Per la seconda Olimpiade consecutiva non c’è Roger Federer a tenere vive le speranze iridate della Svizzera ai Giochi. Stavolta è assente anche Stan Wawrinka, che però negli ultimi anni non ha mai brillato come negli anni in cui era capace di demolire i Big Three a suon di vincenti. I due hanno già portato a casa un oro olimpico (in doppio a Pechino 2008) e un argento (quello di Roger a Londra 2012). Gli svizzeri, reduci dell’euforia del Campionato Europeo di calcio dove hanno sfiorato la semifinale, a Tokyo 2020 hanno spostato tutta la loro attenzione sui tornei femminili. Belinda Bencic è in finale sia nel singolare che nel doppio e nell’arco di 24 ore (con la sicurezza di aver già vinto due medaglie) proverà a centrare un clamoroso “doppio oro”, sulle orme dei migliori atleti della storia dei Giochi.

Bencic, partita come nona testa di serie nel singolare, ha iniziato il torneo nel migliore dei modi. Ha risparmiato energie, vincendo in due set contro Pegula e Doi. Poi sono iniziate le difficoltà. Difficoltà comunque ridotte grazie a Sara Sorribes Tormo, capace di eliminare la numero 1 del mondo Barty, possibile avversaria di Bencic nei quarti di finale. Dagli ottavi in poi, la svizzera ha sempre vinto al terzo set. Ha rimontato un 6-1 alla campionessa del Roland Garros Krejcikova e nei quarti ha battuto 6-3 al terzo la finalista Pavlyuchenkova. Una lotta durata 2 ore e 46 contro Rybakina le ha aperto le porte della finale. Bencic ha salvato ben cinque set point nel primo parziale e ha rimontato un break di svantaggio nel terzo.

È rimasta meno in campo la sua avversaria, Marketa Vondrousova, che ha spazzato via negli ottavi di finale Naomi Osaka, per poi approfittare anche del ritiro di Paula Badosa nei quarti. Per la seconda Olimpiade di fila, il torneo femminile avrà quindi una campionessa che non figurava tra le favorite alla vigilia (anche se il clamoroso successo della portoricana Puig rimarrà per tanto tempo inarrivabile). I precedenti tra Vondrousova e Bencic sono sull’1-0 per la ceca. L’unica sfida giocata è piuttosto recente, perché le due si sono sfidate a Miami in primavera: finì 4-6 6-4 6-4 per Marketa.

Ciò che accomuna le due finaliste femminili di Tokyo 2020 è la poca esperienza sui grandi palcoscenici: Vondrousova è quella che si è spinta più avanti nei tornei più prestigiosi. Vanta una finale al Roland Garros 2019, persa contro Ash Barty. Bencic invece ha giocato al massimo in una semifinale Slam. La raggiunse allo US Open 2019 e anche lei venne sconfitta dalla futura campionessa Andreescu. C’è però una sostanziale differenza nel numero di finali giocate nel circuito maggiore: Belinda ne ha giocate 12, vincendone 4, mentre Vondrousova ne ha disputate solo 4, trionfando solo nell’aprile del 2017 a Bienne (curiosamente in Svizzera).

Il weekend infuocato di Bencic continuerà domenica con la finale del doppio. Al fianco di Viktorija Golubic si ritroverà di fronte come nel singolare la Repubblica Ceca, rappresentata dalla prima coppia del mondo Krejcikova/Siniakova. Bencic è già entrata nella storia: è diventata infatti la quinta tennista a raggiungere la finale sia in singolo sia in doppio nella stessa edizione dei Giochi, da quando il tennis è tornato sport olimpico nel 1988. Ci sono già riusciti Venus Williams nel 2000, Nicolas Massu nel 2004, Serena Williams e Andy Murray nel 2012. Solo Serena e Venus sono riusciti a conquistare la medaglia d’oro in entrambe le specialità femminili da Seoul in poi. Bencic, se supererà la Repubblica Ceca, potrà unirsi a un club ristrettissimo, che non include nemmeno il suo più noto connazionale né gli altri due 20 volte campioni Slam. Una curiosa storia tra le affascinanti dinamiche dei Giochi Olimpici.