Roland Garros, Djokovic: "Non ho mai pensato che raggiungere Federer e Nadal fosse impossibile"

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Roland Garros, Djokovic: “Non ho mai pensato che raggiungere Federer e Nadal fosse impossibile”

“Ero nella stessa posizione nel 2016, e ho finito per perdere con Querrey a Wimbledon”, ha detto Nole di un possibile Golden Slam. “Questa è una delle tre vittorie più belle della mia carriera”

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Novak Djokovic - Roland Garros 2021 (via Twitter, @atptour)
 

Novak Djokovic ha battuto l’ennesimo record della sua carriera, e stavolta ci è riuscito rimontando due set a Stefanos Tsitsipas, diventando così il primo uomo nell’Era Open a vincere ogni Slam almeno due volte. In conferenza stampa Nole ha subito sottolineato l’importanza di questo titolo, uno dei più belli della sua carriera e per importanza storica e per le tribolazioni a cui è stato sottoposto, soprattutto nella seconda settimana: “Sono felice ed orgoglioso di questo traguardo. Amo la storia di questo sport, è una cosa che mi ispira particolarmente. Visti gli ultimi due giorni non potrei essere più felice o soddisfatto, credo che questo sia uno dei tre più grandi risultati della mia carriera: ho giocato quattro ore e mezza con Rafa venerdì, sabato non mi sono allenato per ricaricare le batterie, e oggi ho fatto altre quattro ore abbondanti con Tsitsipas”.

Questo è stato il suo commento sul match: “Lui giocava la sua prima finale, una situazione non semplice, perché stava giocando per la sua prima vittoria Slam ma allo stesso tempo non hai molto da perdere. Sapevo che sarebbe partito bene: nel primo set c’è stato grande equilibrio, ma lui è stato più bravo nei momenti chiave. Nel secondo sono crollato fisicamente e mentalmente, ero stanco e lui ha dominato. Allora mi sono preso una pausa, e, come contro Musetti al quarto turno, quando sono tornato in campo mi sentivo un altro giocatore, completamente rinato. Dopo aver vinto il terzo set credo di aver acquisito un vantaggio psicologico, e quando l’inerzia è girata a mio favore la partita è cambiata definitivamente”.

Djokovic ha anche accusato un piccolo acciacco a causa di una caduta nel primo set, ma ci ha tenuto a precisare di non averne risentito eccessivamente: “Sì ho avuto qualche piccolo problema, ma niente che potesse condizionarmi a lungo termine dal punto di vista della forza e della mobilità. Però sì, per una mezz’ora ho avvertito il colpo. Una caduta può scombinare il tuo ritmo, in particolare al servizio nel mio caso, non mi entrava più la prima. Comunque non voglio togliere niente al mio avversario, ha giocato benissimo nei primi due set”.

IL DIALOGO INTERIORE

Durante la premiazione, Nole ha dichiarato di avere un dialogo molto fervido con sé stesso, cosa che l’ha aiutato a risollevarsi: “Parlo con me stesso, ma non a voce alta, cerco di farlo nella mia testa. Ci sono due voci dentro un giocatore: una che ti dice che è finita, che non ce la farai (questa era piuttosto forte dopo il secondo set) e un’altra che ti dice che puoi ancora farcela. Ho sentito che era il momento di zittire la prima voce, e ho iniziato a ripetere parole di incoraggiamento dentro la mia testa, ho cercato di vivere queste parole con tutto il mio essere. Quando è iniziato il terzo set ho visto che il mio livello di gioco rispondeva a quella seconda voce, più positiva ed incoraggiante. Da lì in poi non ho più avuto dubbi”.

Ha poi aggiunto: “In campo non hai moltissimo tempo per pensare, ma nel corso della mia carriera mi sono allenato tanto da questo punto di vista: cerco sempre di ritrovare il mio equilibrio nel momento, così da non essere sballottato a destra e a manca, anche se in passato mi è capitato, anche in finali Slam che ho perso. Quel dibattito interiore in certi momenti della mia carriera è stato vinto dalla voce più pessimistica. In fondo è uno sport individuale, non hai nessuno su cui fare affidamento: certo, hai un team, ma alla fine devi essere tu a scendere in campo e risolvere il problema, soprattutto in situazione di grande svantaggio come quella odierna. Per questo credo che la preparazione mentale sia importante quanto quella fisica”. Il serbo ha poi scherzato alludendo anche a un supporto… ultraterreno: “Sì, ho un angolo segreto dove si trovano i miei angeli, ma non posso rivelare di più! Diciamo che finora ha funzionato bene”.

In realtà, un aiuto speciale è arrivato per il N.1 ATP. Un suo giovane tifoso, infatti, non ha mai smesso di incitarlo (e non solo) dalla prima fila, e come ringraziamento ha ricevuto la racchetta della vittoria: “Non so chi fosse quel ragazzo, ma mi ha incoraggiato per tutta la partita, soprattutto quando ero sotto di due set, e ha anche cercato di darmi indicazioni tattiche! È stato molto carino, quindi ho pensato che fosse la persona migliore a cui dare la racchetta a fine partita, volevo mostrargli la mia gratitudine”.

IL GOLDEN SLAM E LA CORSA CON FEDERER E NADAL

Inutile nascondersi, vincere i primi due Slam della stagione è un risultato che dà adito alla discussione sulla fattibilità del Grande Slam, mai raggiunto a livello maschile dal 1969, quando ci riuscì Rod Laver. Quest’anno, poi, è teoricamente possibile per Djokovic conquistare il Golden Slam, con l’oro olimpico a corredo dei quattro Major. Sull’argomento il serbo è possibilista ma senza sbilanciarsi, memore di quanto successo in passato: Tutto è possibile. Credo di poter dire di aver raggiunto obiettivi di cui tanti non mi ritenevano capace. Sono in una buona posizione per cercare di fare il Golden Slam, ma ero allo stesso punto nel 2016, e ho finito per perdere al terzo turno a Wimbledon [contro Sam Querrey, ndr]. Quest’anno ci sono solo due settimane fra la finale del Roland Garros e l’inizio di Wimbledon, una situazione non proprio ideale perché si gioca su due superfici completamente diverse, quindi dovrò cercare di adattarmi il più rapidamente possibile”.

E proprio i Championships sono il prossimo obiettivo: “Ovviamente ora cercherò di godermi questa vittoria, e fra qualche giorno mi metterò a pensare a Wimbledon. Sono veramente contento che quest’anno si giochi a Londra, vista la cancellazione del 2020. Ho vinto le ultime due edizioni, quindi spero di poter estendere la striscia positiva. Mi piace l’erba, nel corso degli anni credo di essere migliorato nell’adattare il mio gioco alla superficie. Spero anche di poter traslare a Wimbledon la fiducia che ho in questo momento“.

Al di là di quanto potrà fare nel resto del 2021, Djokovic è ora ad un solo Slam da Federer e Nadal: “Non ho mai pensato che eguagliare i loro Slam fosse una mission impossible, anche se non ci sono ancora riuscito. Stanno ancora giocando benissimo entrambi, soprattutto Rafa, e tutti e tre possiamo ancora vincere a Wimbledon e negli altri Slam. Io continuerò a lottare e ad inseguire record, e allo stesso tempo a tracciare il mio percorso; tutti e tre abbiamo il nostro percorso”.

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