Berrettini: "Queste partite vinte mi danno grande fiducia. Pronto per la battaglia nei quarti"

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Berrettini: “Queste partite vinte mi danno grande fiducia. Pronto per la battaglia nei quarti”

Nona vittoria consecutiva sull’erba per Matteo Berrettini. Il quarto di finale a Wimbledon contro Zverev o Auger Aliassime: “Con Félix ho fatto il mio miglior match su erba; Sascha sta giocando benissimo”

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Matteo Berrettini - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)
 

È stato il primo nel singolare maschile a mettere i piedi nei quarti di finale, ed è stato anche il primo ad arrivare in sala stampa a incontrare i giornalisti (solo virtualmente, ahinoi, e speriamo ancora per poco). Matteo Berrettini non è mai stato programmato su uno dei campi principali, ma per quanto concerne le sue conferenze stampa gli è sempre stato concesso l’onore della sala principale, come viene fatto per Djokovic e Federer: quattro partite su quattro. Vincere il Queen’s ha i suoi vantaggi, non soltanto con i bookmakers, quindi Berrettini si gode questo piccolo privilegio.

Matteo continua il suo percorso netto sull’erba, proseguendo la strada intrapresa sempre a Londra ma un po’ più a nord, nel circolo vicino alla stazione della metropolitana di Barons Court. “Sono riuscito a mantenere lo stesso livello di tennis ma ora mi sento un po’ più forte perché ho più partite sulle spalle, ho più fiducia. Certo sarebbe bello giocare una partita senza avere nessun calo, ma se si riesce a giocare bene anche solamente nei momenti importanti, se si è capaci di alzare la tensione quando è necessario e tirare fuori le giocate giuste, allora va bene uguale. Oggi ho avuto un solo momento di calo, quando ho servito sul 5-2 nel secondo set, ma per il resto sono contento del livello espresso, della mia intensità e della mia mentalità. Ho notato che il campo [n. 2] è diverso dal n. 3 su cui avevo giocato prima, la palla rimbalza meno, per cui ho cercato di sfruttare la cosa con lo slice e con la palla corta. Ho investito molto su questi colpi nella mia carriera e sono felice di averlo fatto perché sono un’arma importante per me. Finora ho vinto quasi tutte le partite in tre set e questo mi lascia molte energie per il resto del torneo”.

Progressivamente gli incontri con la stampa di Berrettini hanno visto i reporter stranieri superare nettamente quelli italiani, e anche questo è un segno di successo e di rispetto. Fortunatamente le domande sull’attuale momento d’oro del tennis italiano si sono diradate ormai, e oggi a Matteo è stato chiesto di raccontare l’effetto che ha avuto su di lui il precedente momento d’oro del tennis italiano, quello a livello femminile che tra il 2010 e il 2015 ha visto grandi trionfi da parte di quattro ragazze “normali”. “Sono ragazze come noi, che ci hanno fatto vedere che non era proibito sognare quei grandi traguardi. Ricordo che stavo giocando un Future ad Antalya quando nel 2015 Roberta [Vinci] e Flavia [Pennetta] stavano giocando la finale dello US Open. Quando un tuo connazionale ottiene quei risultati, non importa se uomo o donna, li si supporta sempre e si tifa per loro. Ho poi incontrato Flavia tanti anni fa, quando mi allenavo a Roma: mi hanno sempre aiutato, mi consideravano il più giovane, e anche se ora non giocano più abbiamo comunque mantenuto un buon rapporto. Anche con Francesca Schiavone: l’ho vista a Madrid e Roma, parla con il mio allenatore, ci messaggiamo”.

Inevitabile la domanda sulla nazionale di calcio italiana che giocherà la semifinale a Wembley contro la Spagna: “Mi diverte molto vederli, anche se non sono un gran esperto di moduli di gioco o cose tecniche. Sono anche contento per la nazionale di basket, che ha fatto qualcosa che non succedeva da 17 anni”. È molto probabile che nessuno dei reporter non italiani sapesse che la nazionale azzurra di basket si fosse qualificata per Tokyo 2020 battendo la Serbia. “Alle prossime Olimpiadi saremo la rappresentativa italiana più numerosa di sempre, ha detto il Presidente del Comitato Olimpico Italiano [Malagò], ho ripostato un suo messaggio”.

L’arrivo ai quarti di finale rappresenta la chiusura del “contratto” che Berrettini aveva con il torneo, dato che era la testa di serie n. 7. Il risultato minimo però non è sufficiente al n. 1 italiano: “Scendo in campo sempre consapevole di poter perdere, ed è questo che mi dà l’adrenalina. Non importa se gioco con un avversario di classifica inferiore come è accaduto nei primi turni oppure contro uno come Félix o Sascha contro cui la partita è più in equilibrio. Non importa che ora la partita sia ‘perdibile’, ci tengo a vincere quindi ci sarà una notte un po’ insonne, ma i match vinti finora mi aiutano ad arrivare con grande consapevolezza, energia e fiducia. Sarà una battaglia ma sarò pronto”.

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