Montecarlo, Sinner si regala Djokovic (Scanagatta). Formula Italia (Crivelli). Che mano a Montecarlo. Sinner scopre il Djoker (Mastroluca). E' ondata azzurra! (Bertellino). "Io come Nole? Sì, anche lui sciava" (Semeraro)

Rassegna stampa

Montecarlo, Sinner si regala Djokovic (Scanagatta). Formula Italia (Crivelli). Che mano a Montecarlo. Sinner scopre il Djoker (Mastroluca). E’ ondata azzurra! (Bertellino). “Io come Nole? Sì, anche lui sciava” (Semeraro)

La rassegna stampa di mercoledì 14 aprile 2021

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Montecarlo, Sinner si regala Djokovic (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

La notiziona arriva di primo mattino. Daniil Medvedev, n.2 del mondo è positivo al Covid. Deve dare forfait a Montecarlo. Primo top-ten dopo Novak Djokovic (13 giugno 2020) a restare contagiato. E si era allenato in questi giorni con Nadal. Nel tabellone si è così aperta una mini-autostrada per il campione dell’ultima edizione del torneo (2019) Fabio Fognini che gioca meglio del previsto contro il serbo Kecmanovic e oggi parte favorito con Thompson, poco “terraiolo”. Fabio è il primo dei 4 azzurri che vincono tutti in due set, tutti curiosamente cedendo appena 7 game, ai quali si aggiunge Salvatore Caruso, che impiega 3 set ma è contento così, come Sinner, Sonego e Cecchinato che hanno vinto duelli per nulla scontati. L’avversario di Sinner, Ramos Vinolas, 4 anni fa nel Principato era giunto in finale. Non è purtroppo una sorpresa per me che abbia perso Berrettini, oggi top 10 solo per via di una classifica dai punti Atp congelati per a causa del Covid. Matteo era fermo da Melbourne, oltre 2 mesi fa, per uno strappo addominale. Ha cominciato con prudenza e ha perso subito il servizio. Poi ha sempre inseguito invano. 3 soli ace contro lo spagnolo (e un po’ russo) Davidovich Fokina dicono molte cose. Ma oggi, intorno all’ora di pranzo c’è uno dei duelli più attesi dell’intero torneo: Sinner contro Djokovic. Favorito il serbo che però, attenzione, si ritrova nelle condizioni di Berrettini. Non ha più giocato da Melbourne e un analogo infortunio. Non è certo favorito Caruso con Rublev. Mentre Cecchinato sogna di ribattere Goffin come al Roland Garros 2018, quando “esplose”. Ma è dura, come per Sonego con Zverev.

Formula Italia (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il cerimoniale a corte di giornata prevederà l’abito azzurro: tre match su quattro del Centrale saranno nobilitati da un italiano. Nella reggia rossa di Montecarlo, insomma, troneggia il blasone tricolore: cinque giocatori al secondo turno non ce li ha nessuno. I nostri eroi sono Caruso, Cecchinato, Fognini, Sinner e Sonego, una miscela di grande qualità. Nel caso di Jannik, c’è l’appuntamento con il più forte del mondo, un terribile ma affascinante esame di ingresso nell’empireo. Sinner se lo conquista macinando la resistenza di Ramos Vinolas, che nel 2017 qui si spinse addirittura fino alla finale. Un ostacolo non banale scavalcato con grande autorevolezza: «Mi sono allenato appena tre giorni sulla terra, lui invece era reduce da un bel torneo, ma ho giocato un buon match, molto solido, anche se non posso essere al massimo della forma su questa superficie. Una vittoria così mi mette nel feeling giusto, in attesa di una battaglia difficile». La più ostica: contro Nole. Che non gioca dalla finale vinta in Australia, un dettaglio senza implicazioni per Sinner: «Non sarà un vantaggio per me, lui si sta allenando da due settimane sul rosso. Sarà un grande test per capire dove devo migliorare. Ma in ogni caso io scendo sempre in campo con un piano per provare a vincere la partita e contro qualunque avversario». Ne è passato di tempo da quando Jannik, ragazzino, veniva fatto palleggiare con Djokovic da coach Piatti, giornate che Nole non ha dimenticato: «In passato abbiamo spesso condiviso il campo. Sinner è una persona simpatica, un gran lavoratore, uno di quei tennisti che dà il massimo per migliorare. E molto ambizioso e ha tutte le qualità per essere un campione. Giocare la finale del Masters 1000 di Miami è stato importante per lui, ma la verità è che si tratta di un giocatore già molto continuo». Una qualità che nell’ultima settimana ha accompagnato pure la crescita impetuosa di Sonego, che qui piega il solido Fucsovics grazie alla pazienza e alla qualità del dritto, guadagnandosi un faccia a faccia di lusso con Zverev: «Sarà una partita dura, è un rivale tosto. Io però sto giocando bene e sono in fiducia. Devo mettere in campo il mio tennis, avere le idee chiare ed essere sempre lì con la testa: se l’attitudine è buona durante tutto il match qualcosa di buono può succedere». A proposito di atteggiamento: Fognini inizia la campagna della difesa del titolo monegasco con un piglio ben diverso rispetto alla subitanea uscita di scena di Marbella di una settimana fa, con una bella vittoria contro il serbo Kecmanovic. «A Marbella ho fatto schifo, poi tutte le volte ci metto un po’ di tempo ad adattarmi alla superficie. Per il resto, sono molto tranquillo. Monte Carlo è uno dei miei tornei preferiti, mi dispiace soltanto che non ci sia il pubblico ad ammirare lo spettacolo. Ho giocato bene, sono contento soprattutto di come sono stato in campo. Adesso ho un’altra opportunità, perché se continuo con questo atteggiamento, il gioco viene di conseguenza».

Che mano a Montecarlo. Sinner scopre il Djoker (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Giocare contro il numero 1 del mondo è un po’ come mettersi allo specchio. Un modo per guardarsi e capire a che punto è il cammino. A Montecarlo, Jannik Sinner oggi avrà modo di misurarsi contro Novak Djokovic in un match di secondo turno che potrebbe trasformarsi in una delle partite-evento del primo Masters 1000 sulla terra battuta. All’esordio, nel suo primo match sulla terra battuta in sei mesi, ha controllato con autorevolezza la sfida contro il mancino spagnolo Albert Ramos, uno specialista sul rosso. L’azzurro, numero 22 del mondo, vede questo appuntamento come un’opportunità. «È un ottimo test per capire dove sono e soprattutto dove posso migliorare – ha detto in conferenza stampa dopo la vittoria – So dove posso fare progressi, ma questo tipo di partita può danni molto. Cercherò di giocare con la giusta mentalità e vediamo che succederà». Djokovic ha trascorso più settimane di tutti al numero 1 del mondo, ma il teenager azzurro non si sente battuto in partenza. «Lui ha più esperienza, è favorito, ma le partite sono sempre aperte – ha detto – Darò il massimo. Alla peggio, perderò». E come ha sempre sostenuto, in totale sintonia con il coach Riccardo Piatti, o si vince o si impara. […] Rispetto al Sinner di oggi, anche il giovane Djokovic non era così devastante con il servizio, non era particolarmente sicuro nel gioco a rete, né tanto meno nell’esecuzione degli smash. In Sinner, Djokovic ha riconosciuto i segni di una futura carriera di successo. «Jannik è impressionante – ha detto alla vigilia del torneo – Ha una grande dedizione, lavora durissimo. Conosco il suo staff da molto tempo, è seguito benissimo. Ha tutte le qualità per diventare un campione. Non sembra soddisfatto di quello che ha raggiunto finora. E’ bello vedere in lui questa fame» ha detto il numero 1 del mondo dell’azzurro. In una giornata ricca di soddisfazioni per l’Italia, spicca la sconfitta di Matteo Berrettini. Il numero 1 azzurro si è fermato all’esordio contro lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina. «Non sono contento – ha ammesso – però non giocavo da tanto e non mi sono allenato molto. Cerco di prendere i buoni segnali che il fisico mi ha dato».

E’ ondata azzurra! (Roberto Bertellino, Tuttosport)

E’ tornato il sole a Montecarlo ed il programma di terza giornata di main draw ha potuto scorrere veloce fin dalle 11 del mattino, ed è stata subito un’ondata azzurra, con le quasi contemporanee vittorie di Fognini, Sinner e Cecchinato, che a fine pomeriggio è divenuta ancor più poderosa con i successi di Sonego e Caruso. Fognini ha dominato il primo set contro il serbo Kecmanovic, chiuso 6-2. Nel secondo set un passaggio a vuoto poteva costare caro all’azzurro, indietro di un break, bravo però a recuperare e piazzare il colpo del ko al 12° gioco, che lo ha proiettato al 2° turno contro l’australiano Jordan Thompson: «E’ stato difficile venire qui con un po’ di pressione – ha detto a caldo Fognini – Ho voltato pagina dopo la sconfitta di Marbella. Lui ha cominciato meglio di me, solido e stava servendo bene, poi ho meritato la vittoria. Qui ho fatto la miglior performance della mia carriera e questo torneo sarà sempre nel mio cuore. Sfortunatamente non c’è pubblico». Bella prova di Jannik Sinner, sempre al comando delle operazioni contro un avversario temibile sul rosso quale Albert Ramos Vinolas, già finalista nel torneo monegasco. Oggi il 19enne pusterese troverà Novak Djokovic, n° 1 del mondo. Bella vittoria di Marco Cecchinato, contro il tedesco Koepfer, mentre ha vinto una partita difficile più del previsto Salvatore Caruso, che oggi se la vedrà con il risso Andrey Rublev, in un match sulla carta chiuso. Vittoria di grande maturità per Lorenzo Sonego contro il magiaro Marton Fucsovics, contro il quale aveva perso nei due precedenti.

“Io come Nole? Sì, anche lui sciava” (Stefano Semeraro, La Stampa)

«In che cosa ci assomigliamo io e Djokovic? Facile: anche lui da piccolo sciava…». Jannik Sinner è un 19enne non privo del senso dell’umorismo, oltre che dotato di un grande tennis. Da quando è apparso nel circuito, non c’è stato giorno in cui qualcuno non lo abbia paragonato al numero 1 del mondo. Be’, eccoci al momento della verifica. Battendo in due set (6-3 6-4) Albert Ramos, che quattro anni fa a Montecarlo era stato finalista, Jan si è guadagnato il primo confronto in carriera con il numero 1. Che non gioca dalla vittoria in Australia, e che domenica si è concesso un endorsement del pupo: «Jannik è impressionante. Ha un gran carattere, lavora duro, ed è seguito da uno staff che conosco benissimo. Ha le qualità per diventare un campione. Soprattutto è molto ambizioso. Non mi sembra soddisfatto da quello che ha raggiunto finora, ed è bello vedere che ha questa fame». Piatti è stato coach del serbo. La tattica è antica: ungere di complimenti l’avversario in attesa di cuocerlo in campo. I due non si sono mai incontrati, ma prima della pandemia si sono allenati insieme a Bordighera. «Allenarsi è un conto, giocare una partita è un altro», si cautela il nostro. «Novak non gioca dall’Australia e io ho avuto un match per abituarmi ai campi, è vero, ma lui ha molta più esperienza di me, sa come gestire le situazioni. Ha vinto tanto, ed è già passato attraverso quello che sto passando io. Ci avvicina il fatto che Riccardo ha allenato entrambi, ma lui è più agile, si muove meglio, è più solido con diritto e rovescio. Forse abbiamo uno stile simile, lo stesso bilanciamento, ma nessun tennista è mai uguale ad un altro. Poi io ho 19 anni: non so neppure in che cosa non posso migliorare. Dal match contro Nadal l’anno scorso a Parigi ho imparato molto, anche a livello mentale, perché alla mia età è obbligatorio farlo. Di sicuro però, anche contro un numero 1 del mondo in campo ci vado per vincere. Poi, male che vada, perdo». Umorista, anche un po’ filosofo.

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