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Reading: Martina Trevisan è l’ultima italiana a lasciare lo US Open: “Ho un infortunio che non si risolve”
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Martina Trevisan è l’ultima italiana a lasciare lo US Open: “Ho un infortunio che non si risolve”

Sconfitta nettamente da Belinda Bencic, Martina Trevisan racconta i dettagli dell'infortunio che le ha impedito di andare alle Olimpiadi e ancora la condiziona

Last updated: 06/09/2021 8:00
By Antonio Ortu Published 03/09/2021
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8 Min Read


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È finito al secondo round lo US Open delle quattro giocatrici italiane presenti nel main draw quest’anno. Martina Trevisan aveva portato a casa una buona partita all’esordio, ma la sorte le ha messo davanti la medaglia d’oro dei Giochi Olimpici di Tokyo, Belinda Bencic. Con un agevole 6-3 6-1 la svizzera ha guadagnato il terzo turno a Flushing Meadows, torneo in cui ha raggiunto il suo miglior risultato a livello Slam, la semifinale del 2018 persa in due set lottati contro Bianca Andreescu.

Lo sviluppo del match è stato quello che ci si aspettava. Bencic ha aggredito il servizio di Trevisan, che ha dovuto lottare per tenere i suoi turni di servizio e allo stesso tempo ha faticato a imporsi nei turni di risposta. Pensare che Trevisan ha giocato ben 20 punti in più al servizio della sua avversaria: è stata competitiva solo quando ha messo la prima di servizio in campo. Infatti in tutto il primo set ha vinto solo un punto con la seconda di servizio, causa dei tre break subiti nel primo, settimo e nono game. Va dato merito all’azzurra di averci creduto sotto 3-1, quando ha salvato un game di battuta con due colpi splendidi in controbalzo. Contro questo tipo di giocatrici però è davvero difficile fare partita pari cercando sempre la riga e il colpo ad alto coefficiente di rischio.

Dopo un game terribile di Bencic, che ha restituito il break da 40-15 con due doppi falli consecutivi, Trevisan ha perso l’opportunità di mettere in discussione la partita. Ha commesso tre gratuiti e un doppio fallo, aprendo un parziale davvero pesante in favore della campionessa olimpica, che si è presa il primo set. Dopo quel game perso malamente al servizio, Bencic ha vinto i successivi otto, portandosi con grande qualità sul 5-0. Niente di “impressionante” come ha invece esclamato l’intervistatore dopo il match point, ma Belinda ha dimostrato di essere una seria candidata ad arrivare in fondo anche a New York. Il suo rovescio ha funzionato alla perfezione (non semplice da impattare contro il topspin mancino di Martina) e con il servizio ha dominato (solo cinque punti persi con la prima in campo). Al prossimo round Bencic affronterà la vincente di Doi-Pegula, prima di un possibile ottavo di finale succulento contro Iga Swiatek, sopravvissuta a Fiona Ferro, che aveva set e break di vantaggio.

L’INTERVISTA – È una Martina Trevisan certamente delusa ma serena quella che si presenta davanti a noi nel centro stampa di Flushing Meadows. “Sapevo prima di entrare in campo che sarebbe stata una partita dura. – ci racconda la tennista toscana – Quando sono riuscita a farle il break sul 3-3 ho avvertito un po’ di tensione. Volevo arrivare al servizio carica, mettere una percentuale alta di prime, ma non ci sono riuscita. Non sono abituata a giocare partite a questo livello, ho perso un po’ di energia e mi sono disunita. Lei ha alzato il suo livello, ma io non sono riuscita a mantenere il livello di energia che avevo all’inizio. Comunque ho preso molti spunti da questa partita, c’è da lavorare tanto, e soprattutto c’è da alzare l’asticella. Questo è ciò che mi porto via da qua“.

La prima volta che si gioca su un campo importante come il Louis Armstrong Stadium ci vuole un po’ per adattarsi: “Ho avuto la possibilità di scaldarmi su questo campo solo stamattina. È un campo bellissimo, ed è stata un’emozione fortissima, però è un po’ più stano, perché ai lati le persone si muovono per andare ai bar, per cui non è un campo silenzioso, forse anche essendo in America”.

“Nell’ultima parte dell’anno ho avuto un problema importante al piede e questo mi ha dato l’opportunità di fermarmi un po’ e di fare qualche settimana di allenamento, cosa che nella prima parte dell’anno, forse presa dalla fretta e dalla voglia di giocare, ho sottovalutato, quindi questa è una lezione che mi porterò avanti. Di conseguenza in questo torneo mi sono sentita molto bene. Oggi nel secondo set ero un po’ scarica, ma non per una questione di preparazione fisica, ma più per una circostanza legata al punteggio. Su questi campi mi sono sentita bene, ci gioco bene, nonostante abbia incontrato tutte giocatrici che tirano molto forte. Ora devo lavorare per migliorare dal punto di vista fisico, per sentirmi ancora meglio in campo”.

La frattura da stress al piede sinistro è stata quella che le ha impedito di partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. “Non andare alle Olimpiadi è stata una decisione molto difficile. Quella settimana è stata una settimana nella quale non mi si poteva parlare, ero quasi intoccabile. Purtroppo, o per fortuna, la convocazione olimpica è arrivata all’ultimo momento, questo problema al piede è un problema che non potevo e non posso tuttora sottovalutare. Non è un problema che si risolve, perché sarebbe risolvibile solo con una futura operazione che tutti i dottori mi hanno sconsigliato di fare, e in quel momento ho dovuto salvaguardare il mio fisico. Andare a giocare sul cemento in quel momento era un rischio troppo grande, me l’ha detto il dottore stesso, perché avrebbe potuto compromettere tutta la stagione. Si è trattata di una scelta forse un po’ inspiegabile, e come ho detto in quella settimana non volevo sentire nessuno. Lavorerò al massimo per essere a Parigi 2024“.

Per gestire questo infortunio, dunque, Martina deve fare grande attenzione a quello che succede al suo piede e utilizzare accorgimenti particolari: “Ora devo monitorare il piede in ogni minimo dettaglio, ho cambiato plantari, devo indossare un plantare piuttosto importante, che oltretutto non entra in tutte le scarpe, come per esempio quelle da passeggio. Ma si tratta dell’unica soluzione che mi permette di poter giocare e non fermarmi. Ho fatto anche delle cure per le ossa, perché l’origine del problema è ossea, e quindi credo che il monitoraggio quotidiano sia la miglior cura“.

Il programma dei prossimi tornei non è ancora definito, ma si prevede un ritorno sulla terra per poi eventualmente tornare negli USA più avanti: “In linea di massima ora si rientra sulla terra per poi tornare sul veloce e fare Indian Wells, ma sono molto più serena rispetto alla prima parte dell’anno perché ho ritrovato buone sensazioni che non provavo da tanto tempo e vorrei continuare così“.


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