Prima vittoria per Paolini allo US Open, fuori Errani: "Gli anni passano ma il tennis è la mia passione"

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Prima vittoria per Paolini allo US Open, fuori Errani: “Gli anni passano ma il tennis è la mia passione”

Jasmine batte Shvedova e trova Azarenka: “Sto giocando meglio su questa superficie”. Errani in lotta con l’età: “Fosse per me giocherei all’infinito ma la mattina mi sveglio con i dolori”

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Jasmine Paolini - US Open 2021 (photo Manuela Davies/USTA)
 

I tre match in programma ieri che vedevano impegnate le tenniste azzurre nel day degli US Open 2021 hanno rispettato i pronostici. Dopo la sconfitta di Giorgi contro Halep infatti, è arrivata anche quella di Sara Errani contro Ekaterina Alexandrova e durante la notte italiana il successo di Jasmine Paolini su Yaroslava Shvedova.

[32] E. Alexandrova b. S. Errani 6-3 6-2

Sara Errani, attuale n. 112 del mondo, non era stata fortunata col sorteggio e contro la testa di serie n. 32 del mondo ha perso 6-3 6-2. Il punteggio così netto però nasconde molte chance non sfruttate dalla bolognese. “Mi aspettavo una partita del genere; è una giocatrice molto aggressiva e serviva forte anche la seconda per questo faceva qualche doppio fallo” ha commentato Sara in conferenza. “Io penso di aver servito bene e anche abbastanza veloce per i miei standard purtroppo però ho vinto pochi game alla battuta. Lei rispondeva molto bene. Peccato perché ho avuto tante pale break non sfruttate. In generale non penso di essere andata male.

Questa è per lei la 19esima sconfitta stagionale a fronte di 16 successi, e con l’inizio del periodo conclusivo dell’anno tennistico è inevitabile iniziare a tirare le somme. “Valutare la stagione è complicato. Se faccio un confronto con altri anni è pessima, se la valuti considerando la mia attuale condizione fisica e le partite in sé, ripensando a tutte le partite dell’anno, non è andata male. Io sono molto esigente con me stessa quindi faccio fatica a dire che è stata una buona stagione. Avevo iniziato bene ma ho avuto brutte settimane. Faccio fatica a darti un bilancio, un voto; mi sarebbe piaciuto molto di più esser già entrata tra le prime 100. Mi rendo conto che faccio molta fatica, la mattina mi sveglio con dolori da tutte le parti e non è facile. Non so cosa dirti”.

Seppur il suo gioco difficilmente è riuscito ad entrare nel cuore di certi appassionati di questo sport, la sua grinta e il suo agonismo sono encomiabili. E anche adesso, a 34 anni, l’ex numero 5 del mondo ce la sta mettendo tutta ma l’avversario più difficile, come per tanti altri campioni in situazioni simili, è il tempo che avanza.Per me il tennis non è un lavoro, è la mia passione. L’ho sempre amato fare e continuo ad amarlo. Col passare degli anni faccio più fatica. La mattina mi devo svegliare e pregare di camminare ma fosse per me giocherei all’infinito. Più va avanti più è dura”.

J. Paolini b. Y. Shvedova 6-3 6-4

Ci sono voluti appena 67 minuti a Jasmine Paolini per avere la meglio sulla kazaka n. 452 del mondo Shvedova. Nel primo set le cose si sono subito incanalate nel verso giusto con un break in apertura mentre il secondo parziale a tratti è stato un vero e proprio regno dell’incertezza. Con sei break consecutivi (tre da una parte e tre dall’altra) entrambe le giocatrici hanno sentito il peso della pressione e la stessa Paolini l’ha confermato in conferenza: Ero un po’ nervosa, un po’ agitata perché sapevo di essere favorita sulla carta però le partite vanno giocate e vinte”.

Alla fine però la n. 99 del mondo ha superato la n. 452 col punteggio di 6-3 6-4 vincendo così il suo primo match nel tabellone principale degli US Open. “Non sono riuscita, secondo me, a sciogliermi del tutto però sono contenta perché nei momenti importanti, fine primo set e fino secondo, quando dovevo chiudere ci sono riuscita. Quindi sicuramente una partita positiva“. Considerando anche le qualificazioni, questa è la quinta presenza consecutiva di Paolini a New York e ci ha spiegato un po’ l’evoluzione dei campi.Rispetto a due anni fa sono velocissimi, rispetto all’anno scorso no. Due anni fa rimbalzava molto più alta la palla, adesso schizza molto di più. Quest’anno non sono particolarmente veloci forse anche perché avevo già giocato la scorsa settimana a Chicago e mi ero un po’ adattata alla superficie, anche se Chicago era un pochino più lenta”.

Per lei si tratta della quarta vittoria sul cemento nord-americano in questa parte di stagione – dopo le due nelle qualificazione di Cincinnati e il primo turno a Chicago – questo a conferma della sua crescita anche al di fuori della terra rossa. “Di queste partite giocate in America sono abbastanza soddisfatta, alcuni piccoli miglioramenti mi hanno permesso di giocare delle belle partite. Manca ancora qualcosina, anche dal punto di vista dell’attenzione, soprattutto al servizio. Ero abituata a usarlo come una rimessa in gioco e non un’arma, devo cambiare il mio modo di pensare quel colpo. Ci sono degli alti e bassi ma secondo me stiamo lavorando nel modo giusto. Secondo me sto giocando meglio su questa superficie”.

La fiducia accumulata settimana dopo settimana le sarà certamente utile anche nel prossimo turno: una sfida all’apparenza proibitiva contro l’ex n. 1 Victoria Azarenka. “Di solito non guardo mai il tabellone, guardo solo l’orario. Devo fare le mie solite cose, farle ovviamente bene perché non basterà farle come le ho fatte oggi. In questa trasferta americana ho giocato abbastanza bene, quindi andrò in campo per cercare di fare la mia partita.

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