Daniil Medvedev ha perso un solo set nel suo percorso verso la terza finale Slam in carriera, la seconda allo US Open. L’unico a non perdere in tre set contro il numero 2 del mondo è stato Botic Van de Zandschulp nei quarti di finale, mentre l’avversario più temibile affrontato sinora da Medvedev (Felix Auger-Aliassime in semifinale) ci è andato vicino, avendo mancato due set point nel secondo set prima di cedere 6-4 7-5 6-2. Era fondamentale per il giocatore russo essere fresco fisicamente in un’eventuale finale contro Djokovic, possibilità che si è materializzata nella serata di venerdì, quando Nole ha battuto in 5 set Zverev nella seconda ‘semi’.
Medvedev ha affermato che “il secondo set è stato il momento cruciale della semifinale. Se ci fossimo ritrovati un set pari sarebbe stata tutta un’altra storia, una situazione che non ho mai sperimentato nel torneo. Ho fatto girare il parziale in mio favore e lui ha iniziato ad avere i dubbi. Gli ho messo pressione e la partita è cambiata”. Per pochissimo non ha perso il secondo set del suo torneo, finora molto tranquillo: “Sappiamo come sono gli Slam. Anche se arrivi in finale senza perdere un set, tutti i match sono duri lo stesso. La partita contro Botic (Van de Zandschulp) l’ho vinta 7-5 al quarto, che non è un grosso margine. Non è mai semplice, ma sono contento di aver risparmiato energie fisiche e mentali. Nessuno è in grado di vincere uno Slam giocando 5 set nei primi tre turni, credo. Dunque è importante il mio percorso sinora”.
21esimo Major e Grande Slam sono parole sulla bocca di tutti, traguardi che distano una sola vittoria per Novak Djokovic. Sarà forse la giornata più importante della sua carriera. Quest’enorme pressione sulle (larghissime) spalle del numero 1 del mondo potrebbe rivelarsi anche un piccolo vantaggio per Medvedev, che quest’anno ha perso in Australia contro Nole la sua seconda finale Slam. “Se riuscirò a negargli questi risultati entrerò comunque nei libri di storia” ha ragionato Daniil. “Però non mi interessa. Credo che sia qualcosa che intacca più lui che me. Anche se avrà tanta pressione addosso, so che lui tira fuori il meglio in queste situazioni”.
Sette mesi fa a Melbourne Medvedev sembrava pronto a battere Djokovic nella finale, dopo aver dato segnali incoraggianti per tutto il torneo. Il campo però diede un responso totalmente diverso: tre set a zero per Novak, una prova di forza che aprì le prospettive di Grande Slam in questo 2021: “Giocò in modo diverso tatticamente rispetto ai match che avevamo giocato in precedenza” ha continuato Medvedev. “Non ero pronto a quel tipo di partita, ma ora lo sono. Sento che non ho dato tutto quello che avevo in campo a Melbourne. Qualcosa non si è acceso. Darò tutto sull’Arthur Ashe stavolta“.
Non poteva dare di più invece nella finale dello US Open 2019, persa 6-4 al quinto set contro Rafa Nadal. Il match fu memorabile per il russo, ma anche l’intero torneo: “Due anni fa ci furono quegli episodi divertenti con i fan, al secondo turno non riuscivo a camminare per i crampi e ricordo che nel match con Wawrinka mi strappai il quadricipite. Vinsi con uno strappo di un centimetro e per fortuna nei due giorni di riposo riuscii a curarlo. Quest’anno non ho nessuna storia da raccontare, ma ho più esperienza. Infatti una volta raggiunta la finale nel 2019 ero quasi appagato, felice solo per essere in finale. Ero anche sfavorito. Però avevo appena vinto un Masters 1000 ed ero in un momento positivo, il che mi ha aiutato a giocare bene. Ma non sentivo il dovere di vincere a tutti i costi”.