Non sembra davvero il caso di tirare fuori il concetto di continuità, più volte emerso nei commenti in calce al trionfo di Camila Giorgi a Montreal. E per il risicatissimo tempo trascorso dall’impresa, e per i postumi della sbornia conseguente, di certo ancora vividi. La Nostra, special exempt a Cincinnati, non ha potuto contare su molte energie residue per onorare il secondo Mille consecutivo, e ha retto appena settantadue minuti al cospetto di Jessica Pegula, brillantemente superata giusto lo scorso sabato nella semifinale in Canada. Prevedibilmente svuotata tanto a livello fisico quanto a livello mentale, la tennista da Macerata ha raccolto appena quattro game senza mai entrare davvero in partita. Un KO duro, ma prevedibile e previsto.
Subito finita sotto a un pesantissimo zero a quattro, Giorgi non è più riemersa. Mai minacciosa in risposta, Camila è stata afflitta da una giornata al servizio quanto mai negativa: tralasciando i quattro doppi falli commessi, la nuova numero trentaquattro del mondo ha vinto poco più della metà dei punti con la prima in campo e un misero 33% con la seconda, finendo dunque per raccogliere in battuta meno di quanto concesso. Jessica Pegula può sorridere per l’immediata rivincita ottenuta, ma il tabellone non le arride particolarmente: al secondo turno se la dovrà vedere con Simona Halep, tornata a vincere con Magda Linette una partita nel Tour dopo tre mesi, nonostante un guaio alla coscia destra patito nel corso del secondo set.
“Sinceramente ero molto stanca, non avevo davvero più energie – ha detto Camila al nostro Vanni Gibertini commentando la partita -. Dopo la finale di Montreal ho avuto pochissimo tempo a disposizione. Sono arrivata in albergo a Cincinnati alle due del mattino e lunedì mi sono allenata un po’. Non ho potuto certamente festeggiare, ma nemmeno preparare il match con Pegula come si deve“. Qualche momento per celebrare si potrà a questo punto trovare in settimana, prima di preparare l’avvicinamento all’atteso Open degli Stati Uniti. “Nei prossimi giorni mi raggiungerà mio padre, e insieme decideremo se giocare a Chicago la prossima settimana. Mi sono iscritta e non escludo di andarci, ma ancora non ne sono sicura. Adesso ho solo bisogno di riposare“. Permesso accordato, ci mancherebbe. L’asticella si è alzata, insieme alle aspettative. Occorre aver cura dei dettagli, anche nei festeggiamenti.