Australian Open: Djokovic si fa male e pensa al ritiro, ma si riprende e batte Fritz al quinto

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Australian Open: Djokovic si fa male e pensa al ritiro, ma si riprende e batte Fritz al quinto

Avanti due set a zero l’otto volte campione scivola e si infortuna agli addominali, viene rimontato da Taylor ma la spunta in volata. “All’inizio del terzo volevo gettare la spugna, è andata bene ma sono preoccupato”

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Novak Djokovic - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen) (1)
 

[1] N. Djokovic b. [27] T. Fritz 7-6(1) 6-4 3- 4-6 6-2

Si è concluso con il boato di Novak Djokovic nel silenzio tombale della Rod Laver Arena un venerdì australiano pieno di cose, di vita, di drammi sportivi. Sembrava spacciato l’otto volte campione, sconfitto non da un pur lodevole Taylor Fritz, il quale, nonostante i due set di svantaggio, aveva offerto ammirevole resistenza, ma da una scivolata sulla scritta in vernice “Melbourne” occorsagli all’inizio della terza frazione, che gli ha procurato, se abbiamo bene inteso, una lesione muscolare nella regione addominale.

Il fisioterapista immediatamente convocato in loco non ha potuto far molto più che somministrare un antinfiammatorio e manipolare infruttuosamente il campione, da quel momento impossibilitato a muoversi specie sul lato destro e per un’ora in mezza in balia del suo avversario. Fritz, è necessario riconoscerlo, non si è fatto distrarre dai sofferentissimi soliloqui uniti alle smorfie di dolore in scena dall’altra parte del campo, ed è stato abile ad approfittare della contingenza per trascinare al quinto la contesa. A lungo parso sull’orlo del ritiro, Nole è rimasto agganciato con il servizio. Poi il muscolo dolente dev’essersi scaldato, perché nel quinto set egli ha di nuovo avvicinato la miglior versione di sé stesso, finendo per vincere.

All’inizio del terzo, dopo il medical time out, pensavo seriamente di ritirarmi, perché non riuscivo a muovermi – ha dichiarato Djokovic subito dopo la fine dell’incontro -. Potevo solo a servire, e al servire bene era legata l’unica possibilità che avevo di farcela. Nel quinto le cose sono migliorate e mi sono ripreso, ma sono preoccupato per il prosieguo del torneo, penso sia uno strappo, anche il fisio ha avuto questo sospetto“. Detto che una diagnosi più verosimile potrebbe rivelare uno stiramento, non essendo noti esseri umani in grado di camminare con un muscolo strappato e figuriamoci di correre, occorrerà vedere come passerà la nottata, e valutare il quadro clinico domani. Di certo non il modo migliore per preparare un ottavo contro Milos Raonic, su questo di dubbi ne abbiamo pochini.

Un finale da tener tutti col fiato sospeso, anche se i “tutti” per l’ultima mezzora di gara sono stati arbitri, inservienti e il notabilato all’angolo dei due giocatori. Ancora una volta se avesse piovuto lo avrebbe fatto sul bagnato, e le partite di tennis di questo Open, soprattutto le più emozionanti, sembrano essere destinate al continuo gregariato in favore di eventi extra campo. Stavolta ha pensato l’ormai chiacchieratissimo governo dello Stato di Victoria a tirar fuori il coniglio dal cilindro, imponendo un subitaneo lockdown di cinque giorni a partire dalla mezzanotte australiana da poco passata. Nessuna eccezione per il match in oggetto, che dopo la mezzanotte si è in effetti concluso. Tutti fuori alla fine del quarto set, tra boati di disapprovazione a notevole livello di decibel.

Non che il pubblico si fosse comportato granché bene fino al coprifuoco. Caotica sin dal principio, con i suoi più ispirati rappresentanti inclini a strillare fonemi senza senso prima delle seconde di servizio, e nel complesso guastata da connazionali di Fritz presumibilmente alticci impegnati a reiterare discutibili cori patriottici, la folla è stata a stento contenuta dal giudice di sedia, il signor John Blom, obbligato a vestire i panni del padre deluso. “Sapete come vi dovete comportare, non c’è bisogno ve lo ricordi io“, a un certo punto abbiamo avuto la fortuna di sentire.

Calato il silenzio, la parola, adesso perfettamente udibile, è passata ai giocatori impegnati nella volata del quinto. Sul tre a due Serbia, con Fritz trenta a zero e servizio, tutti hanno potuto apprezzare il “non mi regala una palla con cui Nole ha inteso esprimere il proprio risentimento per la taccagneria di un avversario poco incline ai regali. Basta chiedere: quattro punti in fila per Novak, break, e passeggiata finale verso il successo.

Novak Djokovic e Taylor Fritz – Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)

Nell’impossibilità di sapere come il primo favorito stia realmente, conviene appoggiarsi alle sensazioni restituite dalla partita di oggi, e non è stato il miglior Djokovic possibile. Aveva vinto il primo al tredicesimo gioco dopo aver sprecato un break di vantaggio e si era salvato sul cinque pari, zerotrenta; aveva vinto anche il secondo, traballando però con il dritto e offrendo a Fritz qualche chance di troppo per rientrare. Sul resto della partita occorre fare la tara, e comunque, spesso, i più alti graduati di un torneo importante nel corso della prima settimana sistemano le loro cose. Sabato Milos Raonic andrà a vedere le carte: se Nole non ha bluffato, quell’ottavo potrebbe rivelarsi molto più in bilico di quanto ci aspettiamo.

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