Novak Djokovic sta recitando alla perfezione il copione del grande favorito. Anche contro Cristian Garin, il numero uno del mondo e detentore del titolo non ha mostrato segnali di debolezza. L’unico set perso nel torneo rimane quello (ininfluente) all’esordio contro Draper e ora, ai quarti – raggiunti per la dodicesima volta – troverà il regolarista ungherese Marton Fucsovics, battuto due volte sul cemento nel 2018. “Sono particolarmente contento della mia partita, ero mentalmente reattivo – ha commentato -, ho servito bene usando al meglio tutto il campo. Quando il servizio funziona ne traggo beneficio, posso concentrarmi meglio sui game in risposta. Cristian giocava per la prima volta sul Centrale e si è visto, soprattutto in avvio ha commesso degli errori che mi hanno dato la possibilità di vincere comodamente il primo set. Il secondo è stato più combattuto ma sono riuscito a strappargli il servizio nel momento giusto“.
A differenza di quanto accaduto in altre circostanze, il serbo ha anche stretto empatia con il pubblico. “A essere onesti è stato fantastico, ho avvertito un bel sostegno. È anche comprensibile che la gente voglia veder vincere chi è sfavorito, a volte riesco a farmelo scivolare addosso, altre lo avverto. È normale, siamo umani. Poi dipende sempre da dove si gioca e contro chi“. In prospettiva, il coefficiente di interesse (e forse anche di partecipazione emotiva) della semifinale si alzerebbe al cospetto di Khachanov o Shapovalov.
RECORD – Nel mentre, la scioltezza con cui ha saltato gli ostacoli che gli si sono presentati davanti ha agevolato le divagazioni statistiche. La classifica dei successi a livello Slam – che a Federer e Nadal sembra non interessare – è sulla sua scrivania. Vincendo per la sesta volta Wimbledon, raggiungerebbe a quota 20 gli altri due big con la freccia del sorpasso accesa.
“Grazie per avermelo ricordato – ha sorriso in sala stampa -, sarebbe un privilegio battere i record nello sport che amo più di quanto pensi qualcuno al di fuori del circuito. Rappresentano una motivazione a fare sempre meglio. Allo stesso tempo, penso che discorsi come quello sul più grande di tutti i tempi possano far deragliare l’attenzione da ciò che conta di più: cerco di prepararmi al meglio per le fasi decisive di tornei come questi, non è un segreto che io stia cercando di vincere il maggior numero possibile di Slam. Avevo l’obiettivo di primeggiare nelle settimane da numero uno e l’ho raggiunto, adesso mi concentro su quello che voglio ma senza che questo consumi energie rispetto al lavoro quotidiano“.