ATP Dallas, non c'è due senza tre: Opelka si aggiudica il torneo. Brooksby ko con due tie-break

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ATP Dallas, non c’è due senza tre: Opelka si aggiudica il torneo. Brooksby ko con due tie-break

Il big server la spunta nel duello contro il Next Gen: per Reilly è il terzo titolo in carriera. Il racconto del nostro inviato

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Reilly Opelka - ATP Dallas 2022 (Twitter - @DALopentennis)
Reilly Opelka - ATP Dallas 2022 (Twitter - @DALopentennis)
 

dal nostro inviato a Dallas

[2] R. Opelka b. [4] J. Brooksby 7-6 7-6

Il torneo ATP di Dallas si chiude con la vittoria della testa di serie numero 2 Reilly Opelka, che ha superato in finale l’altro americano Jenson Brooksby in due set (7-6 7-6). Reilly ha giocato molto bene durante tutta la settimana e ha impressionato anche da fondo campo soprattutto con il rovescio. L’impressione è che per lui cambia tanto giocare al meglio dei tre set o al meglio dei cinque. In una partita al meglio dei cinque set il servizio naturalmente cala e a quel punto diventa tutto più difficile. I suoi miglioramenti fisici sono comunque sotto gli occhi di tutti. Nel corso della settimana purtroppo è uscito al primo turno Maxime Cressy che nonostante la sconfitta ha dato spettacolo e porta davvero qualcosa di nuovo al tennis. Da segnalare la semifinale di Marcos Giron. Il 28enne californiano tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 è andato sotto i ferri due volte per problemi all’anca sprofondando oltre la 700 esima posizione. Dopo anni di fatica e Challenger sta giocando il miglior tennis della carriera e se non si fosse fatto sopraffare dalla tensione avrebbe raggiunto la sua prima finale ATP. La testa di serie numero 1, Taylor Fritz ha detto chiaramente che ambisce alla top 10 ma il suo gioco non sembra ancora pronto a quel livello. Gioca bene con tutti i colpi ma non ha un colpo con cui fa particolarmente la differenza.

LA PARTITA – Dopo un sabato spettacolare in cui Isner e Opelka hanno giocato il tie break più lungo della storia al meglio dei tre set oggi si decide il titolo. A sfidare Reilly c’è Jenson Brooksby che cerca di aggiudicarsi il suo primo titolo della carriera dopo la finale persa a Newport lo scorso luglio contro Kevin Anderson. La finale si gioca all’una del pomeriggio per permettere a tutti di andare a vedere il Super Bowl tra i Los Angeles Rams e i Cincinnati Bengals alle 5 e 30 del pomeriggio.

La domenica non fa eccezione per quanto riguarda la folla. Il torneo si gioca a Highland Park, aristocratico quartiere a nord di Downtown. Qui, come in tanti altri tornei di tennis, andare a vedere alcuni dei migliori giocatori del mondo è un’occasione per apparire. “L’immagine è tutto” diceva Agassi in una famosa pubblicità per la Canon nel 1990. Andre aveva solamente 19 anni ma, a suo malgrado,  quello slogan gli sarebbe rimasto appiccicato per molto tempo.

Nei primi game della partita Opelka sembra essere molto più teso rispetto ai giorni precedenti. D’altronde oggi è il favorito e gioca contro un avversario che è molto abile a rispondere e a contrattaccare. Jenson si guadagna subito una palla break ma Opelka riesce a salvarsi con il colpo che negli ultimi giorni sta facendo davvero la differenza: il rovescio lungolinea. Entrambi i giocatori riescono a rispondere al servizio dell’avversario e ci sono parecchi scambi lunghi. È un periodo di assestamento per entrambi. Nella seconda metà del primo set entrambi non rischiano più nulla al servIzio e si arriva a un giusto tie break. Due errori di dritto di Brooksby portano Opelka in vantaggio di due mini break. Reilly ricambia il favore con un gratuito di dritto ma alla fine riesce ad aggiudicarsi il primo set. Nonostante i 193 cm d’altezza Jenson non ha un servizio particolarmente efficace e questo lo penalizza sicuramente durante i tie break dal momento che i punti gratuiti con la battuta sono davvero pochi.

Il secondo set inizia con un game combattuto sul servizio di Brooksby ma il californiano è bravo a salvarsi con la combinazione probabilmente meno sicura del suo repertorio: servizio e dritto. Il primo pericolo per Opelka arriva quando si trova sotto 2-3 0-30. Qui Reilly scaglia un ace, gioca uno slice insidioso che obbliga Brooksby all’errore e chiude il game con un game vincente. Sangue freddo per Opelka nei momenti più importanti. Sul 5 pari è ancora Brooksby a doversi salvare: un doppio fallo e un inusuale errore con il rovescio lungolinea permettono a Opelka di avere due chance per ottenere il break. Il servizio viene in aiuto del giovane californiano che alla fine riesce a portare la contesa al tie break. Si parte subito con un mini break a favore di Opelka che non si guarda più indietro e con un altro rovescio lungolinea vincente ottiene tre championship point. Basta il primo per festeggiare il terzo titolo in carriera. Vittoria importante anche perché questo mese gli scadevano i 250 punti della vittoria a Delray Beach del 2020 e in questo modo non perderà posizioni in classifica. Per quanto riguarda Brooksby il tempo è dalla sua parte. Il rovescio è il suo colpo migliore, la sua abilità di cambiare in lungolinea lo rende particolarmente pericoloso. Considerando la notevole altezza non serve particolarmente bene, il movimento è meccanico e poco naturale. Il dritto però è il termometro del suo gioco e il colpo con cui s’incarta ancora maggiormente nei momenti decisivi.

LE PAROLE – Durante la premiazione Brooksby ringrazia i suoi genitori che sono con lui durante queste settimane e promette di tornare il prossimo anno: “Questa finale è un ottimo risultato per iniziare l’anno. Grazie alla Southern Methodist University per aver organizzato questo torneo”.  Opelka si dimostra raggiante per il terzo titolo della sua carriera ottenuto senza mai perdere la battuta in tutta la settimana: “Ho giocato bene nei momenti decisivi con un giocatore che è davvero abile a portarmi fuori dalla mia comfort zone. Prenderò l’aereo stasera per giocare a Delray Beach. Sono contento di giocare in Florida perché è una delle pochissime settimane all’anno in cui gioco vicino a casa esattamente come è successo a John questa settimana”.

QUI IL TABELLONE COMPLETO DELL’ATP 250 DI DALLAS

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