A poco più di 48 ore dall’inizio dello US Open 2021, l’Ufficio del Sindaco di New York ha costretto la USTA a modificare il proprio protocollo sanitario per gli spettatori. A causa dell’aumento di contagi dovuto alla diffusione della variante Delta del COVID-19, l’Ufficio del Sindaco De Blasio ha imposto che all’entrata dell’Arthur Ashe Stadium tutti gli spettatori di età superiore ai 12 anni dovranno fornire prova di aver ricevuto almeno una dose di vaccino.
In conseguenza di ciò, la USTA ha esteso la condizione a tutti i detentori di qualunque biglietto per lo US Open, includendo quindi anche i possessori dei tagliandi per il Louis Armstrong Stadium, il Grandstand e i Ground.
Nelle linee guida diffuse pochi giorni fa dall’organizzazione del torneo veniva spiegato che la vaccinazione non era richiesta per l’ingresso all’impianto, ma solamente per poter aver accesso a tutte le zone di ristoro al coperto. Tutte le aree all’aperto non richiedevano prova di vaccinazione e nemmeno l’uso della mascherina, che invece diventava obbligatorio in tutti i luoghi chiusi, ovvero i ristoranti indoor, i negozi oppure i servizi igienici all’interno delle strutture fisse. Ai fini dell’obbligatorietà delle mascherine, gli stadi Arthur Ashe e Louis Armstrong saranno considerati outdoor anche nel caso in cui il tetto sia chiuso.
Per dimostrare il proprio stato vaccinale è sufficiente mostrare il certificato di vaccinazione oppure una delle due applicazioni che sono state lanciate proprio per questo scopo: l’Excelsior Pass, ideato dallo Stato di New York, che ottiene i record delle vaccinazioni direttamente dal database centrale, oppure l’applicazione NYC COVID Safe, che non è altro che una cartella per contenere le foto dei propri documenti e certificati, e può quindi essere utilizzata anche dai turisti di passaggio nella Grande Mela.
Lo US Open ha quindi intrapreso in extremis la stessa strada che percorrerà il BNP Paribas Open di Indian Wells, in programma tra poco più di un mese, che sin dall’inizio ha dichiarato che ammetterà nell’impianto solamente chi potrà dimostrare di essere vaccinato. L’obbligo varrà tuttavia solamente per gli spettatori, dal momento che per i giocatori e buona parte degli addetti ai lavori l’accesso a Flushing Meadows non sarà subordinato alla presentazione del certificato. La scorsa settimana Stefanos Tsitsipas ha confermato la sua intenzione di non vaccinarsi fino a quando non sarà obbligatorio, e venerdì, nel corso della conferenza stampa pre-torneo, anche il n. 1 del mondo Novak Djokovic ha ribadito che il suo desiderio è che la vaccinazione rimanga una scelta personale e non diventi un obbligo.
Ma come dice la prestigiosa firma del New York Times Christopher Clarey, ha senso pretendere l’obbligo di vaccinazione per gli spettatori e non per i giocatori?