Wimbledon: Berrettini per la prima volta ai quarti, è il quinto italiano della Storia

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Wimbledon: Berrettini per la prima volta ai quarti, è il quinto italiano della Storia

Matteo Berrettini è dominante contro Ivashka: per la sesta volta un italiano giocherà i quarti a Wimbledon contro Zverev o Auger-Aliassime

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Matteo Berrettini - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)
 

Prova di netta superiorità da parte di Matteo Berrettini contro il n. 79 ATP Ilya Ivashka. Il tennista romano conferma solidità, precisione e grande consapevolezza delle proprie qualità imponendosi sul bielorusso per 6-4 6-3 6-1. Grazie alla vittoria di oggi, Matteo scrive un’altra pagina della storia del tennis italiano diventando il primo tennista azzurro ad accedere ai quarti di finale a Wimbledon dai tempi di Davide Sanguinetti (1998), il quinto della storia dopo De Morpurgo (1928), Pietrangeli (1955 e 1960), Panatta (1979) e Sanguinetti (1998). È inoltre il più giovane a riuscirci in Era Open (Pietrangeli aveva 22 anni nel 1955, prima che il tennis fosse aperto a tutti).

Non solo. È appena la seconda volta che un tennista italiano di sesso maschile raggiunge i quarti in due Slam consecutivi; era accaduto solo una volta tra il 1977 e il 1978, quando Barazzutti giunse ai quarti dello US Open ’77 e del Roland Garros ’78 (nel 1978 l’Australian Open si disputava a fine stagione, quindi New York e Parigi furono due eventi consecutivi). Infine, per lui si tratta del terzo quarto di finale di un Major, dopo lo US Open 2019 (dove giunse in semifinale) e il Roland Garros 2021.

Matteo ha disputato un match praticamente perfetto, gestendo in modo ottimale i punti e dominando costantemente l’avversario. Preciso, aggressivo, concentrato, non solo ha confermato un livello sempre più alto, ma ha saputo trovare soluzioni alternative e raffinate. Ivashka ha giocato complessivamente un buon match, ma ha dimostrato di non avere armi sufficientemente affilate contro quelle di Matteo, la sua aggressività, precisione e, non ultimi, i giochi di fioretto a rete. Al prossimo round, il 25enne romano attende il vincente tra Augier-Aliassime e Zverev.

 

SOLIDO, CONSAPEVOLE E INTRAPRENDENTE – Per la seconda volta in carriera, Matteo Berrettini disputa gli ottavi di finale ai Championships. Dall’altra parte della rete un avversario non complicatissimo sulla carta, il bielorusso Ilya Ivashka, n. 79 del ranking. Matteo, n. 9 ATP, è un giocatore molto diverso da quello che due anni fa affrontò Roger Federer, sempre agli ottavi, sul centrale. Due anni fa il Maestro svizzero gli diede una “lezione” di tennis, come gli disse lo stesso Matteo al momento della stretta di mano. Quello che giunge agli ottavi nel 2021 è un Berrettini molto più competitivo, più solido e consapevole, reduce dal successo al Queen’s e dai quarti al Roland Garros; il raggiungimento dei quarti di finale è una conferma della testa di serie difesa da Berrettini, la numero 7. Ivashka disputa invece il suo primo Wimbledon, ma nel 2021 ha dimostrato di aver trovato una certa confidenza con l’erba con i quarti giocati a Eastbourne; quella di oggi contro Matteo è la sua quindicesima partita dell’anno su questa superficie.  

Ivashka comincia deciso il match, perché tiene a zero il game d’apertura. Matteo si fa valere con il suo potente servizio, pareggia subito per poi intascare prontamente il break nel gioco successivo; grazie ad un’ottima difesa da fondo e a qualche errore di troppo da parte dell’avversario, si porta 2-1 per poi guadagnare ulteriore margine sul 3-1.  Molto preciso ed intraprendente, l’italiano sale 4-2 grazie ad attacchi profondi e volée calibrate. Ottimo il dritto lungolinea dell’azzurro con cui si libera dallo scambio, lasciando immobile l’avversario. Ivashka arriva benissimo su una stop volley di Matteo, sorpassandolo con un rovescio lungolinea millimetrico, per poi riuscire a ridurre il gap sul 3-4. Matteo non si fa sorprendere al servizio, allungando ancora sul 5-3. Il bielorusso però continua ad incalzarlo, tiene la battuta e si avvicina ancora sul 4-5. Il tennista romano però rimane estremamente concentrato e dopo 37 minuti si aggiudica il primo parziale per 6-4.

TRAVOLGENTE E RAFFINATO – Matteo spreca una prima palla break in apertura di secondo set, ma alla fine prevale sul servizio del bielorusso e si porta subito avanti 1-0. Sul 2-1, “The Hammer” (soprannome che gli è rimasto in dote dall’esibizione giocata nell’accademia di Mouratoglou) continua a picchiare ma riesce anche a mostrare un grande savoir faire in attacco, estraendo dal cilindro soluzioni di volo vincenti ed eleganti. In questo momento Berrettini sembra poter mettere addirittura due marce in più dell’avversario e si invola sul 4-1, molto più sciolto, ancora più in fiducia e aggressivo. Ivashka, dal canto suo, per ora non riesce a trovare soluzioni alternative per infastidire Matteo, continuando a difendersi e a produrre un tennis alquanto monotono.

Sul 5-2 per Berrettini, l’italiano si distrae e offre due palle break; Ivashka approfitta del doppio fallo dell’azzurro e si avvicina ulteriormente sul 3-5. Il bielorusso annulla poi un set point, tentando ora di essere più propositivo e rubare il tempo a Matteo con repentine discese a rete, e poi un secondo grazie a un’ulteriore chiusura a rete. Ne annulla poi addirittura un terzo con ace, ma il quarto è quello buono per Matteo che ora conduce 6-4 6-3.

L’azzurro è impietoso anche in apertura di terzo set, perché strappa ancora il servizio all’avversario e sale rapidamente 3-0. Continua inoltre il festival delle variazioni per Matteo che, oltre a martellare da fondo, continua a sciorinare smorzate e volée perfette e raffinate. Proprio con l’ennesimo calibrato drop shot chiude un match impeccabile con lo score di 6-4 6-3 6-1. Un incontro perfetto per Matteo, eccellente nei fondamentali e abilissimo nell’approcciare il match anche con fantasia e varietà, qualità utili a ridurre ulteriormente la durata e le eventuali difficoltà proposte dal match. Berrettini è il quarto azzurro ad issarsi nei quarti a Church Road dopo Pietrangeli, Panatta e Sanguinetti, il più giovane, come dicevamo sopra, in Era Open (dopo Pietrangeli che aveva 22 anni nel 1955).

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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton

Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

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John McEnroe e Ben Shelton, Vancouver - Laver Cup 2023 (Photo by Matthew Stockam/ Getty Images for Laver Cup)

Resto del Mondo b. Europa 13-2

Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.

Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?

 

Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.

B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)

Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.

Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.

Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.

La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.

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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”

Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

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Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)
Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.

Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.

Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

 

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?

È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.

Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.

Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.

Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.

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ITF, David Haggerty rieletto Presidente

Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

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David Haggerty all'assemblea generale ITF, Lisbona 2019 (foto ITF)

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.

“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.

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