Altra giornata passata da aspettare invano una decisione del Ministero dellâImmigrazione australiano che alla fine non è arrivata. Dopo varie indiscrezioni e uno slittamento di unâora e un quarto del sorteggio del tabellone a causa di un imminente discorso televisivo del Premier Scott Morrison, alla fine lâufficio del Ministro Alex Hawke ha fatto sapere che non sarebbero state prese misure di alcun tipo nella giornata e che le indagini sarebbero proseguite lâindomani.
Novak Djokovic cosÏ si gode un altro giorno di allenamento in Australia e un tabellone che per i primi turni dovrebbe lasciarlo abbastanza tranquillo, anche se il suo regime fisico e soprattutto mentale in questo periodo non è stato forse la preparazione ideale per un torneo duro come lo Slam australiano.
Il gabinetto del Governo australiano, tuttavia, ha ribadito le normative sullâingresso degli stranieri in Australia: non vengono fatti entrare nel Paese individui non vaccinati, a meno che questi non dimostrino di non poter essere inoculati con il vaccino per motivi medici. âQuesta è la nostra policy, e la policy non è cambiataâ, ha aggiunto il Primo Ministro in un riferimento al possibile buco legislativo sfruttato da Djokovic per entrare in Australia durante questa sua controversa e chiacchieratissima trasferta.
Il visto di Djokovic rimane comunque sempre piĂš sotto osservazione e soggetto a cancellazione, solo ci vorrĂ un poâ piĂš di tempo.
INDAGINI IN SPAGNA E IN SERBIA
Per Novak Djokovic però i problemi non arrivano solamente dallâesecutivo australiano: ci sono altri Paesi che si stanno interessando alle azioni e ai movimenti del numero uno del mondo. La stampa spagnola ha riportato che il Governo iberico ha messo Djokovic sotto investigazione per sospetta violazione delle sue regole immigratorie in occasione del suo trasferimento per andare ad allenarsi nella sua casa di Marbella, sulla Costa del Sol.
Secondo quanto riportato dal programma radiofonico sportivo âTiempo de Juegoâ, Djokovic ha passato a Belgrado il periodo dal 14 al 25 dicembre, ma successivamente si è trasferito a Marbella il 31 dicembre ed è rimasto lĂŹ anche il 2 e il 3 gennaio ad allenarsi. Tuttavia lo svolgimento di sessioni di allenamento non è una âattivitĂ essenzialeâ, e non può configurarsi come âpartecipazione di una prova di alto livelloâ.
Dal 20 settembre scorso è possibile entrare in Spagna per chi proviene dalla Serbia solamente se completamente vaccinati. Ă possibile ottenere unâesenzione nel caso in cui si soddisfino certi criteri (tra i quali anche risiedere allâinterno dellâUnione Europea e Stati annessi, tra cui Montecarlo, per raggiungere la propria abitazione), ma per far ciò è necessario seguire una procedura contattando il consolato spagnolo a Belgrado. Inoltre è necessario avere un test PCR negativo eseguito non piĂš di 72 ore prima dellâarrivo in Spagna, o un test antigenico negativo eseguito con non piĂš di 48 ore di anticipo, e accompagnare tutto con un codice QR ottenibile riempiendo un modulo online.
Non câè traccia che Djokovic abbia soddisfatto queste condizioni, come è stato confermato dal Ministro degli Esteri JosĂŠ Manuel Albares dopo aver controllato con il Ministero degli Interni e la Polizia.
Problemi anche in patria per Djokovic: quanto il Primo Ministro serbo, Ana Brnabic, ha dichiarato che il comportamento di Nole, che avrebbe ignorato la positivitĂ al test PCR del 16 dicembre e avrebbe rilasciato unâintervista di persona al giornalista dellâEquipe Frank Ramella (confermandogli oltretutto di aver testato negativo allâultimo tampone), rappresenta una âgrave violazioneâ della legge serba. In quel momento, infatti, nel Paese balcanico era richiesto a tutti gli individui positivi di isolarsi per 14 giorni. âQuando si è positivi è necessario isolarsiâ, ha detto il Primo Ministro Brnabic alla BBC, ânon so quando [Djokovic] ha ricevuto i risultati e quando li ha visionati, questa è una zona grigia che solo Novak può chiarireâ. Nel caso in cui venisse accertata la violazione ci dovrĂ essere un confronto con le autoritĂ preposte a far rispettare la normativa. Secondo la legge serba, chi non osserva le leggi sanitarie durante la pandemia è punibile con una pena che può arrivare ai tre anni in prigione.
Lâaccertamento della violazione non dovrebbe essere troppo difficile, dal momento che è stato il giocatore stesso a confessare di aver partecipato allâintervista dopo aver saputo della sua positivitĂ . Câè poi anche la testimonianza di Frank Ramella de LâEquipe, secondo il quale Djokovic gli avrebbe anche riferito di aver fatto un test per lâAustralia (quindi non poteva riferirsi ad uno dei test antigenici) e di essere risultato negativo.
Il Primo Ministro Brnabic ha comunque confermato di voler offrire âil suo supporto a Djokovicâ, ma anche che âil suo supporto va soprattutto alla vaccinazione come unica soluzione per uscire dalla pandemiaâ.