ATP Next Gen Finals, Alcaraz troppo forte per Rune. Vince anche Nakashima

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ATP Next Gen Finals, Alcaraz troppo forte per Rune. Vince anche Nakashima

Grande prova del talento spagnola contro un Rune che gioca sovraritmo per un set e mezzo. L’americano dispone facilmente dell’argentino Cerundolo

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Palestra di regole e rampa di lancio per i pro under 21, tornano dopo due anni le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals. Pronostico rispettato nell’incontro inaugurale, con la vittoria di Brandon Nakashima su Juan Manuel Cerundolo per 4-1 3-4(3) 4-1 4-0 in poco meno di un’ora e mezza. Un risultato che avrebbe potuto essere anche più netto se Nakashima non avesse messo in mostra alcune difficoltà sulle palle da chiudere, quell’ultima speranza che cade alta e morbida nell’area di battuta e su cui ci si avventa con il dritto tirando una sassata o dando un’occhiata al movimento dell’avversario per colpire dall’altra parte. Spesso, invece, Brandon l’ha tirata senza spaccarla verso Cerundolo o l’ha sbagliata direttamente; probabilmente, il sistema di punteggio senza i vantaggi e i set ai 4, oltre ad appiattire i valori, ha contribuito a creare tensione nel favorito quando ha avuto il tempo di pensare sulla “palla facile”. Il tutto si è però risolto con la sola perdita di un set per l’agguerrito Brandon che ha così confermato l’esito dell’unico precedente, praticamente in casa, all’M20 di Rancho Santa Fe (dove è nato Taylor Fritz).

IL MATCH – Cerundolo è al suo secondo incontro da professionista sul duro indoor, una superficie che senza sorprese non favorisce il suo gioco di rimessa che lo ha portato allo straordinario successo in quel di Cordoba lo scorso febbraio. Juanma perde campo a ogni colpo, soprattutto dal lato del dritto, finendo presto dietro la scritta “Milano”. Il piano tattico di Nakashima consiste nel mantenere alto il ritmo del palleggio con i piedi vicini al campo senza rischiare subito ma attendendo la palla giusta per cercare il vincente, mentre l’avversario non può che sperare nell’errore dopo aver allungato il più possibile lo scambio. Qualche gratuito in effetti arriva, ma nulla che impedisca a Brandon di prendersi il primo set per 4-1 con un break.

Cerundolo cerca allora di non indietreggiare troppo, almeno nei propri turni di battuta, ricorrendo spesso a chiusure reverse del proprio dritto. Tra quello, qualche buon servizio nonostante velocità tutt’altro che competitive, un paio di enormi regali di Nakashima, il mancino di Buenos Aires si tiene a galla nel secondo parziale, sempre sfoggiando la fantastica condizione atletica. Sotto 0-30 quando serve per salvare il set, lo statunitense risale grazie alla battuta e poi piazza uno spettacolare rovescio in entrata. Il dritto di Brandon si fa ancora più incerto nel tie-break, Juan Manuel lo pungola lì, non gli dà ritmo quando cambia verso il bimane e pareggia il conto dei set sull’ennesimo errore dell’altro su palla da chiudere.

L’argentino non riesce a cavalcare il momento favorevole, riparte male e il ventenne di San Diego ritrova immediatamente tranquillità, magari non tanta da non fallire ancora qualche comoda chiusura, ma abbastanza per non farsene condizionare. Nakashima dilaga lasciando un solo game negli ultimi due set, con Cerundolo virtualmente in doccia dalla metà della terza partita.

[1] C. Alcaraz b. [7] HVN Rune 4-3(6) 4-2 4-0

Grande intensità, agonismo e determinazione caratterizzano la seconda sfida del gruppo A, con l’iniziale equilibrio che inesorabilmente svanisce a favore della prima testa di serie della manifestazione. Carlos Alcaraz supera allora il coetaneo Holger Vitus Nodskov Rune per tre set a zero in un’ora e un quarto. Alcaraz, lo abbiamo constatato quest’anno, è già oltre la fase in cui il giovane si costruisce la classifica nella sua (terrosa) zona di comfort per poi cominciare a prendere fiducia sul duro. In questo senso, il classe 2003 di Murcia ha bruciato tappe che altri solo sfiorano ed è già una realtà sul duro anche sotto il tetto, eppure con margini di miglioramento preoccupanti – per gli avversari. Nemmeno a Rune fa difetto la sfrontatezza giovanile, tra dichiarazioni sull’obiettivo dei 13 trofei al Roland Garros e tuonate contro il sistema del ranking “pandemico”. Alla fine, il tabellino fa segnare 27 vincenti a fronte di 16 errori per Carlos (14-14 il saldo danese) che non ha concesso alcuna palla break, confermandosi, almeno per adesso, nettamente più avanti del collega con troppi nomi come testimonia la differenza di classifica, senza dimenticare che al 109° posto di Rune, già eccezionale per la sua età, corrisponde il 67° della Race.

IL MATCH – Alcaraz mette subito in chiaro di non essere qui per pettinare il feltro giallo ma per incendiarlo fin dal primo scambio e si affida prevalentemente al dritto da 3180 giri al minuto per cercare di sfondare l’avversario. Dal canto suo, Rune tiene il ritmo, nonostante la velocità dei suoi colpi sia inferiore a quella del numero 32 ATP. Il match è estremamente godibile, i due sanno che questa è la prima di una potenzialmente lunga serie di sfide ad alti livelli ed è evidente l’intenzione di entrambi di volerla indirizzare da subito. Sul 3-2 del primo parziale, gran game di risposta di Carlos che si guadagna tre set point consecutivi, ma è altrettanto bravo Holger a salvarsi (fenomenale il passante bimane in mezza volata sul 15-40), nonostante il piccolo brivido sull’ultimo con il contro-smash spagnolo fermato dal nastro. Alcaraz vede svanire altre due palle set nel tie-break, ma Rune non approfitta della seconda avversaria giocando troppo conservativo e finisce per cedere 8-6.

Il tennis prosegue scintillante anche nella seconda partita. Nel quinto gioco, Carlos accelera, Holger si fa applaudire per un paio di belle chiusure ma non evita il break: sul 30-40, la prima non entra, il coach Ferrero dice al suo pupillo di tirare la risposta (interessante mettersi nei panni dell’avversario che lo sente mentre sta per servire la seconda), il quale esegue come se nulla fosse scagliandola vincente. Secondo set al sicuro con un turno di battuta autoritario in comando degli scambi e match ormai sfuggito dalle mani danesi. Fortissimo anche in difesa, Carlos riesce a rimandare una palla in più (forse anche due) sulla quale Holger fallisce lo smash che gli costa il turno di battuta in apertura di terzo. Alcaraz sbaraglia la resistenza sempre più flebile di un Rune ormai rassegnato e va a chiudere con il serve&volley.

Gironi, risultati e programma di gioco

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