Il sogno di Musetti si infrange contro Tsitsipas (Massetani). Musetti idolo di Acapulco (Bertellino). Musetti dopo Sinner. Tennis, il futuro è azzurro (Semeraro)

Rassegna stampa

Il sogno di Musetti si infrange contro Tsitsipas (Massetani). Musetti idolo di Acapulco (Bertellino). Musetti dopo Sinner. Tennis, il futuro è azzurro (Semeraro)

La rassegna stampa di domenica 21 marzo 2021

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Il sogno di Musetti si infrange contro Tsitsipas (Marco Massetani, Corriere fiorentino)

Quando all’alba italiana di ieri perfino il collaudato e affidabile rovescio spedisce la pallina in rete, ecco che i valori tecnici tornano a ristabilirsi e il sogno svanisce. Lorenzo Musetti, 19enne di Carrara che per tutta la settimana ha tenuto sveglia l’Italia del tennis, esce tra gli applausi dalla semifinale dell’Atp 500 di Acapulco, in Messico, sconfitto dal greco n.5 al mondo Stefanos Tsitsipas, al quale riesce a rosicchiare appena 4 game in un’ora e 19 minuti di gioco (6-1, 6-3 lo score). «Fisicamente ero cotto per le partite precedenti, l’ho sentito nelle gambe e nello stomaco, non riuscivo a respirare — afferma Musetti a fine match — e Tsitsipas era troppo forte per me, ha giocato a un livello che al momento non mi appartiene. E stata una settimana da sogno, ogni giorno si sono aggiunte delle emozioni particolari. Mi è piaciuto tantissimo il calore del pubblico, non dimenticherò questo torneo». Il cemento di Acapulco rimarrà uno snodo cruciale della carriera di Lorenzo Musetti. L’allievo di Simone Tartarini è apparso potenziato sotto il profilo fisico, maturato nella gestione tattica e mentale del match e concreto quanto basta per stare al passo con i campioni. Almeno con i top 100 mondiali, un’élite prestigiosa della quale il tennista di Carrara entrerà a far parte da domani con il n. 94 Atp che vale momentaneamente l’accesso ai tabelloni principali dei prossimi Slam. E mentre si azzardano i paragoni, per stile, con l’immenso Roger Federer e piovono i complimenti di due totem azzurri come Paolo Bertolucci («ha talento e creatività») e Adriano Panatta («più divertente di Jannik Sinner come giocatore»), Musetti si gusta la luce dei riflettori anche se è già tempo di fare le valigie. Prima tappa Miami dove, salvo altre cancellazioni, sarà costretto a partire come n. 1 delle qualificazioni del Master 1000. Quindi il ritorno in Europa per una probabile wild card al torneo di Montecarlo e infine Roma.

Musetti idolo di Acapulco (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Si è fermata al settimo incontro la splendida cavalcata di Lorenzo Musetti nell’ATP 500 di Acapulco, dopo tre successi in qualificazione e tre in tabellone. Musetti si arreso alla forza del n° 5 del mondo, l’ateniese Stefanos Tsitsipas. Una forza che al di là del punteggio (6-1 6-3) è stata messa a dura prova dal 19enne di Carrara, in particolare nella prima parte del secondo set, quando si è portato sul 3-2 e ha costretto il greco a un grande gioco per pareggiare i conti. A quel punto le energie residue di Musetti, fisiche e nervose, sono terminate e Tsitsipas, che ha fatto i complimenti al giovane azzurro, ha incamerato gli ultimi tre giochi. Prima tanto spettacolo, con Musetti letale con le palle corte e la fantasia, tanto da aver portato ancora una volta il pubblico tutto o quasi dalla sua parte, chiudendo con 19 vincenti a fronte di 13 errori gratuiti. Applausi per lo sconfitto a scena aperta, non capita spesso nel circuito. Musetti ha conquistato tutti e si è guadagnato nuovi soprannomi, come quello affibbiatogli da Brad Gilbert, ex coach di Andre Agassi. Lo ha chiamato “Museratti”, per la sua unicità. «Ho vissuto una settimana da sogno. Mi sentivo molto stanco, lo avvertivo nelle gambe, nello stomaco, non riuscivo a respirare bene. Ma a prescindere, Tsitsipas è ancora superiore, non so se anche al meglio avrei potuto reggere tutto un match con quella continuità. Non riesco ancora a credere che tutto questo sia successo davvero. Questa settimana mi dà ancora più voglia di lavorare e stimoli per arrivare a quel livello». Si era pensato ad un problema agli addominali, invece era soltanto la tensione accumulata in una settimana così intensa, che ancora deve essere metabolizzata. Sette giorni che porteranno domani il tennis azzurro ad avere 9 giocatori tra i primi 100 (Berrettini, Fognini, Sinner che sale al. n. 31, Sonego, Travaglia, Caruso, Cecchinato e Seppi gli altri), con Gianluca Mager appena fuori. Non era mai successo. Musetti e il suo staff, con coach Tartarini, partono per Miami, dove proseguono i forfait nel primo Masters 1000 di stagione (l’ultimo nobile è stato di Djokovic). Il toscano è al momento il primo degli alternates (n°1 delle qualificazioni) e con un’altra defezione entrerà direttamente in main draw dove già figurano Berrettini, Fognini, Sinner, Sonego, Travaglia e Caruso. Il ragazzo ci crede: «Sarebbe un bel premio e sarebbe l’ideale dopo una settimana così intensa evitare le qualificazioni».

Musetti dopo Sinner. Tennis, il futuro è azzurro (Stefano Semeraro, La Stampa)

Ha perso – 6-1 6-3 contro il greco Stefanos Tsitsipas, e gli spettatori gli hanno dedicato una standing ovation. Perché Lorenzo Musetti all’Atp di Acapulco ha fatto di più che arrivare in semifinale a 19 anni, da qualificato e dopo aver battuto il top 10 Diego Schwartzman e due ottimi giocatori come Tiafoe e Dimitrov. Ha mostrato al Messico e al mondo il lato più spettacolare del nostro rinascimento tennistico: passanti imprendibili, volée accarezzate, un rovescio a una mano che incanta. Da domani sarà numero 94 del mondo, il nono azzurro fra i top 100, un record da quando esistono le classifiche computerizzate. Perché «Museratti», come lo ha ribattezzato Brad Gilbert, l’ex coach di Agassi, è solo l’ultima fuoriserie di lusso made in Italy. I sette mesi (in meno) che lo separano da Jannik Sinner hanno già innescato il gioco dei paragoni, il rimando a Panatta e Barazzutti. Va bene così, perché le rivalità nutrono lo sport, accendono la passione e Lorenzo e Jannik, fantasia contro ritmo, sono all’opposto come stile di gioco ma gemelli nella capa tosta, nell’assenza di complessi di inferiorità. «Il mio coach Simone Tartarini mi dice sempre che i miei avversari hanno due gambe, due braccia e una racchetta come me», spiega Lorenzo. La nuova Italia può vincere o perdere, ma non ha paura di nessuno. E sa farci divertire, questa è la notizia.

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