondo set. Si tratta della seconda vittoria in sette confronti con l’iberico, e della settima finale conquistata in un Masters 1000, la prima da Shanghai 2019 dove perse proprio contro il suo avversario di domani, Daniil Medvedev.
IL PERCORSO – Una grafica mostrata prima del match da TennisTV ha evidenziato la grande continuità dei due in questo tipo di tornei, certificando la nobile schiatta dell’incontro: Nadal ha la più alta percentuale di vittorie nei Masters 1000 fra i giocatori in attività (83 percento), Zverev la quinta con il 66. Come detto, il bilancio era 5-1 Nadal nei confronti diretti, ma Zverev aveva vinto l’unico confronto indoor, che era anche l’ultimo fra i due, alle scorse Finals. Entrambi venivano da una striscia positiva in doppia cifra, 10 vittorie per Nadal, 11 per Zverev.
Le partite al chiuso non hanno mai arriso particolarmente a Rafa, per una serie di motivi: i suoi fondamentali carichi risentono del rimbalzo più basso; gli avversari possono essere più aggressivi in virtù della maggiore pulizia nel colpire determinata dall’assenza di vento; generalmente arriva molto stanco al tramonto della stagione. Quest’ultimo fattore, però, nel 2020 non sussiste, e i miglioramenti con la battuta (oltre alle molte assenze) gli hanno offerto forse la più grande chance per vincere il suo primo big title indoor in tre lustri (l’ultimo, e il solo, a Madrid 2005).
Nadal, anche per i motivi di cui sopra, non aveva infatti avuto un percorso semplice, rimontando i connazionali Lopez e Carreno Busta ed annullando un set point a Jordan Thompson. Il maiorchino aveva però servito benissimo, perdendo la battuta solo due volte e concedendo 10 palle break in tre uscite – stesso numero per l’avversario, ma con cinque break concessi. Entrambi hanno vinto più dell’80 percento dei punti con la prima nei match giocati finora (e concretizzato più della metà delle palle break), ma mentre Nadal ha sempre vinto almeno il 56 con la seconda, il tedesco ha sofferto come da costume sul colpo sia con Mannarino che con Stan The Man; per Sascha era dunque più importante avere percentuali alte di prime in campo.
Zverev ha rischiato grosso contro un altro mancino, Adrian Mannarino, agli ottavi (ha annullato tre set point nel primo e sprecato un match point nel secondo prima di chiudere 6-4 nel set decisivo) e si è salvato quando Wawrinka ha servito per portarla al terzo ieri sera. Il teutonico si è sempre trovato bene su questa superficie, vincendo le Finals del 2018 e vincendovi cinque dei suoi tredici titoli, inclusa la doppietta di Colonia delle ultime settimane. Prima semifinale a Parigi per lui alla quarta partecipazione, quinta su otto partecipazioni per Nadal, la seconda di fila dopo il ritiro dello scorso anno prima di affrontare Shapovalov con una finale raggiunta nel lontano 2007, persa contro Nalbandian.
PRIMO SET – “Rafa è uno dei migliori difensori del circuito, quindi attaccarlo non è necessariamente un buon piano partita contro di lui, bisogna cercare di giocare un match intelligente”, ha detto Zverev prima prima dell’incontro. Nadal deve averlo ascoltato, perché l’ha letteralmente costretto a spingere con palle senza peso al centro per il 15-30 nel primo turno di risposta. Sascha ha però reagito subito, tirandosi fuori dal pericolo con due botte a uscire da sinistra e colpendo due risposte vincenti di rovescio in allungo nei primi giochi, vincendo quattro punti su cinque sulla prima dell’iberico; ha così trovato il break a zero con una serie di sette punti consecutivi ottenuti pungolando il rovescio dell’avversario e sbagliando poco.
Zverev ha avuto pochissimi problemi a gestire i colpi tagliati di Nadal, trovando anzi spesso il vincente con il dritto lungolinea dopo aver buttato l’avversario fuori dal campo. Se il primo favorito del torneo aveva ascoltato le parole dell’avversario, il quarto aveva sicuramente buttato l’occhio sui sopracitati numeri alla battuta, e ha infilato 12 dei suoi primi 15 servizi (ha chiuso il parziale al 78 percento), senza dare troppo margine di rientro alla prima testa di serie.
Nadal ha dovuto necessariamente cercare di incidere maggiormente con i primi colpi dello scambio, sia in termini di velocità che di angoli, ma non è riuscito a leggere il servizio da sinistra del tedesco, che è salito 5-3 con tre ace consecutivi da quella mattonella, e ha chiuso nel turno successivo con una bella palla corta dopo un servizio al corpo dopo 37 minuti. Davvero un set perfetto per Sascha, con 19 vincenti (di cui nove ace) a fronte di soli sette errori e il dominio dei punti rapidi, 22-15.
SECONDO SET – Nonostante una maggiore incisività di Rafa con la prima, Zverev ha continuato a non soffrire nello scambio, specialmente sul lato sinistro dove il rimbalzo basso gli ha sempre consentito di colpire all’altezza dell’anca. L’impressione è sempre stata di grande agio per il più giovane, con lo spagnolo costretto a magate come questa:
Le risposte del finalista di Flushing Meadows hanno continuato a trovare la profondità, e Nadal non è stato pronto all’uscita dal servizio, mettendo largo un dritto per la palla break nel terzo gioco, e sull’attacco a rete successivo il dritto in cross è rimasto appena meno ingiocabile del solito, permettendo all’avversario di mettere in campo un passante comunque molto complicato e di salire 3-1. Nel game successivo, Zverev ha avuto l’opportunità di chiudere definitivamente il match, rimontando da 30-0 e salendo a palla break grazie a una palla accomodata dal nastro, ma Rafa si è salvato con un evergreen, servizio slice e attacco a campo aperto.
Uno dei crocevia decisivi è arrivato lì: Zverev ha perso brillantezza alla battuta, e ha concesso il 15-40 con un errore di rovescio al termine di un agonico scambio da 26 colpi, ma si è salvato con il servizio e con un grande punto quasi altrettanto lungo, iniziato con una seconda che ha fluttuato nell’aria per qualche attimo prima di atterrare mansueta sulla riga (un altro grande classico) ma gestito benissimo con il rovescio sfidato dai continui back dell’avversario prima della chiusura a rete.
Il match sembrava essersi chiuso lì, perché la tds N.4 ha prima trovato nuovamente la risposta profonda e poi giocato un passante stretto di rovescio in corsa elusivo e murrayano al limite della beffa. Nadal si è invece riscosso, trovando due rari vincenti da fondo per la parità. Zverev ha continuato a dominare da fondo trovando un’altra opportunità con il dritto; ancora una volta, però, la combo servizio-esterno-dritto-a-uscire ha tenuto a galla lo spagnolo.
Sprecata un’altra chance, Zverev ha ricominciato a tirare alcune delle sue famose seconde anodine, lasciando spazio all’avversario, e, conscio delle proprie incertezze, ha concesso una palla break cercando una seconda a 200 all’ora per il primo doppio fallo di giornata – Nadal ha preso subito il controllo dello scambio successivo, obbligando il tedesco a sbagliare il passante per il 4-4. La prossemica dei due è cambiata immediatamente, il pugnetto dell’iberico sempre più presente e le spalle di Zverev ammosciate dalla gravità e dalle occasioni sprecate.
Gli va dato atto, però, di essersi rapidamente risollevato: sapeva benissimo che le sue cifre al servizio non sarebbero rimaste sempre tanto alte, e che gli scambi si sarebbero allungati. Il momento di défaillance ha fatto seguito a una ritrovata solidità con il servizio e all’accettazione dello scambio prolungato (alla fine ha vinto 9-4 nei punti sopra i nove colpi, 6-1 nel secondo set). Sascha ha mostrato grande accortezza nello scegliere i momenti in cui verticalizzare, ed è salito a palla break con una volée accarezzata dal nastro dopo un buon approccio con l’inside-out, e il terzo errore con il rovescio di Nadal nel game l’ha portato a servire per il match. La racchetta stavolta non ha tremato: il tredicesimo ace gli ha dato tre match point, e nonostante un bullet train di Rafa in risposta, un dritto in corridoio gli ha dato la vittoria.
“Non è mai facile affrontare Nadal, ma sono contento di essere arrivato in finale, anche perché non avevo mai fatto bene in questo torneo”, ha detto il vincitore a fine match. “Conosco Daniil fin dai tempi dei junior e l’ho battuto un po’ di volte, ma lui ha vinto lo scorso anno a Shanghai e le finali fanno sempre storia a sé“. Il bilancio con il russo è di 5-1 in suo favore.