Se Tallon Griekspoor in questo 2021 ha battuto il record dei Challenger vinti, Cosimo Napolitano ha polverizzato il record di quelli organizzati perché con questi due di Forlì, che si aggiungono ai sette di Biella e ai due di Napoli/Ercolano, è arrivato a quota undici. Il movimento tennistico italiano ha maturato un grosso debito verso di lui e verso il MEF di Marcello Marchesini che in pratica hanno allestito il palcoscenico per la maggior parte degli eventi di questa stagione che ha vissuto, in gran parte, ancora sotto la spada di Damocle della pandemia.
Tornando al campo erano dieci gli italiani in tabellone in questo Challenger 80, penultimo torneo della stagione. E tra questi dieci uno scatenato Flavio Cobolli che ci ha regalato quella che probabilmente verrà ricordata come la migliore partita dell’anno. Non sapremmo come altro definire il match che lo ha visto prevalere sull’ostico russo Pavel Kotov (n.270 ATP) al termine di un incredibile incontro durato 3 ore e 39 minuti e decisosi con un triplo tie-break 6-7(3) 7-6(6) 7-6(7). L’alternarsi delle emozioni è stato da cardiopalma e ha entusiasmato il pubblico presente, non numeroso ma molto partecipe.
L’azzurro perde il primo set, dopo aver avuto ben quattro palle break sul 4-4. Ma non si demoralizza e mette in mostra quella determinazione che probabilmente sarà la cifra tecnica della sua carriera. Nel secondo tie-break infatti, pur trovandosi sotto 2-5, recupera e chiude al secondo set-point. Anche nel parziale decisivo è costretto ad una gara di rincorsa, ma sul 2-4 strappa il servizio al russo e si guadagna l’ennesimo tie-break che chiude al terzo match-point. Tecnicamente Cobolli ha sempre condotto il gioco ma, come detto, la sua vera bravura è stata quella di rimanere solido e di non innervosirsi davanti alle mille astuzie di un avversario che, a soli 23 anni, conosce già tutti i trucchi del mestiere: la protesta nel momento giusto, il piccolo e apparentemente casuale ritardo quando l’onda sta per travolgerlo. Per Flavio quindi non è solo una vittoria importante che lo proietta al nuovo best ranking al n.202 ATP, ma anche tanta esperienza che mette in magazzino per i match che verranno, a cominciare dall’incontro che lo vedrà opposto all’austriaco Jurij Rodionov (n.141 ATP) con cui non ci sono precedenti.
Veniamo invece alle note dolenti e iniziamo da uno sfortunatissimo Andrea Vavassori che, confermando il suo ottimo periodo di forma, stava facendo gara di testa contro il rumeno Radu Albot (n.125 ATP e terza testa di serie). Dopo aver vinto al tie-break il primo set, nel secondo parziale era avanti 4-3 e servizio. Sul 15-15 veniva data buona una sua volée che probabilmente era fuori. Albot, in mancanza di overrule, iniziava a protestare, inscenando un teatrino indecente che sarebbe durato la bellezza di almeno dieci minuti d’orologio. Con l’involontaria complicità della giudice arbitro che avrebbe dovuto troncare la recita, o chiamando subito il supervisor o infliggendogli un penalty point. Nel frattempo il povero Vavassori si raffredda e perde completamente il ritmo, come dimostrerà nel prosieguo del set. Il torinese, da noi interpellato, ci ha detto: “Una pausa così lunga mi ha fatto raffreddare e in pratica mi è costata il secondo set. Dopo ho lottato ma devo riconoscere che il mio avversario è riuscito ad alzare il proprio livello”. Le parole di un vero gentleman che purtroppo se n’è tornato negli spogliatoi sconfitto 6-7(2) 6-4 7-6(2).
Matteo Viola arriva al secondo turno, battendo il tedesco Yannick Maden (n.300 ATP, in tabellone col ranking protetto). Poi contro Maxime Cressy non c’è stata praticamente partita e l’americano di origine francese vince 6-4 6-4 con un break a set, senza concedere nemmeno una palla break al mestrino. Fuori al primo turno Luca Nardi che perde in tre set (6-4 5-7 6-4) contro l’ucraino Vitaliy Sachko (n.260 ATP), facendosi rimontare dal 4-1 nel parziale decisivo. Anche Andrea Arnaboldi si fa rimontare nel derby con Cobolli (1-6 6-3 6-4), mentre l’altro veterano Thomas Fabbiano lotta con coraggio contro il russo Alexey Vatutin ma deve cedere con un doppio tie-break.
Eliminati subito anche Francesco Forti che perde 6-3 7-5 dal tedesco Oscar Otte (n.102 ATP e testa di serie n.1, nonché fresco vincitore di Bari, Ortisei e Ismaning) e Raul Brancaccio che cede 7-5 6-2 col turco Altug Celikbilek (n.164 ATP) che si conferma cliente ostico, soprattutto per gli italiani. Breve anche il percorso di Matteo Gigante che spreca la sua wild-card contro il qualificato olandese Jelle Sels (n.362 ATP) e di Federico Gaio che contro Julian Lenz, in gara col ranking protetto, appare svogliato e poco combattivo (6-0 6-3).