È uno Jannik Sinner soddisfatto quello che ha parlato ai microfoni della stampa dopo la netta vittoria riportata ai danni di Lloyd Harris nella semifinale dello European Open di Anversa: “Ho iniziato bene in entrambi i set, ho cercato di crearmi un vantaggio con il servizio e mi sentivo bene anche in risposta. Di sicuro è più facile giocare quando sono in vantaggio, perché sono molto più rilassato. Lui è un grande giocatore, non concede niente, quindi sapevo di dover rimanere concentrato: per esempio, quando ero avanti 4-1 nel secondo non volevo consentirgli di riavvicinarsi. In generale sono stato molto solido“.
Ha poi aggiunto: “Raggiungere un’altra finale vuol dire tanto per me, credo di aver giocato bene e di aver fatto una buona stagione, seppur con alcuni alti e bassi che secondo me sono normali. Non mi interessa chi sarà il mio prossimo avversario, scenderò in campo e farò del mio meglio“. La conferenza stampa si è svolta durante la seconda semifinale, e quindi l’azzurro non conosceva ancora il nome del suo avversario: ora sappiamo invece che gli toccherà il secondo favorito del torneo Diego Schwartzman (curiosamente anche a Sofia la finale contro Monfils aveva messo di fronte il primo seed Sinner e il numero due), che ha battuto Jenson Brooksby 6-4 6-0 – fra i due non ci sono precedenti.
LE SUPERFICI INDOOR E IL LAVORO “SEGRETO”
Non è un mistero che Sinner ami giocare al chiuso, dove ha vinto gli ultimi sette incontri giocati senza mai perdere un set fra Sofia e Anversa. Interrogato sull’argomento ha commentato: “La superficie è buona per il mio stile di gioco, perché non ci sono né il sole né il vento. Indoor poi la palla non rimbalza molto alta, come invece succede per esempio ad Indian Wells. Certo, le condizioni sono le stesse per entrambi i giocatori, quindi se le condizioni sono cattive lo sono per entrambi e viceversa“.
Una prestazione di questo livello non è però motivo di adagiarsi sugli allori, come ben sanno sia lui che Riccardo Piatti: “Non siamo mai soddisfatti, c’è sempre qualcosa da migliorare. Io vedo delle cose da sistemare, lui ne vede altre. Ora stiamo lavorando tanto su una cosa in particolare, anche se non voglio dire cosa, ma è un aspetto che sto cercando di mettere in pratica anche durante le partite. Non vi dico cos’è perché altrimenti nella prossima partita vi metterete a parlare solo di quello! Però lavoriamo su ogni aspetto, inclusi i piani tattico e mentale“.
LA PROGRAMMAZIONE: VIENNA, BERCY, LA DAVIS…E TORINO?
Questo risultato consente a Sinner di rimanere in corsa per le ATP Finals, obiettivo che lo sta portando a giocare tutte le settimane. A prescindere dall’esito del match di domani, infatti, la settimana prossima sarà a Vienna, dove spera di poter scendere in campo mercoledì per riposarsi un pochino, anche come dice lui stesso dipende solo dal torneo: “La verità è che non siamo noi a decidere quando giochiamo, possiamo solo chiedere, poi decidono gli organizzatori: se a Vienna mi metteranno mercoledì bene, altrimenti giocherò martedì“.
Esordire di mercoledì lo obbligherebbe a giocare tutti i giorni, programmazione che alcuni giocatori preferiscono perché consente loro di mantenere il ritmo partita, mentre altri prediligono il giorno di pausa ad inizio torneo. Sinner però non sembra avere una condizione favorita in questo senso: “Se hai giocato tre ore sicuramente preferisci riposarti il giorno successivo, però onestamente non ho una preferenza, dipende dalla situazione“.
Il suo avversario a Vienna sarà Reilly Opelka (in coppia con il quale ha peraltro vinto il titolo di doppio ad Atlanta durante l’estate), ma per ora la sua mente è rivolta giustamente alla finale: “Non penso ad Opelka, ora mi concentro sul match di domani. Sicuramente è un primo turno complicato, lui tirerà forte e mi darà poco ritmo, e io magari non avrò buonissime sensazioni perché non avrò molto tempo per adattarmi al campo“.
La grande densità del calendario di queste ultime settimane è anche il motivo per cui ha deciso di giocare meno partite in doppio: “Ho preferito non giocare in queste ultime settimane in doppio perché credo di aver fatto tante partite quest’anno [al momento sono 59 con 41 vittorie, ndr]; in ogni caso mancano ancora molti tornei, Vienna, Parigi, una fra Stoccolma e Milano, poi la Davis, quindi vedremo“. E chissà che non si aggiunga un altro impegno sempre in Italia del nord, verrebbe da dire: di sicuro lui se lo augura!