Musetti, studia ancora. Devi aggredire di più (Bertellino). Sinner imbocca un corridoio per la semifinale: «Bello esserci» (Crivelli). Occasione Sinner contro il batterista (Mastroluca). «Diversi come Borg e McEnroe». Li vedremo a Torino in Davis (Crivelli)

Rassegna stampa

Musetti, studia ancora. Devi aggredire di più (Bertellino). Sinner imbocca un corridoio per la semifinale: «Bello esserci» (Crivelli). Occasione Sinner contro il batterista (Mastroluca). «Diversi come Borg e McEnroe». Li vedremo a Torino in Davis (Crivelli)

La rassegna stampa di martedì 30 marzo 2021

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Musetti, studia ancora. Devi aggredire di più (Roberto Bertellino, Tuttosport)

L’apertura del programma di giornata, nel Masters 1000 di Miami, è toccata ieri a Lorenzo Musetti, opposto a Marin Cilic, croato ex numero 3 del mondo (oggi numero 45) che ha in bacheca 807 tanti successi tra i quail quello agli US Open del 2014. Un bel test per il ragazzo di Massa Carrara, 19 anni e un futuro radioso davanti a sé. Le prime opportunità di vantaggio sono state azzurre, al quinto gioco, ma Cilic le ha annullate a suon di diritti pesanti. Nel game successivo è stato il croato a salire sul 4-2 e poi consolidare il vantaggio al servizio, uno dei suoi colpi storicamente migliori (5-2). Reazione di Musetti (3-5) e chiusura del croato dopo 40 minuti sul 6-3, con l’azzurro in difficoltà sulla pesantezza dei colpi del nobile rivale. L’allievo di coach Tartarini ha cercato di avanzare il baricentro del gioco nel secondo set portandosi più verso la linea di fondo e l’atteggiamento ha dato i suoi frutti (3-2 e 4-3 Musetti). Cilic ha però continuato a bombardare con i colpi d’inizio gioco e ha cambiato nuovamente marcia nel nono game, procurandosi tre palle break. Alla seconda lo ha fatto proprio su un doppio fallo dell’azzurro. Il sigillo al match è arrivato poco dopo, con il miglior Cilic di stagione, molto soddisfatto al termine, approdato agli ottavi sul 6-3 6-4. Musetti non bocciato ma chiamato a studiare una tattica più aggressiva contro chi per sua stessa natura, a sua volta vuole comandare. Nella notte italiana è sceso in campo anche il terzo italiano approdato al terzo turno, il torinese Lorenzo Sonego, opposto al colombiano Daniel Galan, attuale n° 113 ATP, per il loro primo scontro nel circuito maggiore. C’è molta attesa per il ritorno in gara odierno, negli ottavi, di Jannik Sinner. Il 19enne pusterese, dopo la vittoria contro Khachanov, sfiderà un altro giovane emergente del circuito, il finlandese Emil Ruusuvuori. Nativo di Helsinki, 21 anni ed attuale numero 83 del ranking, Emil in 3° turno ha vinto il derby del nord, con lo svedese Michael Ymer per 7-5 al terzo set.

Sinner imbocca un corridoio per la semifinale: «Bello esserci» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Senza problemi non sapremmo crescere. E la pesantezza di palla del redivivo Cilic, che sarà pure decadente ma resta pur sempre un vincitore Slam e un ex numero 3 del mondo (ora è 45), al momento è ancora un problema irrisolvibile per Musetti, costretto a giocare troppo dietro la riga di fondo per poter ricamare le variazioni (in particolare la palla corta) che stanno cominciando a incantare gli avversari e il mondo. A Marin basta un break chirurgico a set per approdare agli ottavi, mentre per Lollo finisce l’avventura ma non certo l’ambizione di poter giocare molto presto alla pari con avversari di questo lignaggio: «Il suo gioco mi ha dato molto fastidio, mi metteva pressione e mi toglieva tempo. Spingeva tantissimo, rispondeva molto vicino, cosa che a me dà molto fastidio. Ero leggermente più nervoso perché non riuscivo a giocare al massimo, ho avuto dei cali anche nell’atteggiamento. Ma ci sta, è quello su cui stiamo lavorando. Sono comunque contento». E come potrebbe non esserlo. Gli ultimi due tornei (Acapulco e poi Miami), gli hanno regalato l’ingresso in top 100 (dove è il più giovane di tutti e dove da lunedì avrà guadagnato altre 4 posizioni fino al numero 90) e hanno stimolato una corsa parallela con Sinner da cui entrambi usciranno rafforzati, spinti dal reciproco esempio. Un godimento per l’Italia che oggi spingerà Jannik verso i quarti del Masters 1000 della Florida, in uno spicchio di tabellone sinceramente allettante (l’altro ottavo è Fritz-Bublik) in conseguenza della prematura eliminazione di Zverev e Goffin: solo l’eventuale semifinale con Medvedev comincerebbe ad avere un tasso di pericolosità da maneggiare con cura. La vittoria di domenica su Khachanov, del resto, ha confermato una volta di più le enormi qualità dell’allievo di Piatti, sublimate da una carta d’identità che non ha ancora il due davanti: adattamento alle condizioni e all’avversario, rifiuto della sconfitta, aggressione della partita anziché subirne i momenti caldi. Il tutto in una cornice di ricerca della perfezione tecnica che Sinner, con maturità e intelligenza da veterano, sa di dover perseguire costantemente: «Ho tutto da migliorare. Non è che se vinci una partita dura sei forte e se la perdi no». […]

Occasione Sinner contro il batterista (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Una possibilità da cogliere. Ma non una partita scontata. Jannik Sinner può godersi la sensazione non così usuale di partire da favorito in un ottavo di finale di un Masters 1000 contro Emil Ruusuvuori. Ventunenne, numero 83 del mondo, il finlandese ha un tennis solido e un po’ schematico. Quest’anno ha iniziato molto bene la stagione. Ha battuto Gael Monfils in cinque set all’Australian Open. A Miami ha eliminato il giovane spagnolo classe 2003 Carlos Alcaraz, di cui ha detto un gran bene. A questa sfida arriva dopo aver centrato, in rimonta contro Alexander Zverev, la seconda vittoria in carriera su un Top 10. Entrambi sanno di avere, in prospettiva, una grande occasione. Perché nei quarti il vincente affronterà lo statunitense Taylor Fritz o il difficilmente inquadrabile Alexander Bublik, kazako innamorato delle palle corte e dei servizi da sotto. Dopo le tre ore di battaglia contro il russo Karen Khachanov, Sinner ha di fronte un’altra di quelle tappe preziose per potersi avvicinare alla sua ottimale dimensione futura. «Stare tanto in campo è un privilegio» ha detto l’azzurro dopo la seconda vittoria in carriera contro il russo. «Devo migliorare ancora tutto – ha aggiunto – come gioco e come approccio con cui vado in campo. Ad esempio, l’ho sbagliato contro Bedene a Montpellier: Io guardo molto i match che perdo per imparare». Anche Ruusuvuori è un progetto di lungo periodo ancora da completare. Semifinalista allo US Open junior del 2017, ha vinto quattro challenger nel 2019, l’anno in cui è entrato tra i primi 200 del mondo. La stagione scorsa, ad agosto, è entrato in Top 100. Al tennis è arrivato per caso, il suo primo maestro l’ha scoperto mentre giocava a badminton con la madre. Come nel badminton, anche nel tennis il suo stile lo porta a rimanere più vicino alla riga di fondo per comandare lo scambio. Per riuscirci serve una notevole coordinazione occhio-mano, che allena anche attraverso l’altra sua grande passione: suonare la batteria. […]

«Diversi come Borg e McEnroe». Li vedremo a Torino in Davis (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Nessuna offesa nel paragone, non questa volta. Perché le parabole di Sinner e di Musetti, comunque si concluderanno, hanno già acceso i sogni e le passioni dei tifosi italiani. E così il presidente della Fit Binaghi non usa giri di parole per fotografare i due più fulgidi talenti giovani del nostro tennis, nonché stelle emergenti del panorama mondiale: «Jannik e Lorenzo hanno caratteristiche diverse, sono i nostri Borg e McEnroe, oppure i nuovi Barazzutti e Panatta. L’Italia negli anni a venire si divertirà a sostenere uno o l’altro. Entrambi non hanno limiti, la speranza è che possano sfidarsi in una finale importante come successe nel 2015 a New York con Pennetta e Vinci». Probabilmente non sarà questione di se, ma di quando, e le Atp Finals ospitate da Torino su un arco temporale di cinque anni aprono prospettive lussuose. Intanto però, a fine anno, ci sarà la possibilità di ammirarli in casa anche in Davis, con il neo c.t. Volandri che ha un mazzo di gran pregio da cui estrarre i convocati: nei prossimi giorni, infatti, sarà ufficializzata la scelta della città piemontese come sede di due dei sei gironi della Coppa Davis, uno dei quali sarà appunto quello degli azzurri (con Usa e Colombia). Un altro successo organizzativo di cui Binaghi può andare fiero: «Abbiamo partecipato a una gara indetta dalla federazione internazionale e abbiamo fatto di tutto per portare a Torino anche la nostra nazionale: vuol dire giocare in casa il girone ma anche l’eventuale quarto di finale. Per quanto riguarda la presenza del pubblico, credo di poter essere sufficientemente ottimista – dice il presidente – ed escludo totalmente che si possano disputare a porte chiuse. Stiamo valutando soluzioni che prevedano il pubblico in varie percentuali». L’affluenza dei tifosi è invece un problema che assilla ancora gli Internazionali d’Italia, ben più vicini nel tempo (partono il 9 maggio): «E’ presto, dobbiamo aspettare la settimana dopo Pasqua per avere qualche notizia più concreta». Tra l’altro, il Foro potrebbe diventare il primo torneo dagli Australian Open 2020 a vedere insieme Djokovic, Nadal e Federer.

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