Olimpiadi Tokyo 2020: Khachanov porta il tennis russo in finale

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Olimpiadi Tokyo 2020: Khachanov porta il tennis russo in finale

Karen Khachanov supera in due set Pablo Carreno Busta e si assicura almeno l’argento. Attende Novak Djokovic o Sascha Zverev

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Karen Khachanov - Olimpiadi Tokyo 2020 (via Twitter, @ITFTennis)
 

K. Khachanov b. P. Carreno Busta 6-3 6-3

Ci sarà un russo in finale alle Olimpiadi di Tokyo 2020 nella parte bassa del tabellone, ma non il russo che tutti si aspettavano. Karen Khachanov ha eliminato il giustiziere della testa di serie n. 2 Medvedev, da molti additato come l’anti-Djokovic, e si è portato a un solo passo da una possibile medaglia d’oro. Pablo Carreno Busta non è riuscito a rintuzzare il ritmo forsennato di Khachanov, che ha preso il centro del campo appena possibile “mazzuolando” con il suo dirittone e mettendo sempre sulla difensiva lo spagnolo.

LA PARTITA

“Battlefield” di Jordin Sparks in sottofondo durante il palleggio di riscaldamento, un lampo dopo il primo quindici e poi uno scambio da 33 colpi durante il rombo del tuono. Davvero non poteva iniziare in maniera più epica la semifinale olimpica per Pablo Carreno Busta e Karen Khachanov. Mentre il cielo sopra Tokyo si faceva sempre più grigio ma le uniche gocce che cadevano erano quelle di sudore dalla fronte di tutti i presenti, il match era iniziato con scambi lunghi e rapidi da fondocampo forti e tesi che lasciavano presagire una lunga battaglia. Il dirittaccio super-arrotato di Khachanov era il colpo con cui il russo prendeva le redini dello scambio appena arrivato a mettere i piedi sulla riga di fondo. Un paio di accelerazioni al quinto game gli regalavano il primo strappo per andare 3-2: Carreno Busta provava a reagire provando anche lui a spingere con il diritto in accelerazione, ma si trattava di iniziative estemporanee cui non riusciva a dare continuità.

Il primo set si chiudeva in 36 minuti con il secondo break a favore di Khachanov, che forse pensava di dover battere un temporale prima della sospensione per la chiusura del tetto, ma la pioggia alla fine non si è materializzata e si è continuato a giocare nella consueta nuvola di umidità diffusa. Anche nel secondo parziale si è proseguito sulla stessa falsariga, Carreno Busta ha provato a picchiare maggiormente sui colpi, ma senza per lui riuscire a ottenere gli stessi risultati del suo avversario, se non sporadicamente. Fallita l’unica palla break avuta nel match sul 2-2, Carreno ha poi dovuto pagare dazio per l’attaccabilità della sua seconda di servizio (solo 45% di conversione) lasciando scappare l’avversario sul 4-2, viatico per il 6-3 finale che ha mandato Khachanov a giocarsi la finale per l’oro.

LE DICHIARAZIONI

Peccato che non abbia potuto ripetere la prestazione di ieri – ha detto Pablo Carreno Busta dopo il match – Credo che siano stati più meriti suoi che demeriti miei: ha servito molto bene, mi ha messo sotto pressione, ha trovato le contromosse per tutto quello che ho provato a fare. Peccato per la chance che ho avuto nel secondo set di andare in vantaggio – è stata una buona occasione, ma purtroppo è andata così”.

Si tratta di un risultato di grande prestigio per Karen Khachanov, che nel corso dell’ultimo anno era un po’ sceso in classifica e non aveva raccolto dei gran risultati: “Spesso mi è capitato di pensare ai miei colpi, al diritto, al rovescio, ma gli alti e bassi che ho avuto erano dovuti principalmente al mio approccio mentale, alla mia mentalità. È su questo che ho lavorato in quest’ultimo periodo. Sono molto felice che questo lavoro stia dando i suoi frutti, perché i colpi sono sempre lì, sono gli stessi colpi che abbiamo allenato per tutta la nostra vita, ciò che fa la differenza è come scegliamo di utilizzarli durante la partita”.

Khachanov si è rifiutato di rispondere a domande relative alla rappresentativa russa che qui a Tokyo gareggia sotto l’egida e la bandiera del comitato olimpico russo e non della nazione Russia, dopo che la risposta molto seccata data da Daniil Medvedev a un giornalista che gli aveva fatto una domanda piuttosto provocatoria in proposito aveva causato quasi un incidente internazionale, con addirittura l’intervento della segreteria del Presidente Putin.

Ritornando alla questione dell’approccio mentale alla partita, Khachanov ha aggiunto: “Questo match era molto importante mentalmente, perché in ogni caso, vittoria o sconfitta, ci sarebbe stato un altro match il giorno seguente, e bisognava trovare le motivazioni per andare a vincere una partita che vale una medaglia. È molto insolito per noi tennisti, per questo era molto importante affrontare questa partita nella maniera giusta”.

Khachanov è 2-2 nei precedenti confronti diretti con Sascha Zverev, mentre ha perso quattro delle cinque sfide con Djokovic, da lui battuto solamente nella finale del Masters 1000 di Parigi Bercy del 2018 in quella che finora rimane la sua affermazione più importante.

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