Sinner, che lezione. Musetti, che bravo (Bertellino). Musetti, l'esplosione messicana del talento puro in stile Federer (Valesio). Bravo Musetti: ha talento e creatività (Bertolucci)

Rassegna stampa

Sinner, che lezione. Musetti, che bravo (Bertellino). Musetti, l’esplosione messicana del talento puro in stile Federer (Valesio). Bravo Musetti: ha talento e creatività (Bertolucci)

La rassegna stampa di venerdì 19 marzo 2021

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Sinner, che lezione. Musetti, che bravo (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Ha illuso Jannik Sinner dopo aver vinto il primo set del match di quarti nell’ATP 500 di Dubai contro il personaggio nuovo del tennis mondiale, il russo Aslan Karatsev, esploso ad alti livelli a 27 anni. Il 19enne azzurro ha conquistato la prima frazione al tie-break dopo essere stato in vantaggio 4-1 nel set ed aver subito il ritorno del rivale, semifinalista agli ultimi Australian Open partendo dalle qualificazioni. Karatsev ha alzato ancora i ritmi nel secondo set giocando come un flipper e con un break ha pareggiato la contesa portandola al terzo set. Sinner è partito male (0-1 al servizio) ma si è subito ripreso (1-1). Karatsev ha superato un pericoloso passaggio a vuoto (15-40 sul suo servizio) e da quel momento ha giocato come un “top 5”. Battuta precisa e letale, colpi in controbalzo finiti sulle righe o quasi. Sinner ha provato a resistere ma non ha potuto compiere l’impresa. Il russo con altri due break è volato in semifinale dopo 2 ore e 28 minuti sul 6-7 6-3 6-2. Continua a stupire in positivo Lorenzo Musetti, nei quarti dell’ATP 500 di Acapulco (in campo questa mattina alle 5 ora italiana contro Dimitrov) grazie allo “scalpo” di Frances Tiafoe (2-6 6-3 7-6).

Musetti, l’esplosione messicana del talento puro in stile Federer (Piero Valesio, Il Messaggero)

E se fosse toccato a noi? Da anni ci si interroga più o meno a bassa voce: quale Paese avrà l’onore e l’onere di tenere a battesimo uno che giochi più o meno come quello svizzero, avete presente? Si, lui. Perché è chiaro che a un talento come quello importa zero dei confini: trova casa dove gli pare. Basti ricordare che lo sciatore più entusiasmante della storia, Alberto Tomba, nacque in pianura, a Bologna, e imparò a sciare sulla collina di San Luca che non è esattamente il K2. Se un tale unto del Signore fosse davvero nato da noi dunque? Caricare questa responsabilità sulle spalle di Lorenzo Musetti sarebbe un reato. Però il buon Lorenzo ha concentrato su di sé le luci della ribalta grazie a quanto sta combinando ad Acapulco dove, dopo aver vinto tre match nelle qualificazioni, ha battuto prima Schwartzman (9 al mondo) e poi Frances Tiafoe. Entrambi al terzo set dopo lotte durissime e allontanando così da sé alcune perplessità che avevano accompagnato il suo inizio di stagione. Ma l’elemento che può portare a porsi l’interrogativo di cui sopra è lo stile di gioco di Musetti e soprattutto chi è, e da dove proviene. Lorenzo non arriva al tennis muovendo da una qualche famiglia agiata: da buon carrarese il padre era operaio in una cava di marmo e il tennis ha iniziato a praticarlo contro un muro della casa della nonna. E come tutti quelli che iniziano da soli contro un muro ha sviluppato uno stile semplice, naturale. Rovescio a un mano e deliziosamente anticipato (se no la palla, mentre si gioca contro il muro, scappa via). Diritto prima piatto, poi giocato con la testa della racchetta bassa in modo che la palla non passi troppo vicina al nastro. A La Spezia Simone Tartarini, il suo mentore e coach ha un’idea luminosa: non stravolgere gli istinti naturali di Lorenzo, non forzarne la crescita fisica. Non tenerlo nella bambagia ma accettare di buon grado, ad esempio, i frequenti inviti di Patrick Mouratoglou nel suo centro di Antibes. Respirare la stessa aria di Serena male non può fare, anzi. Il risultato è che Lorenzo oggi è a ridosso dei primi cento giocatori del mondo, e nella notte italiana ha sfidato Grigor Dimitrov. Se Sinner è certamente più avanti di lui nella crescita e nella consapevolezza di sé, Lorenzo ha confidenza con altre armi. Il suo è un tennis leggerissimo, ma non nel senso che i suoi colpi non fanno male. Solo trasuda calma e classe prima che potenza. Eleganza e talento ci sono. C’è potenza mascherata da leggerezza, ma c’è ancora tanto da lavorare per portare tutto questo a essere produttivo ad altissimi livelli. Ma perché ci dobbiamo pensare oggi?

Bravo Musetti: ha talento e creatività: il futuro è suo (Paolo Bertolucci)

Il prepotente atterraggio sul pianeta tennis di Sinner ha avuto il merito di accendere i riflettori sul nostro movimento e di preparare la pista al diciannovenne Lorenzo Musetti. Gente tosta i carrarini, cresciuti ai piedi delle Alpi Apuane, testardi al punto giusto e con la testa sulle spalle. Quando a queste qualità si abbina il talento non può che nascere un prospetto dalle grandi potenzialità. Colpire la palla è un atto creativo e Lorenzo eccelle in questo campo. Pur avendo da poco iniziato a frequentare il circuito si è messo presto in luce per la naturalezza dei colpi e per la varietà di soluzioni. Non si sottrae allo scontro e non arretra nel corpo a corpo. Appare ancora indeciso sul da farsi con il servizio dove si lascia guidare più dall’istinto che dalla razionalità. Anche nel dritto accusa qualche lieve impaccio che potrà essere risolto con una migliore ricerca della palla. Il rovescio a una mano è poesia: l’eleganza del gesto, la varietà delle soluzioni e la continuità di rendimento sono una garanzia. Lorenzo è giustamente ambizioso e il tempo, vista la giovane età, è dalla sua parte. Lo aspetta un futuro ad alto livello.

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