"Alcune cose buone, altre meno". Kim Clijsters serena dopo la sconfitta al rientro a Chicago

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“Alcune cose buone, altre meno”. Kim Clijsters serena dopo la sconfitta al rientro a Chicago

L’ex numero uno del mondo, sonfitta al primo turno da Hsieh, non giocava un match ufficiale dallo US Open 2020. “L’obiettivo era arrivare in fondo senza problemi fisici, per ora va bene così”

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Alzi la mano chi, almeno per un momento, non ha pensato che il nuovo tentativo di Kim Clijsters di rientrare nel Tour fosse precocemente abortito. Felici di constatare che le cose non stiano così, ma qualche dubbietto, francamente, l’avevamo avuto: l’ex numero uno WTA è finalmente tornata in campo questa settimana a Chicago, dove ha perso al primo turno per mano di Su-Wei Hsieh, a poco più di un anno di distanza dall’ultimo incontro ufficiale disputato. Era il 2020, lo US Open della pandemia, sconfitta in tre set al primo turno contro Ekaterina Alexandrova, all’epoca ventunesima testa di serie in gara. Prima un infortunio al ginocchio, poi la positività al Covid hanno tenuto Kim ai box per tredici lunghi mesi. Dal momento dell’inaspettato come back, la campionessa di Bilzen ha preso parte a soli quattro tornei e deve ancora vincere una partita.

Nonostante la strada verso la condizione ottimale sia lunga e irta di ostacoli Clijsters non ha intenzione di gettare la spugna, e, analizzando il match perso contro la quadrumane da Taiwan, tende giustamente a prendere quanto di buono sensazioni e numeri le hanno offerto. Si riparta da lì, dunque: dai quarantacinque vincenti (a fronte di cinquantaquattro errori) tirati nella partita e dal discreto 65% di conversione con la prima in campo. Un passo alla volta.

Ci sono state cose buone e cose meno buone – ha dichiarato a caldo la leggenda fiamminga -. Non sono stata particolarmente costante, questo è vero, ma in accordo con il mio Team l’obiettivo era quello di arrivare in fondo alla partita senza accusare ulteriori problemi, ed è andato tutto bene. Non ho ancora vinto, ma le sensazioni sono positive e miglioro di giorno in giorno, quindi avanti così“.

Sarà un processo lungo, e forse anche un po’ strano da intraprendere, a trentotto anni, per chi in carriera ha comunque alzato 41 trofei, l’ultimo all’Open d’Australia 2011. Per portarlo in fondo, e togliersi qualche altra soddisfazione, il fuoco dentro dev’essere bello acceso. “Mi godo i piccoli miglioramenti quotidiani. Dai primi match ai tempi del mio rientro sento che molte cose sono cambiate. Se all’inizio cercavo con tutta me stessa di trovare la miglior posizione in campo nelle varie situazioni di gioco, adesso sono al livello successivo. Contro Hsieh, anche se non per l’intera partita, ho anticipato bene i colpi, magari sbagliando qualcosa di troppo, ma ho fatto quello che volevo fare, questo è importante“.

Dando uno sguardo all’immediato futuro, Clijsters spera di ottenere una wild card per il torneo di Indian Wells al via la prossima settimana (al momento, per quanto concerne il draw femminile, è stato svelato solo lo scontatissimo invito a Emma Raducanu). Per lei che nel deserto californiano ha trionfato due volte (2003 e 2005) in tre finali, le porte potrebbero essere aperte dopo dieci anni di assenza. Si attendono buone nuove dal fronte occidentale.

Il tabellone aggiornato del WTA 500 di Chicago

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