[4] A. Zverev b. [13] J. Sinner 6-4 6-4 7-6 (7)
Il primo tempo di Italia-Germania si conclude purtroppo come previsto dai più: Alexander Zverev supera Jannik Sinner in tre set dopo quasi due ore e mezza. Un duello certo non caratterizzato dalla spettacolarità senza respiro che ci hanno regalato altri incontri newyorchesi, con scambi ad alta intensità senza variazioni e qualche errore di troppo, ma anche improvvise fiammate a rialzare il livello di attenzione e un finale in crescendo ed emozionante (16-11 il saldo winner-unforced di Sinner nel terzo set).
Quindicesima vittoria di fila per un Sascha pressoché inattaccabile al servizio, colpo che poco sorprendentemente ha spostato l’equilibrio a suo favore e ampiamente compensato la solita, moderata, vulnerabilità sul dritto, in difficoltà quando pressato da palle filanti. Dal canto suo, Jannik ha messo in campo una prestazione senz’altro accettabile ma, per avere chance, avrebbe dovuto essere impossibilmente impeccabile; oltre al servizio che non sempre gli ha dato una mano e qualche imperfezione sulle rare occasioni che si era faticosamente procurato, ci sono stati anche un paio di brutti interventi a rete che avrebbero tenuto vivi gli ultimi due game del secondo parziale.
I veri rimpianti sono però per quel terzo set in cui, presto sotto di un break, Sinner ha rialzato la testa, riagguantato l’avversario prendendogli il tempo e mettendolo sotto negli scambi; i conseguenti cinque set point sono tuttavia rimasti solo per le statistiche, con il vero rammarico per l’unico con la battuta a disposizione e il dritto da posizione favorevole.
WARM-UP – È la terza sfida tra i due: all’azzurro è andata quella del Roland Garros ottobrino, con Sascha che si era pure beccato una vagonata di critiche per aver detto di essere malato a tutti e dopo il match, invece di dirlo solo al medico del torneo prima di scendere in campo. Due settimane dopo a Colonia, rivincita a cui il tennista di casa teneva parecchio com’era prevedibile e come il suo atteggiamento in campo ha ben dimostrato. Un solo set ceduto finora, a un Jack Sock anche troppo scatenato perché (più prima che) poi si è rotto, e un servizio che gli fornisce una solidissima base di partenza. Servizio invece a corrente alternata per Sinner che nei turni precedenti si è concesso qualche distrazione a cui ha saputo rimediare.
IL MATCH – Zverev lascia al nostro il compito di servire per primo e al terzo gioco c’è già una palla break da salvare con un rovescio pesante in uscita dal servizio. Si vede qualche scambio e Sascha già accenna ad allontanarsi dalla riga di fondo, soprattutto per prendersi un po’ più di tempo sul lato destro; con un paio di prime risale da 15-40 e piazza anche una seconda a 209 km/h. Nella stessa situazione di punteggio dopo un doppio fallo e altri due non forzati, Jannik mette solo una prima e quindi capitola subendo l’aggressività tedesca. Il numero 4 del mondo continua ad affidarsi alla battuta per uscire da situazioni di punteggio potenzialmente pericolose, mentre il ventenne di Sesto fatica troppo sulla seconda.
Incoraggia moderatamente vedere il dritto amburghese non uscire sempre al meglio dalle corde e mancare non di poco il campo in più di un’occasione – uno dei suoi due principali problemi ricorrenti, insieme ai doppi falli però assenti nell’ultimo periodo. Sinner salva un set point al servizio senza che l’altro faccia una piega, sicuro com’è di non correre rischi nel gioco successivo. Così è, infatti, nonostante l’azzurro arrivi a 30 pari con un piccolo rimpianto per la risposta in rete del primo punto sull’arrogante (in senso positivo) discesa a rete dietro la seconda battuta, perché il servizio continua a fare la differenza e il 6-4 arriva puntuale.
Nulla cambia nel secondo parziale se non una resa anche maggiore della seconda di Zverev e il nostro che procede sicuro nei propri turni di battuta. Il parziale svolta al nono gioco: sotto 0-40, Sinner tira fuori gli artigli, annulla anche una quarta palla break, ma cede dopo aver concesso un nuovo vantaggio esterno mancando una comoda volée che avrebbe finalizzato un punto ben costruito. Non dà segni di resa, l’azzurro, gioca benissimo fino al 15-40 ed entra nei due successivi punti, ma è impreciso con il dritto. Sul set point fa capolino il primo doppio fallo, ma Zverev rimedia con l’ormai immancabile seconda sui 210 km/h e il secondo 6-4 si materializza nella maniera più dolorosa: a rete per prendersi il meritato punto con il campo aperto, Sinner opta per lo schiaffo bimane che finisce lungo.
Toilet break per schiarirsi le idee, ma si percepisce un po’ di scoramento di fronte a un Sascha sempre più in fiducia – già non gli faceva difetto dall’inizio e lui si era limitato a manifestare perplessità nei confronti della tecnologia in due occasioni. La risposta vincente di Zverev con il dritto sancisce un break che pareva inevitabile. Jannik dovrebbe essere sotto un treno, invece torna subito a crederci, trafigge il tentativo di serve&volley sulla seconda e il 4 pari è servito dal doppio fallo, il terzo del match ma il primo pesante. È presto per dire che l’inerzia è girata, ma di sicuro il n. 16 ATP è in vena di dare battaglia e il dritto è on fire. Il dodicesimo è un altro bel game di risposta, ma di nuovo manca la finalizzazione sul primo dei due set point consecutivi, quello che il servizio germanico gli permette di giocarsi, ma non incide con la risposta e subisce la pesantezza del rovescio.
L’occasione sfumata è già dimenticata nel tie-break e Sascha deve fare gli straordinari per tenere il ritmo forsennato di Jannik e nemmeno quello basta per evitargli il mini-break, però recuperato dalla risposta di rovescio dopo il cambio campo. Tocca adesso alla Germania gettare al volo un punto quasi finito che vale un altro doppio set point, ma l’opportunità creata dal servizio alla T se ne va insieme al comodo dritto largo con Sascha ormai battuto. Niente da fare in risposta (ace numero 17) su quella che sarà l’ultima opportunità di allungare l’incontro, infine deciso da due errori di Sinner nello scambio. Per Zverev, finalista della scorsa edizione, un quarto di finale contro Reilly Opelka o Lloyd Harris.