Berrettini: "Oggi sono stato più pronto di lui. Con Tsitsipas non dovrò inventarmi chissà cosa"

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Berrettini: “Oggi sono stato più pronto di lui. Con Tsitsipas non dovrò inventarmi chissà cosa”

Matteo è pronto ad affrontare il greco: “L’energia che ho adesso è buona”. Sui giocatori che si lamentano: ” Per noi è complicato, ma ovviamente non è una cosa paragonabile a chi ha perso il lavoro”

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Matteo Berrettini - ATP Cup 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Sto bene dai. Sono contento per la vittoria“. Ha esordito così Matteo Berrettini in conferenza stampa, rispondendo al nostro Vanni Gibertini che gli ha chiesto aggiornamenti sulle sue condizioni fisiche dopo l’infortunio patito nel corso della partita vinta contro Khachanov, che lo ha ugualmente promosso agli ottavi dell’Australian Open. “Sicuramente sento qualcosa, ma ancora non so bene cos’è. Ho fatto trattamenti, tutto quello che dovevo fare, vediamo domattina come mi sveglio“.

Berrettini e Khachanov si sono breakkati due volte a testa, nel primo set, e poi hanno tenuto tutti i turni di servizio fino al termine della partita. I tre tie-break, però, sono finiti tutti nelle mani di Matteo. “Non so quale sia il mio record nei tie-break, se ne ho vinti più di quanti ne ho persi. Mi piacerebbe scoprire che ne ho vinti di più!“. A Matteo farà dunque piacere che è così, perché nel circuito maggiore ne ha vinti 41 e persi 35, suddivisi in 61 match (34 dei quali vinti). “In generale oggi credo di aver costruito di più durante i game normali” prosegue Matteo, che offre una piccola ricetta per arrivare preparati al gioco decisivo. “Sapevo che nel momento importante avrei vinto i punti importanti – era come una sensazione, mi ero creato lo stato mentale per vincere quei punti. Durante i game normali studi l’avversario, le cose più evidenti e cerchi di incamerare il più possibile. Poi ovviamente c’è una dose di fortuna e in parte dipende dall’avversario; oggi credo di essere stato più pronto di lui“.

Matteo, che si appresta a giocare il suo quarto ottavo di finale Slam, si dice soddisfatto delle condizioni di gioco. “I campi sono molto rapidi, e come in tutti i tornei i campi grandi sono leggermente più lenti. Però mi trovo bene, il mio servizio e il mio gioco aggressivo pagano di più su questi campi. È anche una questione di approccio mentale, comunque le condizioni mi piacciono“. Punto di partenza importante, considerando che al prossimo turno c’è Stefanos Tsitsipas. “Sarà una partita difficile, è un ragazzo giovane ma ha già vinto tanto e calcato grandi palcoscenici. Ci ho perso due volte in partite molto tirate (sempre negli Slam; quali US Open 2017 e Australian Open 2019, ndr). Ci conosciamo bene e ci siamo allenati spesso insieme. Sarò pronto, non credo di dovermi inventare chissà cosa. Giochiamo in modo abbastanza simile, vincerà chi giocherà meglio i punti importanti“.

Matteo Berrettini – Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)

La chiusura è sulle difficili condizioni di gioco imposte dalla pandemia, un tema sul quale Matteo si è sempre dimostrato molto sensibile. “In generale credo che nessun torneo sia stato semplice da quando è arrivato il Covid. Passare dal pubblico al non pubblico è stato un cambio grosso. Dispiace, perché credo che l’atmosfera sia completamente diversa e ne perde lo spettacolo. Speriamo che il lockdown duri solo 5 giorni. In ogni caso voglio cercare di prendere solo le cose positive da questa situazione. Giocare, divertirmi, provare a sentire quella adrenalina che negli ultimi mesi del 2020 è un po’ mancata. Quello che conta è come scendi in campo, e l’energia che ho adesso è energia buona“.

È giusto che i tennisti, o in generale gli sportivi, debbano lamentarsi se si trovano a competere in condizioni più dure a causa delle restrizioni imposte per partecipare ai tornei? “È sempre tutto molto relativo. Credo che durante una pandemia non sia giusto dure ‘questo è più sfortunato di quello’, tutti stiano perdendo tanto. Lo sportivo è più in vista perché ha i riflettori adesso; per noi è complicato, ma ovviamente non è una cosa paragonabile a chi ha perso il lavoro. Se penso ai ristoranti che sono chiusi da due mesi, allora mi dico ‘Oh, ma io sono fortunato’; se però mi chiedi se giocare qui è uguale agli altri anni ti dico no. Ci può stare che uno si possa lamentare e ci può anche stare che, come io faccio, si cerchi di fare con quello che abbiamo“.

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